Più bici meno auto
"Mobilità moderna", "disincentivi all'uso delle automobili", "ciclabili sulle consolari", "biciclette nei condomini", Paolo Bellino, nuovo delegato alla mobilità ciclabile di Roma Capitale, delinea i progetti e le politiche future relative alle due ruote, rispondendo anche ai dubbi suscitati sulla sua nomina da parte del sindaco Raggi.
Foto e testo di Giuliano Giulianini
Paolo Bellino è una persona nota nell'ambiente dei ciclisti romani. E' uno dei fondatori del collettivo Salvaiiciclisti, molto attivo negli ultimi anni sia nella promozione di una mobilità urbana più favorevole alle biciclette, sia nella denuncia delle criticità che mettono in pericolo la salute e l'incolumità dei ciclisti. Da alcune settimane è stato nominato "delegato alla mobilità ciclabile", suscitando entusiasmo e speranza da parte di molti romani a due ruote, ma anche dubbi e polemiche da parte di altri. Gli viene imputata un'intransigenza verso le auto poco politically correct e una vicinanza al mondo dei centri sociali e dei movimenti alternativi. Blogger, giornalista, attivista; non è chiaramente un tecnico o un urbanista ma senza dubbio conosce i problemi di cui si dovrà occupare. Lo abbiamo interpellato per capire in che direzione "pedalerà" il Comune nei prossimi mesi.
Qual è la sua visione futura di una Roma ciclabile?
In estrema sintesi, una città dove sia sicuro e facile usare la bicicletta per spostarsi, anche in intermodalità con il mezzo pubblico nei momenti di “crisi”, per esempio la notte quandi si è stanchi o in caso di forte pioggia.
Come pensate di far cambiare abitudini ai romani, notoriamente molto "affezionati" alle proprie automobili, anche per i piccoli spostamenti?
Agire su due fronti: la cultura della mobilità moderna, una moral suasion; e il disincentivo all'uso dell'automobile privata per spostamenti personali. Oggi le vetture sono occupate da una sola persona, meno spesso due, quasi mai cinque. E' sia uno spreco, sia un atto antisociale, una privatizzazione indebita dello spazio di tutti.
Diciamolo chiaramente: aumentare gli spazi di ciclabilità significa togliere spazio alle auto. O no?
Diciamolo chiaramente: sì.