STREGATI DAL PORTOGALLO
UN PO’ COLOMBO, UN PO VASCO, UN PO…ORTOGALLO, RISCOPRIAMO LA TERRA LUSITANA CHE CI INCANTA OGNI GIORNO
di Fabio Zinanni
Quando pensi al Portogallo, cosa ti ricorda?” A dire il vero ero confuso, non sapevo cosa immaginare, la prima cosa che mi veniva in mente erano le strade tipo San Francisco di Lisbona, quelle dove si arrampicano i tram. Ma poi la mia fervida fantasia si spostava subito ai campi di calcio battuti dal grande Eusebio e Nanì e Cristiano Ronaldo e da Rui Barros, solo per citare alcuni considerevoli giocatori che hanno fatto grande questa longilinea nazione. Poi mi sono imbattuto in un paio di trasmissioni televisive che narravano di un paese in forte sviluppo dopo una brutta scivolata economica (che neanche il VAR avrebbe potuto salvare) e nuova meta per i pensionati di tutt’Europa, grazie ai forti incentivi che si hanno trasferendosi lì. E siccome la mia curiosità è enorme, piglio e prenoto il primo volo disponibile per Lisbona per andare a capire come realmente stanno le cose.
Ore 5,30 del mattino. L’aria è veramente fredda. Parcheggio l’auto a Fiumicino e mi dirigo dritto dritto al gate dove mi aspetta un volo diretto della TAP, la compagnia aerea di bandiera del Portogallo. Era un bel po’ di tempo che non utilizzavo i loro voli, l’ultimo fu almeno 6 anni fa quando andai in Brasile e devo essere onesto sono migliorati in maniere incredibile. Viaggio in classe economica e trovo addirittura i sedili in pelle e cuoio e sembra di stare in una limousine, ci servono anche il pasto (che oggi è un miraggio) ed il servizio di bordo mi lascia molto soddisfatto. Che dire, iniziamo bene il viaggio. Atterriamo a Lisbona con una precisione quasi svizzera e passiamo dai pochissimi gradi romani ad una bella temperatura portoghese di 16 gradi che ci fa quasi dimenticare che siamo in inverno.
Per prima cosa raggiungo l’hotel e lascio la valigia e mi vesto della mia macchina fotografica e delle mie scarpe più comode e della mia felpa più navigata e via giù in strada, a respirare la capitale lusitana. A volte mi lascio trasportare dalla gente, la seguo e la ascolto in cerca di trovare qualcosa che nessuna guida potrà mai dirti o darti, ma stavolta faccio il turista e mi compro la Lisboa Card che mi permette di viaggiare su tutti i mezzi pubblici (e anche sui treni che poi vi dirò) e che mi fa entrare in molti siti in modo gratuito. Eccitato come al solito per questa nuova terra da scoprire, mi appropinquo a prendere il famoso “Eléctrico 28”, il tram più famoso del Paese, quello che parte da Martim Moniz e si dirige verso il quartiere di Graça e passa davanti alla chiesa di São Vicente de Fora, che merita una visita per la sua imponente facciata piastrellata, bellissima da fotografare.
Il tram continua attraverso Alfama, passando per alcune delle più pittoresche strade e piazze medievali di Lisbona come Rua das Escolas Gerais e Largo das Portas do Sol, un fantastico belvedere che si affaccia sul fiume con il Castello di Sao Jorge.
Lentamente e alla sua maniera il tram riprende a salire lungo l'elegante collina del Chiado, fermandosi -quasi- di fronte al famoso caffè “A Brasileira”, in Largo do Chiado, dove la statua di Fernando Pessoa, il grande poeta, attende la tua compagnia seduto ad un tavolo, per sorseggiare una bevanda o solo per un selfie da condividere magari su Instagram. Dopo una dissetante limonata, anche se siamo a gennaio, riprendo il cammino e arrivo sotto l’Elevador de Santa Justa, probabilmente il più bello tra i vari ascensori presenti a Lisbona. Si gode di un panorama notevole e si approda al quartiere alto (Chiado). Talmente bello da vedere da fuori che ricorda la parte alta della più famosa Torre Eiffel di Parigi. Torno qualche metro indietro perchè ho sentito parlare molto della famosa Torre di Bèlem e provo a scambiare qualche parola con una signora nel mio portoghese maccheronico, ma ci capiamo e col l’affabilità che contraddistingue questo bellissimo popolo, mi indica la strada da prendere. Dopo una quarantina di minuti arrivo sul posto e dopo aver costeggiato il mare, che qui ricordo si chiama oceano!. La giornata è limpida e il colore grigio perla della torre viene esaltato dalla luce del sole e il contrasto con il cielo azzurro di Lisbona lascia a bocca aperta per la meraviglia. E’ un gioiello architettonico del regno di Manuel I che fonde armoniosamente elementi gotici, bizantini e manuelini. La Torre è il simbolo di questa fantastica terra nell’epoca delle grandi scoperte, ricordiamoci che anche il nostro Cristoforo Colombo partì dal Portogallo - da Palos- per andare a scoprire le Americhe.
Visto che il mio immaginario del Portogallo era soprattutto il calcio, non mi faccio mancare una puntatina a l’Estádio José Alvalade, dove è di casa lo Sporting Lisbona e dove si può fare il tour all’interno per vedere la storia del club lusitano (e non dimenticate che con la Lisboa Card l’ingresso è gratuito).
La giornata volge al termine e mi incammino verso il mio bel 3 stelle che mi sta aspettando per un bagno caldo, ma non prima di aver assaporato dei Pasteis de bacalhau (dei bocconcini di baccalà) con un ottimo vino bianco.
L’indomani mattina mi alzo presto e ricordandomi che qui sto un’ora indietro, sfrutto il vantaggio e me ne riparto a zonzo per la città. Una tappa fissa che non può mancare a tutti i golosi come me, è uno stop alla Confeitaria Nacional, dove si sfornano tonnellate di Pasteis de Belem, piccole tortine di sfoglia friabile farcite con un dolce ripieno di crema e spolverizzate con zucchero a velo, o con cannella, a seconda dei gusti. Sazio e soddisfatto me ne ritorno al quartiere di Bèlem, dove mi aspetta la visita al Monastero dos Jeronimos che è il più importante monumento di Lisbona, tutelato dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Fu fatto costruire intorno 1505 dal re Manuele I per celebrare il ritorno di Vasco de Gama che aveva scoperto la rotta per l’India. E’ impressionante la maestosità e l’imponenza e l’architettura che lo rende veramente incolparabile e allo stesso tempo bellissimo: sembra di vedere un unico e imponente blocco bianco fondersi col blu intenso e terzo del cielo che sovrasta questa città di cui mi sto follemente innamorando. Eppure comincio a trovare delle analogie con la mia amata e caotica Roma: anche Lisbona ha sette colline da dove si possono godere panorami fantastici e sulle quali si trovano delle terrazze incredibili, ma a differenza della capitale Italiana, quella Portoghese gode della vista dell’oceano, che mi fa letteralmente impazzire. E cosa può farti impazzire se non visitare la città tra strade e mare? C’è “Hippo trip”, una specie di Bus che fa il suo giro turistico e che ad un certo punto si tuffa nel blu delle acque e che ti fa vivere un’emozione davvero particolare. Elettrizzato come un bambino, continuo il mio giro e vado ad esplorare Graca, un quartiere davvero portoghese e un ottimo posto dove sperimentare una normale vita quotidiana. Possono non esserci particolari attrazioni, a Graca, ma si tratta di un gradevole quartiere da esplorare, con una piacevole via principale di negozi a conduzione familiare e chiassosi bar. Anche se qui l’orario è indietro rispetto all’Italia, il tempo mi corre sempre a ridosso e a volte mi sorpassa: assisto ad un tramonto dai colori sanguigni, il cielo che si tinge di mille sfumature di ocra che terminano in un caldo ed inteso rosso che si bacia col blu cobalto dell’oceano. Incantato e con gli occhi pieni di gradazioni e tonalità, prendo un taxi che mi porta al quartiere chiamato Alfama. Salto giù dall’auto e riprendo al volo il Tram e gioco a fare il ragazzino toccando i muri dei palazzi circostanti, con la sua atmosfera caotica e inafferrabile, i suoi panni stesi ai balconi, le auto parcheggiate in modo disordinato: tutto quello che vedrete in questo quartiere vi sembrerà un’espressione intensa e significativa del “vivere”.
Ultimo giorno a Lisbona e già mi sento malinconico… ma prima di lasciarla me ne vado in stazione e parto alla volta di Sintra, una deliziosa cittadina che rappresenta la migliore gita in giornata partendo dalla capitale. E’ situata tra le fresche colline della Serra de Sintra e all’interno di questa regione si trovano lussuosi palazzi, castelli in rovina e stravaganti ville. Il centro cittadino è incredibilmente affascinante, con graziose vie acciottolate cinte da case tradizionali e negozi e bar e tutti raccolti attorno al Palazzo Nazionale in stile gotico. Una vera delizia per chi, come me, ama la fotografia. Il classico percorso da fare è partire da il Palacio Nacional, attraversare il centro storico, il Castelo dos Mouros e infine il Palacio da Pena. Si tende spesso a seguire quest’ordine perché corrisponde al tragitto dell’autobus turistico 434, che collega la stazione ferroviaria al centro storico e poi sale sulle ripide colline verso il Palazzo Pena e il castello moresco. Dopo una giornata di intenso cammino, mi dirigo all’aeroscalo di Lisbona e volo alla volta di Porto.
Dopo una notte di pieno riposo, sono pronto e carico e pimpante per scoprire quella che viene definita la capitale del nord. Parto subito dal suo più famoso e caratteristico quartiere partendo dalla Ribeira, che si tende lungo il corso del fiume Douro. Non devono averci pensato molto gli ispettori dell’UNESCO quando hanno deciso di inserire la Ribeira nell’elenco dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità. E’ una vera gioia per gli occhi, una città in grado di conquistarti fin dal primo momento, i suoi saliscendi, le sue case decadenti, l’atmosfera magica e soprattutto grazie al panorama pazzesco e le sue barche che passano sotto il Ponte Dom Luis I, simbolo della città. Sembra che il tempo sia sospeso in attesa che qualcuno passi a dare una spinta alla lancetta per farlo scorrere più rapidamente, ma nessuno ha intenzione di farlo. Mi dedico alla visita del centro storico e mi invaghisco delle affascinanti vie strette di Ribeira che sono databili all'età medievale e che oggi giorno sono state circondate da ristoranti e bar e una miriade di persone che affollano queste viuzze colorate a pastelli, piazzette alberate, balconcini fioriti, panni stesi ad asciugare, vecchi fuori dalle porte e bar e ristoranti e botteghe artigianali contribuiscono a creare un paesaggio urbano unico nel suo genere.
Il ponte Dom Luis I è incredibile: nella parte superiore viene attraversato da mezzi di traposto pubblico, mentre quella inferiore è percorsa dalle auto private. A guardarlo bene ha una certa similitudine con un altro bel pezzo di ferro… controllo su google e mi rendo subito conto che è stato progettato dallo stesso Gustave Eiffel che realizzò la omonima torre parigina. Certo che questa città è incredibile. Sembra un dipinto. Un quadro fiammingo. Un quadro stile Fiandre. E non mi sbaglio. Arrivo a Avenida dos Aliados (un grande viale nel cuore della città) dove si affacciano strutture imponenti, banche, hotel di lusso e il municipio cittadino, inconfondibile con la sua torre alta 70 metri e che richiama da vicino l’architettura -per l’appunto- delle Fiandre e del nord della Francia. Mi allontano qualche centinaia di metri e mi imbatto nella Igreja de São Francisco, una chiesa che dall’esterno non lascia trasparire la sua bellezza che risplende al suo interno, essendo completamente adornata d’oro, statue comprese.
Proseguo nel mio tour e visito la chiesa e torre Clérigos, situata sul punto più alto della vecchia città; dopo aver salito ben 250 scalini verrete ricompensati con una fantastica vista panoramica della città. La sera arriva giusto in tempo per farmi trascinare in uno di quei locali caratteristici e mi lascio rapire dal modo indigeno di mangiare. Ordino una Francesinha, un panino farcito con prosciutto salato, linguiça (salsiccia fresca) e carne arrosto, inzuppato in formaggio e salsa alla birra. Una vera bomba di carboidrati e via, a sdraiarmi sul fantastico letto del b&b che ho preso per l’occasione.
L’indomani mattina, secondo voi, poteva mancare un tour allo stadio del Porto, la squadra più blasonata del Portogallo? Certo che no. Investo 15€ e mi riempio gli occhi all' Estádio do Dragão (lo stadio del drago), prima di partire per un altro itinerario altamente interessante: sul lato meridionale del Douro River c'è la città di Vila Nova de Gaia, la tradizionale casa dell'industria di drink dei porti. La maggior parte dei produttori fanno invecchiare il vino all'interno di grandi cantine del distretto e offrono la possibilità di degustare questo ottimo vino, accompagnandolo a gustosissimi snacks. Decido di visitare la cantina Graham’s: le più antiche della città e sicuramente le meno turistiche dove dalla terrazza si gode una vista spettacolare su tutta la città. Per chi volesse avere una visione olfattiva del nettare di porto, vi indico la cantina Sandeman, forse il marchio più conosciuto al mondo.
Io ed il tempo non andiamo d’accordo, non siamo mai stati amici, ma continua a vincere lui. Devo partire alla volta di Faro, capoluogo del sud e destinazione base per i miei futuri spostamenti nella regione dell’Algarve. Meno di due ore di volo e sono catapultato in un altro Portogallo, quello che a detta di molti sia il “vero” paese. E non stento a crederlo. Seppur abituato a Roma, Lisbona e Porto sono città caotiche e trafficate, al contrario di Faro che è una cittadina molto a misura d’uomo. La migliore spiaggia della zona è la Praia de Faro, il tratto di sabbia dorata lunga 5 km che si estende lungo il lato costiero della Ilha de Faro. La Praia de Faro è a basso sviluppo turistico, con tranquilli café e piccoli bar sulla spiaggia, ti scaraventa indietro di 20 o 30 anni fa in Italia. Dove il tempo si è rallentato. Dove tutto si svolge con estrema serenità. Dove tutto va calmo. Certo che questa non è una città per chi ama la movida notturna, anche le famiglie con bambini non trovano strutture in grado di soddisfare le esigenze dei più sofisticati, ma che sicuramente offre cultura e mare ad alti livelli. A proposito di cultura da non mancare assolutamente la visita ai giardini di Palacio Estoi, un bellissimo villaggio, il migliore esempio di architettura rococò di tutta l’Algarve, mentre i pavimenti attentamente conservati contengono splendide mattonelle Azulejo. Il luogo di interesse più strano di Faro? La Capela Dos Ossos: le ossa dei sovraffollati cimiteri sono state raccolte nella piccola cappella situata all’interno del complesso religioso di Carmo. Queste ossa sono state incorporate nelle decorazioni della cappella, con i teschi che fiancheggiano i muri, davvero molto strano ed inquietante, ma merita comunque un pit-stop.
Una bella serata in compagnia di alcuni italiani, trasferitisi a Faro per la famosa detrazione fiscale, trascorre tra chiacchiere di come si viva lì e le differenze col nostro Bel Paese. Una piccola vena malinconica fugge il mio lato destro del corpo, mentre il sinistro impigrito dal sole e dalla salsedine, tiene in mano un bicchiere di porto.
La mattina seguente affitto un’auto e guido verso Albufeira che è la più grande, la più piacevole e la più vivace di tutte le città di villeggiatura che fiancheggiano la bellissima costa del Portogallo meridionale. Questa cittadina offre una splendida spiaggia, un clima fantastico, un’ampia scelta di ristoranti e una frenetica vita notturna; c’è tantissimo di interessante, e questo ha permesso a quello che un tempo era un villaggio di pescatori, di trasformarsi nella più apprezzata meta per le vacanze dell’Algarve. Certo non ci si può aspettare una vacanza culturale in senso stretto della parola. Chi viene qui è soprattutto alla ricerca di mare e movida notturna, che rendono Albufeira la Rimini (col mare eccelso) del Portogallo. Ho avuto la fortuna di visitare due delle spiagge più belle della zona: la spiaggia de Falésia che è una delle spiagge più famose di tutto il Portogallo che si caratterizza per l'elevato numero di centri commerciali sul litorale e dalla sabbia dorata e con la temperatura dell'acqua molto calda. Poi la spiaggia de Salgados, ritenuta una delle più esclusive di Albufeira. Nei suoi dintorni si trovano strutture alberghiere moderne e negozi di ogni genere, oltre a campi da golf, dove tra l'altro si trova il club sportivo più grande dell'Algarve. Inoltre, a pochi minuti di distanza si può visitare un osservatorio di uccelli, luogo prediletto per gli amanti della natura e del bird-watching.
Comincio ad odiare l’orologio. E’ già tempo di far rientro a Faro. Il tempo di rimettere a posto i bagagli e di volare alla volta di Lisbona, dove mi attende il volo TAP di rientro per Roma.
Ho speso giorni intensi, di grande fascino, di attrazione verso un paese di cui conoscevo veramente poco, quasi nulla. Torno ricco di ricordi, ricco di emozioni, ricco di informazioni. Ed ora se qualcuno dovesse chiedermi “Quando pensi al Portogallo, cosa ti ricorda?”. Ecco. Ora saprei veramente cosa raccontargli.