UNA CORSA ALL’IMITAZIONE
Controlli per l’ultima volta il pettorale, fai un po’ di stretching, i muscoli sono caldi, la tensione quella giusta. Un’occhiata alle scarpe, tutto a posto. Uno sguardo all’orologio, pronto a contare il tempo al via. Che ore sono? 5:29, un minuto e si parte.Ti guardi attorno, altre centinaia di persone che fanno gli stessi gesti, che hanno lo stesso sguardo. La tensione della gara? La voglia di partire forte e andare subito a guidare il gruppo? No, lo sguardo è di meraviglia. E’ il gusto di vedere la propria città che si sveglia, di assaporare l’ebbrezza di correre in luoghi unici, nel centro della città, senza doversi preoccupare del traffico. Di poter guardare la città che si sveglia, i negozi che si preparano alla giornata, le luci artificiali che si spengono e che cedono il posto al tiepido sole del mattino.
Ore 5:30, si parte! Anzi, Run 5:30! Vi raccontiamo la storia di una corsa che ha molti significati. Vuole portare il ciclo naturale delle nostre vite, sveglia presto, giù dal letto e inizia la giornata, a confrontarsi con la gioia del movimento, della corsa a piedi.
Run 5:30, un’idea che nel 2009 nasce non attorno al concetto di fare l’ennesima corsa podistica in città, perché allora non ci sarebbe stata novità. L’idea è attorno alla voglia di dare alla gente un motivo in più per arrivare, tutti, in calzoncini e maglietta, alle 5:30 nella piazza della città. E per una volta non dover temere il suono della sveglia.
Siamo nel 2009, a Modena. Tarda primavera e due amici si trovano a voler dare un senso alle loro idee. A dare una concretezza che sia usufruibile da quante più persone.
Nasce l’idea. Sergio, il pubblicitario, vuole incontrare le persone. Vuole poter avere un contatto con loro, trasmettere il valore della sua idea e del suo entusiasmo. Lei, Sabrina, fa la nutrizionista e sa che alimentarsi bene è solo la metà dell’opera della persona che vuole vivere sana. Sa che il movimento, adeguatamente stimolato, è l’essenza del benessere. Due menti e due idee che si trovano e che devono, però, innovare. L’innovazione: ossia essere in grado di prendere cose che possono esistere da tempo, e reinventarle per arrivare a qualcosa che si proponga in maniera uova, a un mercato nuovo, con un messaggio nuovo.
Sabrina e Sergio creano allora Run 5:30. Prendere un concetto, la corsa in città, che è di tutti e da sempre, metterlo nel contesto urbano, mescolare un po’ di sano entusiasmo per le proprie idee, e agitare il tutto dando un taglio diverso, che crei benessere anche in ciò che si guarda. Risvegliare il proprio corpo con il risveglio della città. Nasce, così, a Modena, la loro città, Run 5:30, ed è subito successo. Chiamare le persone a svegliarsi presto, dare loro la possibilità di correre per le vie ancora mezze addormentate del centro, trasmettere a tutti un sorriso.
Il sorriso è un elemento che Sergio ripete spesso nelle sue interviste e, presto, sarà il filo conduttore del libro scritto con Sabrina. Il sorriso è l’arma in più di Run 5:30 per difendersi. Direte: difendersi da chi? Da cosa? Perché?
Ebbene si, come ogni idea originale che mette tutto ciò descritto sopra, anche Run 5:30 vive da subito il fenomeno classico che subiscono gli innovatori: l’imitazione!
Così nascono altri che fanno alzare presto la gente, che danno una città per forza ancora mezza addormentata e che così sfruttano la scia. Ma non come farebbe un podista per guadagnare preziosi secondi, semplicemente lo fanno per sfruttare un’idea altrui e trarne giovamento. O meglio, guadagno!
Facciamo il punto: Run 5:30. Un marchio. Registrato, quindi proteggibile e protetto. E fino a qui le buone notizie. Ossia: imiti il marchio, non puoi farlo. Certo è un po’ come copiare i compiti a scuola. Se guardi il compito in classe del vicino e non cambi almeno il nome, sei proprio poco furbo. E succede anche a Sergio e Sabrina. Così nasce presto, siamo nel 2010, l’imitatore piemontese che non contento di far alzare presto la gente, dar loro una città mezza addormentata e tutto il corredo, copia anche il marchio. Tale e quale. E non contento va oltre, vuole strafare. Di fronte alle difficoltà che incontra, perché è facile copiare e incollare sul proprio sito o sulle proprie brochures un marchio, più difficile copiare un format e un’organizzazione, laddove capisce di avere dei limiti, indica il sito di Run 5:30 come contatto. Quello vero. Come dire: io ti propongo un’auto esattamente uguale nella forma di quella che copio, ma siccome non so come farla funzionare, se hai bisogno vai nell’officina autorizzata. Decisamente non tutti gli imitatori hanno la stoffa per farlo!
Sergio e Sabrina, in questi anni, hanno visto il proliferare di corse al mattino presto. Ormai pochi se non nessuno utilizza il brand originale, ma tutti pensano che mettere insieme tre elementi basti a convincere gli utilizzatori, i podisti amatoriali, a iscriversi.
Nascono, così, nel tempo corse del mattino, del breakfast, della colazione, di tutto quello che la fantasia può associare all’alba.
E però, incredibilmente, il successo per loro on arriva. Città deserta, svegli prima dell’alba, gente che corre. Cosa manca?
Ricordate che ne abbiamo parlato prima: il sorriso. Sergio insiste su questo punto. Run 5:30 nasce nel 2009° Modena con alcune centinaia di iscritti. Nel 2016 ha raggiunto 32000 iscritti in 9 città. A Milano ha fatto vedere l’alba sulla città a quasi 3500 persone. A torino a ben 5400. A Modena a 9000. Ma tutti cosa si sono portati a casa?
Il sorriso, la stretta di mano, il dialogo. E con chi? Con Sergio e Sabrina. Allora come oggi loro sono lì. Uno scarica il furgone, l’altra distribuisce le ambitissime magliette, nemmeno fossero cimeli rari.
La gente chiede a Sabrina: bella questa idea, ma chi l’ha avuta? E lei, tra una maglietta e l’atra indica Sergio, gli scatoloni in mano e dice: “lo vedi quello? Ecco la tua risposta”.
Ieri come oggi Sergio e Sabrina sono il vero elemento di distinzione dell’originale dalla copia, il vero elemento che crea successo contro le imitazioni senza successo. La stretta di mano, la risposta, il sorriso, la parola scambiata. Non ce n’è uno dei 32000 con cui i nostri due amici creatori non abbiamo avuto un contatto. E così deve essere, quindi obbligando il format al numero chiuso.
Ogni tappa in città, rigorosamente in tarda primavera/inizio estate, Le città sono percorse dal loro furgone, per arrivare a avere sempre lo stesso entusiasmo.
Perché Sergio e Sabrina difendono la loro idea, ma non da speculazioni economiche, bensì da imitatori che poi non vadano a trasmettere ai podisti amatoriali i valoro alla base dell’idea Run 5:30.
Che per loro è IL motivo di proseguire, di resistere a chi vuole acquistare i diritti del format per farne un successo commerciale. Perché il loro successo è rispondere ancora oggi alle email degli utenti, a volte facendosi fare un colpo di telefono, per parlarsi direttamente, per confrontarsi. Da poche centinaia dell’inizio ai 32000 di oggi, non cambia niente, se non il tempo dedicato alla passione.
Sergio e Sabrina sono il marchio, sono l’elemento che resiste alle imitazioni, e che crea aggregazione. Sui social si leggono commenti di chi confronta la 5:30 con le altre corse del mattino. E tutti sono concordi: come confrontare un sarto a una produzione di massa.
Gli eventi sportivi vivono, spesso, di fenomeni di imitazione, di parassitismo, di cosiddetto ambush. Ossia la ricetta è sempre a stessa: prendo un fenomeno di successo, mi avvicino e faccio finta di essere quello.
Alle Olimpiadi, ad esempio, significa non essere sponsor ufficiale, e quindi non aver impegnato un budget faraonico, e però sfruttare la scia dell’evento. A una partita di Champions League, per esempio, vuol dire non essere sponsor o non essere licenziatario della squadra che gioca, e produrre gadget di ricordo dell’evento. E così via. E ogni volta, statene certi, i clienti ci sono che cadono in inganno. A volte se ne accorgono e restano delusi, a volte no e in quel caso l’inganno dell’imitatore ha successo.
Ma, occorre dire, quando, come Sergio e Sabrina, non si cede al successo e si dà valore al successo del contattare ogni individuo che partecipa al proprio evento, allora chi sta davanti riconosce la differenza.
Si imita, si copia, ci si attacca a chi ha avuto una brillante idea per sfruttarne il successo. Manca, però, quel tocco in più che solo l’innovatore ha, ossia l’aver dentro di sé il valore che ha spinto a quell’idea, la vera scintilla. E questi sono elementi che il copiatore, benchè bravo, non può raggiungere.
Sergio e Sabrina lo sanno bene e oggi sono il plus per cui inglesi e americani li cercano. Loro stessi dicono “ma guardate che potete fare anche da soli tutto questo” ma gli altri rispondono “no no, a oi interessate voi e la vostra scintilla”. Questo succede in Inghilterra e in USA, e riconosce in questo modo quel carattere umano e geniale che solo gli italiani possono fondere in un sorriso.
Sergio ha conquistato l’Inghilterra con il suo furgone. Ha preso, dall’Italia è partito attraversando la Manica e a Nottingham non ha incontrato lo sceriffo, ma centinaia di podisti entusiasti di quella stretta di mano, di quell’idea, di quel sorriso.
Il successo di questa idea, di Run 5:30, che si basa su valori semplici e unici, è la storia che è bello raccontare e che al prossimo anno ci farà puntare la sveglia presto, indossare le nostre scarpe da running preferite, regolare gli orologi, e attendere le 5:29 per guardare la città che lentamente ci saluta al nuovo giorno!