ANDREA PACINI: IN VOLO, HO RITROVATO IL SENSO

"Cambiare assetto” per dare nuova forma ai sogni.

Delle volte la vita ci pone davanti a dei bivi, dove possiamo continuare a sognare e vivere, oppure restare un passo dietro al nostro domani. Andrea Pacini, nella sua storia, ha rimesso in ordine il puzzle del suo tempo, ritrovando il senso nella sua passione di sempre.

A seguito di un incidente, la sua strada cambia forma, invece di continuare a correre, apre le sue nuove ali, e come una fenice rinasce ed inizia a volare. Tantissime le sfide, i traguardi raggiunti e le nuove avventure in fase di definizione. Determinazione, sorriso, forza d’animo, voglia di nuove sfide senza mai fermarsi, con lo sguardo sempre puntato sulla luna e mai solo sul dito. Icaro del domani, un grande atleta in continua evoluzione, che ama sentirsi libero tra le nuvole, dove non ci sono barriere fisiche ma sempre e solo tanta adrenalina.

Ciao Andrea, è un grande piacere averti con noi di SportClub, ti seguiamo tra le tue varie imprese, ed è super emozionante poter ascoltare e leggere la tua storia. Abbiamo incontrato in questi mesi, molti atleti paralimpici e si parla spesso di come il destino dia una nuova vita, ma spetta a noi saperla accettare.

Quando nasce la vita in volo di Andrea? Perchè proprio il Volo?

Il volo perchè è la voglia di scoprire il mondo dall’alto, il senso di libertà assoluto. Così nel 2004 parto per l'Aeronautica Militare come servizio di leva, poi ho fatto un concorso come volontario, VFP1, e sono entrato in Esercito. Da li scopro il mondo della Brigata Paracadutisti Folgore e me ne innamoro subito.  Ho fatto di tutto per  far parte di questo gruppo di elite, ero molto ambizioso. L’idea di saltare era diventato il mio sogno assoluto, sino a quando non ho vinto il concorso VFP4 nel 2006 e l’anno successivo ho preso il brevetto da paracadutista militare ed ho fatto i miei primi lanci dall’aereo.

Un incidente ti ha fatto cambiare prospettive di vita,  è stato complesso e difficile ritrovare ordine per ripartire?

Tutto molto complesso, veloce, repentino… era un sabato di febbraio del 2008, avevo da poco comprato una moto nuova per andare a girare in pista. Un attimo di distrazione,  un attimo,  pochi secondi e la vita ha cambiato forma, sono passato da una quotidianità di libertà ad un'altra realtà, di privazione e dolore. Accettarlo a 24 anni è stato complesso, difficile da digerire, pensare a quello che avevi e ritrovarti in carrozzina con una lesione midollare a livello dorsale, D5 con una compromissione della sensibilità del movimento dal petto in giù, è una cosa inimmaginabile. Però alla fine devi guardarti allo specchio e vedere cosa ti è rimasto, e a 24 anni devi decidere di chiudere una parte della tua vita e cambiare pagina, pensare al domani. Gli amici, la famiglia, il calore delle persone, un insieme di energie che mi hanno dato il senso a ripartire con una nuova vita, quella in carrozzina con un nuovo domani da ridisegnare.

Come mai il volo? Cosa senti quando sei sull’aereo che ti sta portando in quota? Cosa provi invece quando sei libero nel cielo e senti il vento scorrere velocemente sul tuo corpo?

Il volo è un amore che è nato e si è evoluto nel tempo. Dopo l’incidente ho deciso di riprendermi la mia vita, e ripartire dallo sport che mi ha aiutato tanto e tutt’ora, e tra le diverse attività ho voluto riscoprire l’adrenalina dei lanci  l’adrenalina per vedere se provavo ancora le stesse emozioni. Il mondo civile è molto diverso da quello militare, poiché ci si lancia da 4.200mt da terra,  mentre nell’ambito militare sono lanci con paracadute vincolato da 500 mt, diciamo due tecniche diverse, ma la voglia di riprovare quell’adrenalina mi ha portato a trovare a Bologna una scuola di paracadutismo che mi permettesse di lanciarmi in tandem seppur "in carrozzina". I primi otto, nove anni  dopo il mio incidente facevo uno o due lanci l’anno, giusto come attività ludica. Poi Enrico Cosaro e Walther Idra, i due miei istruttori a cui devo tanto, dopo il 10° lancio mi spronarono a prendere la Licenza da Paracadustista. è stato emozionante il primo lancio da solo, fare uno sport in cui posso lasciare la carrozzina e sentirmi libero, mi dà gioia. Il paracadutismo ti dà quell’attitudine a valorizzare i secondi, perché tu fai un salto da 4000 metri, ed hai circa 50 secondi di caduta libera, e in questo lasso di tempo non sai quante cose puoi fare. In questa frazione di secondi impari a valorizzare il tempo, se lo impari a gestire ti può scorrere veramente velocemente o essere infinito quasi.

Alex Zanardi dice che serve pensare a quello che ancora abbiamo e non a quello che abbiamo perso, condividi il concetto?

Alex è stato ed è un personaggio che ti fa capire che la determinazione e l’allenamento, la fatica il sudore, sono un passo importante e fondamentale nell’attività sportiva in tutti i livelli. Quando vivi un trauma cosi forte, devi avere la forza di chiudere la porta di chi eri, ed avere il coraggio di scoprire chi sarai. È un percorso difficile che richiede tempo, è un viaggio duro ed impegnativo. Amo la regola dei 5 secondi di Alex, ed è un insegnamento che mi porto dietro perché in quei 5 secondi in più puoi fare veramente la differenza con te stesso. è un grande onore per me poter far parte della sua associazione OBIETTIVO 3 come atleta nel progetto Scii, sto vivendo dentro questa associazione ed è una dimensione importantissima che ha costruito Alex, ed è veramente importante per me poterne fare parte.

Durante il tuo recupero hai avuto un personaggio simbolo che ti ha ispirato per rimetterti in piedi? Cosa ti ha trasmesso?

Non ho avuto nessuno in particolare, a parte Alex. Sicuramente però tutti i ragazzi ex degenti dell’unità spinale che tornavano lì per cure, erano di grande stimolo per noi che eravamo ancora in ospedale. Un personaggio simbolo è stato un ragazzo, mio coetaneo, Lorenzo Pini, tutt’ora un grande amico, che veniva con la sua auto adattata per lui. Ci faceva vedere come entrava in macchina, come  caricava la carrozzina, ci trasmetteva la positività e la voglia di non mollare. Personaggi simbolo sono stati anche tutti gli altri ragazzi anche più giovani che erano lì, spesso anche con lesioni molto più gravi delle mie, che lottavano per trovare la loro nuova dimensione.

Se ti dico Obiettivo Volare? Aero Gravity? Sì perchè un grande atleta non si accontenta mai della prima vetta ma cerca subito le prossime da scalare, o sbaglio?

Obiettivo Volare è stato il raggiungimento del mio sogno di poter tornare ad essere un paracadutista autonomo. Nel 2016 è nata l’associazione Obiettivo Volare, mi sono contornato di persone che sono state fondamentali in questo viaggio, un team di persone preparate con tutte le giuste competenze. In Spagna ho iniziato con le prime sessioni di volo indoor per provare i lanci in solitaria indoor per studiare il giusto assetto di volo e provare a volare in autonomia . Così nel giugno 2017 dopo che i miei istruttori valutarono positivamente il mio percorso di volo indoor intrapresi il corso  AFF che ti permette di diventare allievo paracadutista. Dopo i 7 lanci del corso il mio sogno si è realizzato,  tornando ad essere un paracadutista a tutti gli effetti. Dal 2017, ad oggi ho all’attivo oltre 400 lanci con il paracadute, sono autonomo, mi sposto su tutta Italia nelle varie scuole di paracadutismo, ho partecipato nel 2022 ai campionati italiani di paracadutismo con la squadra Machete Flight Club. Grazie ad Obiettivo Volare, sono entrato all’interno dello staff di Aero Gravity  come responsabile del progetto Disabilty Project, cosi tutto il mio bagaglio di esperienza mi è servito per reinventare una professione, e grazie ad Aero Gravity abbiamo fatto nascere questo meraviglioso progetto che ad oggi ha fatto volare oltre 1000 ragazzi con varie disabilità, creando anche un movimento sportivo ed una squadra di atleti che sta competendo in tutto il mondo nella disciplina Handifly Race , di indoor skydiving.

Cosa potresti suggerire ai giovani oggi che ancora devono capire cosa fare della vita?

Io vado spesso nelle scuole per parlare della mia esperienza, testimonianza concreta. Ai giovani devi suggerire molto poco, noi grandi dobbiamo dare loro le possibilità che si meritano, farli crescere in ambienti sani e propositivi, poi ogni ragazzo deve fare la propria strada di crescita, fare le loro esperienze e vivere i propri sogni. Trovare la forza e capire che il fallimento è parte del gioco, serve quindi ritrovare la forza per non mollare e raggiungere quello che ti sei prefissato di fare.

Soprattutto cosa ti senti di suggerire a chi non trova la forza di recuperare il coraggio di tornare a vivere a seguito di un incidente o una disabilità?

Non ci sono regole, non è facile, è un percorso di crescita molto personale. Per me elaborarlo potrebbe essere stato più facile poiché l’incidente è stato causato da una mia distrazione quindi ero io al centro del mio cambiamento. Sicuramente lo sport è stato fondamentale per me, e l’addestramento per diventare paracadutista mi ha tirati fuori  la forza per ripartire. Se sono saltato da un aereo, che non posso rimettermi in piedi?  Si procede per obiettivi e si focalizza il nuovo cambiamento, che alla fine diventa una semplice nuova normalità.

Scegli un argomento che hai a cuore e ti farebbe piacere condividere con noi della redazioni ma sopratutto con i lettori.

Mmhh… ne avrei tantissimi di argomenti di cui potrei parlare, dall’inclusione ai giovani, all'importanza di andare nelle scuole per raccontarsi e tanto altro. Sicuramente uno dei punti principali riguarda il reinserimento sociale nell’ambito del lavoro per le persone con disabilità, perchè con le leggi di oggi si fa veramente difficoltà. Per alcune categorie il rinserimento lavorativo è difficilissimo per altre avere un lavoro dipendente Full Time è penalizzante econicamente poiche ti toglie alcuni aiuti statali economici fondamentali. Sicuramente serve uno sforzo politico per bilanciare al meglio questo reinserimento. Una maggiore tutela da parte di enti come l’INPS nel cercare di parificare ad INAIL le tutele in ambito lavorativo e sociale, cercando di parificare anche il supporto di ausili di assistenza, ed ausili sportivi utili e fondamentali, senza cosi’ dover per forza muoversi con associazioni private per raccogliere fondi per pagarsi le attrezzature utili.

Grazie mille della sincerità e del tuo prezioso tempo Andrea, sicuramente sarà una nuova opportunità per noi di SportClub, magari,  per fare un lancio insieme e scoprire in volo questo infinite emozioni.