I 36 giorni che scrissero la storia del tennis italiano…
Il bronzo di Musetti e l’oro della coppia Errani-Paolini a Parigi 2024 fino ad arrivare nella Grande Mela, con 2 vittorie nei Tornei di Doppio Misto, Vavassori-Errani e nel singolo dove Jannik Sinner è entrato definitivamente nell'olimpo del Tennis. Ed ora occhi puntati a Malaga, dove dal 19 al 24 Novembre, gli Azzurri detentori della Coppa Davis, difenderanno il titolo iridato. Vinto il girone a Bologna per 3 a 0, guidati dai redivivo Matteo Berrettini, i ragazzi di Capitan Volandri sbarcano in Spagna tra i favoriti per la vittoria dell'Insalatiera più famosa al mondo.
di Pietro Corso
Ma andiamo con ordine. 2 maggio 2011. All’ATP Masters 1000 di Madrid, Flavio Cipolla supera il numero 12 del mondo Andy Roddick in tre ore e tre minuti: è il miglior tennista battuto in carriera a livello di classifica. 23 gennaio 2015. Andreas Seppi compie un’impresa al terzo turno degli Australian Open vincendo una delle partite più belle della sua carriera in quattro set contro Roger Federer. 21 aprile 2019. Fabio Fognini sconfigge Dusan Lajovic all’ATP Masters 1000 di Montecarlo, divenendo il primo italiano della storia a vincere un torneo di questa categoria. Risultati ottimi, soddisfazioni incredibili: eppure, oggi, sembrano quasi sbiaditi difronte a quello a cui abbiamo assistito negli ultimi due anni.
Jannik Sinner ha cambiato le prospettive del tennis italiano, ha stravolto quella che fino a poco tempo prima veniva considerata la ‘normalità’. Ha creato, insieme ai suoi connazionali che stanno facendo altrettanto bene, un circolo positivo di stimoli nuovi, grandi ambizioni e risultati unici. Due tornei dello Slam vinti nel 2024, in corrispondenza dell’inizio e della fase conclusiva della stagione: Australian Open e US Open, con in mezzo la conquista della prima posizione del ranking mondiale, un risultato che mai in Italia avevamo avuto la fortuna di testimoniare e raccontare. “È l’inizio di una nuova era, quella del tennis italiano”, ha detto il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi, una dichiarazione che fa capire come potremmo essere solo all’inizio di una lunga serie di successi.
NON SOLO JANNIK: 17 TITOLI AZZURRI NEL 2024
Sinner è oggi la punta di un grande iceberg, che a novembre 2023 ha preso la sua forma definitiva con la conquista di una storica Coppa Davis. L’altoatesino è stato protagonista insieme a Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi, Lorenzo Sonego, Simone Bolelli e Andrea Vavassori di una vittoria fondamentale perché ‘l’insalatiera’, di fatto la Coppa del Mondo del tennis, dà misura delle capacità di un Paese. E dall’inizio del 2024 la musica non è cambiata, anzi la tendenza è migliorata ancora. 17 titoli tra singolare, doppio e doppio misto, con Jasmine Paolini che ha toccato nuove vette del tennis femminile vincendo il WTA 1000 di Dubai e raggiungendo due finali Slam, al Roland Garros e a Wimbledon. Poi sono arrivati i successi Olimpici, con il bronzo di Musetti e l’incredibile medaglia d’oro della stessa Paolini e Sara Errani nel doppio. E ancora Sara, in coppia con Andrea Vavassori, vincitori nel misto agli US Open. Numeri da brividi, che posizionano l’Italia tra le potenze mondiali del tennis.
Dietro i grandi campioni, molti giovani: passano quasi in secondo piano gli ottimi risultati di Flavio Cobolli, oggi nella Top 40 della classifica mondiale, per non parlare di Luciano Darderi e dei tanti ragazzi nati dopo il 2000 che, seppur non ancora in Top 100, hanno grande talento e mostrano voglia di raggiungere i connazionali. Luca Nardi e Mattia Bellucci orbitano già in questa zona di classifica: dietro di loro Francesco Passaro, Matteo Gigante e Giulio Zeppieri. Il presente è vivo più che mai, ma ci sono tutti i presupposti per assistere a numerosi anni entusiasmanti con i ragazzi che arriveranno.
L’ERA DELL’ITALIA
“Dobbiamo prepararci: siamo entrati in una nuova era. Vi ricordate la Svezia di Borg, la Spagna di Nadal? I numeri dicono che questa sarà l’era dell’Italia. Dobbiamo goderci queste soddisfazioni che stanno arrivando. Il prossimo obiettivo sarà vincere un grande torneo nel nostro Paese”. Le parole di Angelo Binaghi, presidente FITP, riassumono la direzione che il movimento ha preso e che, auspicabilmente, terrà in futuro. Un movimento che è passato dai 129.000 tesserati dei primi anni 2000 fino a superare il milione nel 2024. Numeri secondi soltanto al calcio, totem assoluto in Italia.
Dal punto di vista degli amatori e degli agonisti, la Federazione è stata abile nel creare un circuito che includesse tutti e che desse importanza anche alle categorie di aspiranti atleti alle prime armi. Con i professionisti invece, c’è stato un massiccio investimento nello staff tecnico che li accompagna e un corposo budget che ne sovvenziona gran parte delle spese. Una boccata di ossigeno puro in uno sport oggi più accessibile rispetto a prima, ma comunque costosissimo per chi vuole fare il tennista di professione. Quella dell’Italia è una metodologia oramai collaudata e, non a caso, richiesta dalle federazioni degli altri Paesi.
VINCERE UN SET È COME UN GOL DELLA NAZIONALE
Gli italiani sono un popolo di cuore, si sa. Il punto di inizio del nuovo fuoco azzurro è la finale di Wimbledon del 2021, dove Matteo Berrettini fece sognare tutti portando al quarto set un mostro sacro come Novak Djokovic, prima di cedere sotto i colpi del serbo. Una buona fetta di una rinnovata attenzione verso il tennis italiano la si deve al romano classe 1996, pioniere del movimento fino alla scalata di Sinner. Poi sono saliti Musetti e Arnaldi, incollando gli appassionati al televisore: il toscano grazie al meraviglioso rovescio a una mano, il ligure per grinta e carisma. I dati delle televisioni indicano numeri incredibili, con grande attenzione verso i tornei più importanti. È un pubblico più generalista, certo, ma in un circolo positivo così va anche tenuto il conto di quante persone osservano i campioni; persone, che un giorno potranno convertirsi in potenziali tesserati e magari futuri fanatici del mondo del tennis. Per questo il boato che si sente tra i balconi quando Sinner vince un set suona come quello di un gol della Nazionale agli Europei di calcio. Uno sport diverso, certo, ma la gioia di vedere un azzurro sul tetto del mondo non può che essere la stessa.