“MODELLO SASSUOLO”…IL CLUB PUNTO DI RIFERIMENTO NEL MANAGEMENT AZIENDALE

di Marco Oddino

Il club neroverde ha trovato, in pochi anni, sotto la guida dell'AD Giovanni Carnevali, manager con una pluriennale esperienza nel marketing sportivo attraverso la società Master Group sport, la sua velocità di crociera ed oggi è un benchmark per tante realtà calcistiche non solo italiane.
Da tempo, nel calcio italiano si parla di Fair play finanziario - soprattutto per i club di alto profilo iscritti nelle coppe europee - e più in generale, di "sostenibilità economica".  Sport Club, in questo nuovo numero, ha scelto come modello di questo principio...concreto e misurabile, l'US Sassuolo del patron Giorgio Squinzi, per capirci il fondatore del colosso Mapei.   Ecco cosa ha raccontato a Sport Club. 

Quanto tempo fa nasce il progetto del Sassuolo calcio del patron Squinzi? Tornando indietro nel tempo quali sono stati i punti di forza del progetto?
Il progetto Sassuolo nasce da una intuizione geniale del Dott. Squinzi che decise di acquistare il Sassuolo quando ancora era una squadra sconosciuta che veleggiava nei bassifondi della vecchia Serie C2.
Nel giro di una decina d’anni avvenne la scalata dalla C2 alla Serie A e poi, dopo 3 anni di consolidamento nella massima serie, il Sassuolo ha ottenuto un fantastico sesto posto in Campionato che gli ha garantito l’incredibile approdo all’Europa League nella scorsa stagione. Il punto di forza è stato sicuramente quello di aver considerato fin dall’inizio il Sassuolo come un’azienda facente parte del Gruppo Mapei (una multinazionale con 73 stabilimenti in 5 continenti). Questo ha comportato la presenza di una mentalità vincente, di una programmazione precisa con budget commisurati agli obiettivi da raggiungere. Non sono mai state fatte follie, ma una crescita costante, passo dopo passoche ci ha portato a militare in serie A da cinque anni a questa parte.
Quali sono le aree di intervento più importanti sotto il profilo manageriale che vi hanno portato non solo a conquistare la serie A, ma a rimanervi stabilmente e soprattutto a conquistare anche l'accesso in Europa league? Quali sono i consigli che può dare ad un club di Lega Pro che vorrebbe provare a seguire le vostre orme?
Le aree strategiche sono 4: area tecnica, area commerciale, area marketing e area comunicazione. Devi saper sceglier le persone giuste da mettere al posto giusto. E poi devi dare fiducia e lavorare sodo. Il consiglio che posso dare è quello di avere sempre un approccio manageriale e professionale, anche se il club è piccolo o si trova nelle categorie inferiori. Il tempo è galantuomo e la programmazione paga, ad ogni livello. Ci vogliono idee, coraggio e pazienza. E la capacità di recuperare risorse dal territorio per limitare o contenere allo stretto necessario lo sforzo che ogni proprietà deve comunque fare per sviluppare una società di calcio     
Vi siete sempre distinti sin dall'inizio come un club che ha puntato sulla progettualità e il rispetto delle regole. Qual è la tua idea rispetto alle evoluzioni del Fair play finanziario nel calcio moderno?
Il Fair Play finanziario è giusto e necessario per mantenere un livello competitivo equo tra le varie squadre. Ma la cosa più importante ritengo sia una migliore distribuzione delle risorse provenienti dai diritti televisivi a favore delle squadre medio-piccole. Il modello inglese può essere un riferimento in tal senso.
Ormai club come il ManUtd, il Real Madrid, o anche Mancity o PSG sono vere e proprie multinazionali. Come può continuare a competere un club del livello del Sassuolo? Qual è la vostra idea di sostenibilità economica collegata inevitabilmente alla concorrenza presente sia in ambito domestico che a livello internazionale?
Penso sia giusto che le squadre top in Europa abbiamo i vantaggi e la forza che stanno dimostrando. Ma la bellezza del calcio sta anche nella possibilità che, una volta su 100, qualcuno di inaspettato e piccolo possa salire alla ribalta per meriti sportivi. Vedi il Leicester di 2 stagioni fa. Cerchiamo di dare più risorse alle piccole squadre perché nel calcio bisogna continuare a sognare la possibilità di realizzare imprese apparentemente impossibili. Del resto anche il Sassuolo in Europa League sembrava una cosa impossibile. In effetti per noi è stato decisivo il supporto del Gruppo Mapei, anche se piano piano stiamo ricavando risorse anche dai diritti televisivi, dalle operazioni di calciomercato e dall’area commerciale collegata al Mapei Stadium. Diciamo che ci stiamo irrobustendo per dipendere sempre meno da Mapei.
Ci spiega come avete preso e rilanciato il Mapei stadium?
Altra intuizione geniale del Dott. Squinzi. Era uno stadio praticamente in disarmo senza prospettive di sviluppo in mano ad un curatore fallimentare a seguito del fallimento della società che ne deteneva la proprietà. La Mapei ne ha acquisito la proprietà dopo un’asta fallimentare per poco meno di 4 milioni di euro e ne ha investito ad oggi almeno altri 8 per trasformarlo nel gioiello attuale che ha ospitato le partite di Europa League (Sassuolo e Atalanta), la Nazionale e la finale di Champions League Femminile del 2016. Da ricordare anche le finali del campionato Primavera disputate al Mapei Stadium per 2 anni consecutivi. Da ultimo  nel 2019 ospiteremo anche alcune partite della fase finale dell’Europeo Under 21. Inoltre lo stadio ospita naturalmente anche le partite di campionato del Sassuolo (Serie A e della Reggiana (Serie C)
Quali sono i progetti futuri collegati allo stadio, su cui state lavorando in questi mesi? Ci può dare qualche anticipazione?
Stiamo lavorando per rendere il Mapei Stadium uno stadio sempre più all’avanguardia, con l’intento di migliorare lo stadio non solo strutturalmente, ma anche sotto il profilo dei servizi offerti, che possano essere adeguati e soddisfare le aspettative degli utenti.
Quest’anno sono inoltre iniziati i lavori per la realizzazione del nuovo Centro Sportivo a Sassuolo che si chiuderanno entro la fine di questa stagione. La struttura che andremo a realizzare sarà di alto livello e ci permetterà di potenziare e affinare anche la formazione e la crescita del settore giovanile del nostro club.
Guardando al tema annoso dei diritti tv, il Sassuolo come si sta muovendo sotto il profilo dei ricavi extra tv. Ritiene che oggi i club di calcio siano troppo dirittitv-dipendenti?
Come accennavo sopra, serve una più equa distribuzione dei diritti televisivi basata sul modello inglese. Oggi i club più che troppo dipendenti dai diritti Tv sono invece troppo dipendenti dai mega ingaggi o dai costi dei mega trasferimenti collegati ai calciatori. Quindi ottimo aumentare i proventi da attività non collegate ai “diritti TV”, ma soprattutto serve limitare i costi collegati alla parte sportiva.
In sintesi, perché ancora oggi non sono tanti i nuovi stadi in Italia? Serve una nuova legge ad hoc o forse più semplicemente liquidità da parte dei presidenti/imprenditori?
Servono più idee, meno burocrazia e una “ragionevole” liquidità da parte dei presidenti. Bisogna sempre ricordare che i nuovi stadi rappresentano degli investimenti strategici che devono generare nuove risorse da investire nel futuro del club. Certo che qualche agevolazione fiscale potrebbe aiutare….