VE LA dò io Roma 2024..
Non si riescano a codificare i mass media. Noi compresi. Non si capisce quale posizione abbiano preso nei confronti di Roma 2024. Con alcuni articoli soni i primi promotori, in altri i primi censori. Da mesi si lavora pesantemente alla ricerca del consenso del popolo romano e del Paese intero. Ormai sono all'ordine del giorno Eventi e Convegni rivolti a pubblicizzare, come se fosse un deterviso, l'unicità e l'opportunità di vedere tra 8 anni la Capitale al Centro del mondo dello Sport. L'entusiasmo è tanto, i nomi scesi in campo sono importanti e di alto profilo, rappresentano un timbro di garanzia, serietà e credibilità alla fiducia che devono ricevere dalle tante parti attrici di questo progetto. Ma su tutto c'è sempre la scure della Vela di Santiago Calatrava. L'architetto si è incontrato recentemente con il Presidente Malagò e Montezemolo, partecipando ad un tavolo di lavoro ha ribadito la sua volontà di continuare a lavorare alla nascita della Cittadella dello Sport. Da cittadini italiani ci auguriamo che il professionista spagnolo gli abbia chiesto come mai le amministrazioni precedenti abbiano consentito a far lievitare la spesa con un business plane che prevedeva la cifra di 60 milioni di Euro a ben 240 milioni e con l'ansia di trovarne ancora 424 ancora per completare l'Opera (11 volte la prevista spesa iniziale!). Quella Vela alta ben 75 metri a Tor Vergata, che doveva essere completata per i Mondiali di Nuoto del 2009, è l'immagine dello spreco pubblico che grida vendetta. Sky Tg 24 l'ha considerata la più grande "incompiuta" di questi decenni. Per non dimenticare, invece del Colosseo Tricolore, l'avrei messa sul logo del Comitato Promotore. A futura memoria.