RIETI E L’ATLETICA
una grande storia di amore, passione e fatica, ricca di colpi di scena con un glorioso passato alle spalle, un presente brillante e un futuro tutto da inventare.
Sicuramente saranno decine, se non centinaia i record, le storie e gli aneddoti accaduti al Camposcuola Raoul Guidobaldi, così viene chiamato dai reatini lo stadio di atletica incastonato tra le sinuose e rigogliose anse formate dal limpido fiume Velino e il maestoso prospetto del monte Terminillo, che possono descrivere ciò che rappresenta Rieti per l’Atletica Italiana e viceversa. Ma se avete la fortuna di incontrare qualcuno che su quella pista di tartan, un tempo amaranto e oggi celeste, ha gareggiato, in qualsiasi disciplina chiedetegli di Rieti e guardatelo fisso negli occhi: le emozioni che inevitabilmente il suo sguardo tradirà saranno più significative di mille parole.
L’Atletica reatina è la storia del successo di tutta una comunità, di una città che si è stretta a due grandi personalità che hanno intrapreso un percorso parallelo, sovrapposto, ma quasi mai coincidente: Andrea Milardi e Sandro Giovannelli.
Il primo, Milardi, scomparso nel 2016, ha creato e poi, caparbiamente e magistralmente, guidato la Studentesca Cariri, oggi denominata Studentesca Milardi appunto, che in 42 anni di attività ha conquistato ben 30 scudetti tra cui proprio quest’anno due nelle categorie Assoluti Maschile e Femminile. Il secondo, Giovannelli, patron di quel Meeting che, prima di essere interrotto a causa dei tragici eventi legati al terremoto che ha colpito il Centro Italia, per 46 anni ha portato a gareggiare all’ombra del Terminillo i migliori atleti del mondo: da Bubka a Carl Lewis, da Mennea alla Simeoni, per citarne alcuni.
Oggi il contesto è cambiato e, anche se il duro lavoro e i successi sia del Meeting e che della Studentesca hanno rafforzato e accresciuto l’importanza di Rieti nel panorama dell’Atletica italiana, il problema della scarsità di risorse economiche a disposizione rende sempre più incerto il futuro, soprattutto per il Meeting. Quella che un tempo era definita la più importante manifestazione di atletica leggera d’Italia è entrata in sofferenza, soprattutto per lo stop inaspettato del 2016 che per forza di cose ha reso più difficile l’organizzazione di un evento che deve la sua riuscita soprattutto alle capacità e conoscenze del suo ideatore Giovannelli. Mentre per la Studentesca, nonostante le difficoltà derivate dal disimpegno della Cassa di Risparmio di Rieti che, sotto la guida del presidente Alessandro Rinaldi, aveva sempre garantito tutto il sostegno necessario, il presente è garantito dal pregevole lavoro e impegno dei figli di Andre Milardi, Alberto, Chiara e Vittoria.
A nessuno sfugge che è necessario mettere in sicurezza questo patrimonio che non è solo della città di Rieti ma dell’Italia intera e a indicare un possibile percorso ci sta provando Federico Rinaldi, figlio di quel Alessandro sempre così vicino alla Studentesca, che all’indomani della scomparsa del padre per seguirne idealmente anche un po’ le orme ha costituito la Alessandro Rinaldi Foundation, una fondazione che ha come finalità principale la promozione del territorio reatino attraverso anche lo sport.
“Lo sport è evidente a tutti che può essere un’importante leva di promozione del territorio capace di creare indotto economico e attrarre investimenti - dichiara Federico Rinaldi – Questo è la chiave di volta per rilanciare un evento importante come il Meeting e dare un futuro più solido alla Studentesca. Fino ad oggi il Meeting e la Studentesca sono state due realtà diverse che gravitavano intorno allo stesso nucleo, a volte anche rischiando di collidere, noi oggi dobbiamo far sì che siano due facce della stessa medaglia in grado di lavorare in sinergia: in questo modo sono convinto che potremmo vedere realizzate tutte quelle potenzialità che finora sono rimaste inespresse. Uno studio sul quinquennio 2006-2010 – continua Rinaldi - ha dimostrato che il ritorno economico sugli investimenti fatti sugli eventi di atletica a Rieti è di 1 a 5; considerando che nel 2013 abbiamo avuto gli Europei Juniores e in seguito altri eventi di rilievo nazionale, oggi per ogni euro investito il ritorno è di gran lunga superiore ai 5 del 2010. L’Atletica può essere un asset importante per il territorio se gestita come tale, con una visione manageriale e d’impresa senza dover rinunciare al suo ruolo sociale. Capisco che è un passaggio difficile da fare soprattutto emotivo ma purtroppo Andrea e papà non ci sono più, Sandro inizia ad avere una certa età e personaggi della loro caratura difficilmente si trovano, quindi se vogliamo il bene dell’Atletica reatina dobbiamo mettere da parte orgoglio e sentimentalismi. Sembrerà in contraddizione ma con questo spirito ho costituito la AR Foundation ed è con questo spirito che ho cercato in questi mesi di mettermi a disposizione di questo territorio. Stiamo lavorando per far sì che anche l’edizione degli Europei Allievi che si svolgeranno a Rieti nel 2020 siano un successo come quelli del 2013 e per questo abbiamo attivato iniziative da mettere in campo già questo agosto agli Europei di Berlino. Sono convinto, anzi ne sono certo, che potremo fare bene. Nonostante tutte le difficoltà incontrate sia il passato Governo che la Regione Lazio hanno creduto nelle potenzialità dell’Atletica reatina stanziando ingenti risorse (quasi 300 mila euro, ndr) e non era scontato, anzi! Perché non dovremmo crederci noi”.