ANDY DIAZ. UN LUNGO SALTO VERSO LE OLIMPIADI
Una immagine copertina del maestro Fabio Lovino, che ringrazio, che racchiude la purezza, l’essenza sublime di un ragazzo, comune, umile, semplice, con la sua forza, dettata dal cambiamento. Tenendo stretta la sua appartenenza, le sue origini, ha definito una sua nuova identità. Ha plasmato sul suo corpo e la sua mente, il domani, ha inseguito un suo sogno, per molti magari una follia, ma chi crede in se stesso è pronto a tutto, soprattutto a cadere e rialzarsi più forte di prima. Andy ha deciso di diventare Italiano ed affermarsi come Atleta a livello mondiale. Un progetto a due, di squadra assieme a Fabrizio Donato Bronzo olimpico del triplo italiano, oggi ombra e luce dello stesso Andy.
Tutto nasce da un sogno, ma è fondamentale costruire alla base, un rapporto umano con il proprio coach e team, per mettere a terra degli obiettivi concreti. Quali solo i punti fondamentali per raggiungere oggi i prossimi grandi traguardi?
Il segreto dietro ogni risultato è il rapporto umano, che io e Fabrizio abbiamo formato da subito. Sono entrato a far parte della sua famiglia e, chiaramente, mi fido di tutte le sue decisioni, sia sportive che personali, per il livello di rispetto e fiducia che abbiamo creato e continueremo a creare.
Allenamento ed alimentazione, famiglia ed amici, pilastri che ti hanno fatto raggiungere ad oggi grandi risultati, ma soprattutto hanno intaccato le tua dimensione. Come è stato riprogrammare la tua vita e cultura? Come hai vissuto la rinuncia?
Lasciare una vita alle spalle non è stato facile ma, mi sento molto fortunato ad avere una famiglia che mi sostiene e mi aiuta a perseguire i miei sogni e anche essendo in lontananza ci teniamo in contatto. Inoltre, da circa un anno mia madre vive con me. Quando hai un obiettivo non puoi avere paura del cambiamento, senza dubbio è la decisione migliore che ho preso nella mia vita. Per quanto riguarda il cambio di alimentazione, è più attenta e coordinata da una dieta specifica affiancata ad allenamento studiato per le mie potenzialità che punta al miglioramento continuo, ed i risultati di queste scelte, bhe parlano da soli. Sto realizzando un sogno in 2 anni e salto quello che non avrei mai pensato di realizzare.
“17.75 sopra il cielo” è il titolo del nostro nuovo magazine. Hai già il record dell'anno del salto triplo, quali obbiettivi avete con Fabrizio Donato? Come state approcciando l'avvicinarsi delle Olimpiadi?
In questo primo periodo della stagione 2024 sono già primatista mondiale stagionale e campione italiano nel salto triplo indoor, questi risultati conseguiti in pochi mesi e quelli conseguiti in precedenza da quando sono in Italia mi fanno ben sperare per la stagione outdoor e per il sogno olimpico. L'obiettivo è sempre quello di vincere e godersi il processo e soprattutto arrivare a saltare ciò che nessuno è stato in grado di saltare. Di certo non ci si puó nascondere…
Il nostro approccio al grande appuntamento non si distaccherà troppo dall’ approccio tenuto prima dei risultati conseguiti lo scorso anno come la finale della Diamond League. L’esperienza passata ci aiuterà per prepararci nel miglior modo possibile.
Da Cuba a Roma inseguendo un sogno. oggi Atleta del Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle. Un grande nuovo risultato. Quanto è importante per te oggi far parte di questo gruppo sportivo?
Quando sono arrivato in Italia, 3 anni fa, non ero neanche sicuro che sarei riuscito a fare l’atleta. Successivamente con l’aiuto di Fabrizio ho trovato nuovi amici ed una società, la Libertas Unicusano Livorno che, si è fidata di me aiutandomi e supportandomi in tante occasioni. Entrare a far parte di un gruppo sportivo è un onore immenso e ancora di più lo è essere un’atleta del Gruppo Sportivo Delle Fiamme Gialle per via del legame instaurato in questo tempo. Reputo le Fiamme Gialle come una seconda famiglia nella quale vivo e mi alleno tutti i giorni per cercare di migliorarmi e raggiungere i miei obbiettivi.
Fabrizio, come è stato incontrare Andy nella tua vita? Sei una iconica medaglia Olimpica del triplo, come è continuare a vivere quel sogno negli occhi di un tuo grande atleta?
A novembre 2021 il caro Andy è entrato a far parte della mia vita come un uragano. Non c’è stato troppo tempo per pensare e per ragionare ma, solo per agire e aiutare l’uomo che mi aveva chiesto aiuto. Lo sport ci insegna ad essere empatici con il prossimo, ed io non ho fatto nient’altro che mettere in campo i valori dello sport.
Parallelamente e indirettamente il mio sogno olimpico si stava alimentando. Il grande talento di Andy con i suoi risultati, stava risvegliando i miei ricordi le mie emozioni. Ad oggi grazie a questi stimoli ho l’impressione di non aver mai smesso di gareggiare e ogni volta che Andy scende in pedana , rivivo sulla mia pelle quei brividi che solo lo sport può regalare.
Cosa trasferisci quotidianamente ad ANDY? Quale è il lavoro più complesso nell'affiancare un Atleta ed accompagnarlo verso grandi risultati?
Mi ritengo un coach moderno, maniacale, perfezionista ed eternamente insoddisfatto. Questa mia insoddisfazione mi permette di traferire quotidianamente ad Andy la ricerca della perfezione. Per raggiungere traguardi importanti c’è bisogno di tanto lavoro e tanta umiltà. Ho la fortuna di avere un grande bagaglio di esperienze che ho maturato durante la mia carriera e che cerco ogni giorno di mettere a disposizione di Andy . Non è facile ma, sono sicuro che tutto ciò può essere un grande valore aggiunto.
Quale è la forza di Fabrizio ed Andy, ieri, oggi ma soprattutto domani?
La vita, il destino hanno voluto farci incontrare e ci siamo subito trovati. In tante cose siamo simili ma , soprattutto entrambi abbiamo grandi ambizioni. Più passa il tempo e più il nostro binomio si rafforza, ci nutriamo di passione, emozioni e di adrenalina che scorre nelle nostre vene. Tutto ciò è linfa per i nostri obbiettivi sportivi e per il nostro rapporto umano.