ORGOGLIO ITALIANO
Per la prima volta le Molette non sarà tra i semifinalisti della Serie A. Lo storico circolo romano, dove tutto cominciò, è rimasto fedele alla filosofia del “tutti italiani” e non professionisti a discapito dei risultati.
E’ stata per anni l’Università del Padel, romano e non solo. Qui si giocavano le partite più belle e tecniche, quelle che ti fanno crescere. Tutto ruotava intorno a loro, un gruppo di amici ex tennisti che avevano scoperto il gioco più divertente del mondo. Ci venivano anche da Bologna per giocare con loro. Adesso è cambiato tutto. Le Molette non vuole contaminare la propria squadra con i professionisti stranieri ed è rimasto indietro rispetto ai circoli storici. Certo fa strano vedervi ultimi in classifica…
“Abbiamo perso alcuni dei nostri giocatori più rappresentativi – ci racconta Isidoro Spanò, responsabile del Padel a Le Molette – ma cerchiamo di onorare la nostra filosofia del “tutti italiani” e … amatoriali. Così cerchiamo di non sfigurare ma contro i giovani professionisti delle altre squadre non possiamo fare nulla. E’ anche un discorso di ricambio generazionale. Ho inserito alcuni giovani come Jacopo Alaimo (under 18) che sta cominciando a capire il Padel di alto livello. Ha esordito con l’Aniene ma ha sentito troppo l’emozione, nella seconda giornata invece ha giocato molto bene. Jacopo è cresciuto qui con me, ha fatto gli ultimi mondiali a Malaga. Sono contento che stia toccando con mano il livello della serie A. L’idea che ha ispirato il nostro circolo forse è diventata un po’ anacronistica. La verità è che avremmo fatto volentieri la Serie B ma dobbiamo rispettare i campionati e onorare il nostro passato. Anche perdendo. Nella seconda giornata ho fatto giocare Chiara Catini e Debora Cruciani, due tenniste professioniste che giocano per il circolo. Possono fare molto bene ma per il momento giocano solo nei ritagli di tempo. Siamo due o tre gradini sotto agli squadroni e puntiamo a retrocede con onore. Questa è la cosa più bella.”
Isidoro quanto ore giochi a Padel?
“Pochissimo. Fino a due anni fa ero impegnato come un professionista e poi c’era un torneo a settimana. Avevi la possibilità di fare partite di livello. Adesso è tutto diverso: famiglia e lavoro. Gli impegni sono tanti e il Padel giocato per me è solo un ricordo. Siamo nel pieno di un ricambio generazionale. stanno arrivando tanti giovani ex-seconda categoria dal tennis e porteranno un vento nuovo.”
Chi vincerà questo titolo?
“Il Seven One Eschilo ha una squadra fortissima. Le finaliste comunque saranno Aniene, Area, Orange e Eschilo anche se sono curioso di vedere dove arriva Misano che ha una buonissima squadra con Ramiro Moyano.”
Cosa dici dell’arrivo di Belasteguin?
“Non ci sono commenti, è come se fosse arrivato Federer. Bisogna cercare di sfruttare i grandi personaggi per far conoscere il Padel. Da Totti, a Di Biagio, a Ibraimovic. Anche Nadal è un appassionato, nella sua accademia di Majorca ha 10 campi da Padel oltre a quelli da tennis. Il fenomeno è scoppiato e non vedo proprio come si possa fermare. Sarà in continua evoluzione.”