Fatevi più in là
Arriva lo spettacolo della Coppa del Mondo di rugby
Fatevi più in là. Fate posto sul divano. Liberate le poltrone. Preparatevi. Arriva lo spettacolo della Coppa del Mondo di rugby. Venti squadre divise in quattro gironi, passano agli ottavi le migliori due. Ovvero - a meno di rivoluzioni - le solite nazioni del Vecchio Impero Britannico, più Francia e Argentina. Rischia il passaggio del turno anche il Galles inserito in terza fascia in un girone di ferro con Australia e Inghilterra. Poche speranze per l'Italia che dovrebbe eliminarne una fra Francia e Irlanda. Ci vuole un miracolo ma nello sport tutto è possibile. Gli azzurri sono motivati, hanno la rabbia di chi è stato colpito nell’orgoglio. Si sentono il mondo addosso. Il presidente federale Gavazzi alla vigilia del mondiale ha tagliato i premi senza neanche parlare con loro. “Non voglio più pensionati in azzurro” – disse dopo il Sei Nazioni – “al quindicesimo posto del ranking non ci sono finito io”.
Dichiarazioni offensive che hanno lasciato il segno tanto che all’inizio del raduno i giocatori hanno scioperato. Nessuno è stato capace di gestire la situazione. Lo staff azzurro è rimasto a guardare e i giocatori si sono fermati ma dopo una settimana hanno trovato un nuovo accordo con la federazione. Meno soldi e più dignità. C’è tanto da fare nel paese dove la figura del rugbysta professionista non è ancora riconosciuta dal mondo del lavoro. Niente previdenza, poche assicurazioni e contratti capestro. Grazie al mondiale gli azzurri sono riusciti a ottenere migliori garanzie ma siamo ancora all’inizio. In Francia esiste una specie di cassa integrazione per i giocatori “internazionali” che finiscono di giocare. Due anni di stipendio per avere il tempo di cambiare obiettivi e vita. In Italia no. Sport duro il rugby, corretto, educativo, socializzante ma chiuso. Come una mischia. Impossibile infilarsi dentro, tra le maglie dei piloni se i giocatori non ti riconoscono autorità e rispetto.
Durerà un mese e mezzo perchè a differenza del calcio il calendario delle partite è più diluito. Qui una squadra non può giocare due match nella stessa settimana. Non è igienico, troppe botte. Recupero zero. Vale anche per gli All Blacks. E’ l'ottava edizione del mondiale, intitolata come tradizione a William Webb Ellis. Secondo la leggenda il responsabile del gesto che nel 1823 diede vita al gioco del rugby “…infrangendo le regole, corse con il pallone tra le mani e lo depositò a terra dietro la porta avversaria...”. Lo studente William si stava annoiando a tirare solo calcioni a quella palla neanche troppo rotonda e così fece di testa sua. Il campo era il prato davanti alla scuola di un paesino a nord di Londra dal nome che diventerà più celebre della sua storia: Rugby.
Nella scuola si insegnavano le materie classiche ma per scelta del rettore - il teologo Thomas Arnold - si praticava lo sport. Qualunque tipo di sport. Per forgiare il fisico ed insegnare ai ragazzi come stare insieme agli altri. Arnold era un tipo strano. credeva nell'auto-disciplina cioè i ragazzi si dovevano punire da soli senza l'intervento degli insegnanti. Altro che realtà virtuale in 3D. Altro che Steve Jobs. Arnold non ci mise molto a capire che questo gioco oltre che uno sport sarebbe diventato anche un modo di concepire la vita. Lealtà, amicizia e botte. Nel primo regolamento di gioco ci sono dei paragrafi dedicati al comportamento da tenere in campo. Non si protesta, non si perde tempo, non si finge. il barone de Coubertain rimase affascinato dal piccolo mondo di Arnold e andò a visitare la sua scuola modello. Tornò a Parigi e prima di inventare i Giochi Olimpici Moderni fondò due squadre di rugby.
Sarà probabilmente per alcuni di questi motivi che oggi il giocatore di rugby è considerato - a torto o ragione - un atleta pulito e puro. Forse non sempre è così ma passando dalle leggende - più o meno romanzate - alle storie vere vale la pena ricordare quella del più grande giocatore di sempre. Jonah Lomu l'All Blacks più famoso al mondo che cambiò il gioco con il fisico e la potenza. Jonah giocava all'ala e non scartava mai lateralmente per evitare gli avversari che cercavano di fermarlo. Andava diritto e li travolgeva. A volte li schiacciava. Alzava le ginocchia e accelerava. Centodieci chili e undici netti sui cento metri.
Jonah era talmente famoso che quando si ammalò i dottori gli proposero di saltare la lista di attesa per il trapianto di un rene ma lui rifiutò. "un All Black - disse ai sanitari - non passa mai avanti e in ospedale fa la fila come tutti".
L’Italia non è mai passata agli ottavi di finale. Nel 2007 fallì una storica qualificazione per meno di un metro, sbagliando un calcio tra i pali all’ultimo minuto. Stavolta però appare tutto più difficile. Forza azzurri.
Girone A
Australia Inghilterra Galles Fiji Uruguay
Girone BSud Africa Samoa Giappone Scozia Usa
Girone C
Nuova Zelanda Argentina Tonga Georgia Namibia
Girone C
Francia Irlanda Italia Canada Romania
Le partite degli azzurri
sabato 19 settembre FRANCIA – ITALIA
(Twickenham Londra)
sabato 26 settembre ITALIA – CANADA
(Elland Road, Leeds)
domenica 4 ottobre IRLANDA – ITALIA
(stadio Queen Elizabeth, Londra Parco Olimpico)
domenica 11 ottobre ITALIA – ROMANIA
(Sandy Park, Exeter)