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La prima volta in Sud America

Mancano meno di 200 giorni alla cerimonia di apertura di Rio 2016, la prima edizione dei Giochi Olimpici ospitata a sud del canale di Panama.

di Giuliano Giuliani

A sei mesi dalle olimpiadi inauguriamo una rubrica che accompagnerà i nostri lettori nella "traversata oceanica" fino al 5 agosto, giorno di inaugurazione dei giochi di Rio 2016. 
Non è la prima volta che le olimpiadi si tengono in America, ma nelle precedenti sei edizioni oltre Atlantico non erano mai state ospitate in "Sud" America. Con questa novità, dopo le 2 edizioni in Oceania, le 3 in Asia e le 16 in Europa, l'unico continente a non aver accolto la fiaccola di Olimpia, poli a parte, resta l'Africa.
Rio aveva tentato la candidatura olimpica nel 2004 (come Roma) e ancora nel 2012, edizioni poi organizzate ad Atene e Londra. L’occasione buona è stata la votazione del Comitato Olimpico Internazionale dell'autunno 2009, quando la città brasiliana è arrivata a contendere questa 31a edizione dei giochi a Madrid, Chicago e Tokyo. La capitale spagnola ha vinto il primo round per due voti, ma nella seconda urna (eliminata Chicago) Rio aveva già preso la testa con 17 voti di vantaggio. Alla terza votazione, con 66 voti contro 32, i brasiliani hanno definitivamente battuto i madrileni ed ottenuto le olimpiadi 2016. Finora, secondo le fonti ufficiali, i giochi olimpici sono costati al Brasile circa 100 milioni di reales (al cambio fanno circa 23 milioni di euro): un decimo spesi nella prima fase di "città richiedente", il resto investiti successivamente come "città candidata". La provenienza dichiarata del denaro è da fondi pubblici per circa il 62% e da privati per il restante 38%.
Alla cerimonia di apertura sfileranno 206 delegazioni nazionali, ma non sulla pista di atletica. Una novità di questa edizione, infatti, è che gli eventi di apertura e di chiusura non andranno in scena allo Stadio Olimpico Joao Havelange, dove si disputeranno le gare d’atletica e alcune partite del torneo di calcio: il palcoscenico di giuramenti, fiaccole, bracieri e bandiere sarà invece il vicino, e ben più suggestivo Maracanà, ristrutturato per l’occasione. I giochi si apriranno il 5 agosto; per 17 gorni, fino al 21 agosto, 10.500 atleti (e 315 cavalli, va ricordato) si affronteranno nel nome del fair play per aggiudicarsi 306 titoli olimpici. Intorno a loro l’organizzazione brasiliana ha mobilitato più di 136 mila persone: 6500 assunte direttamente, a cui si aggiungono ben 85 mila lavoratori esterni e 45 mila volontari. I biglietti in vendita per le gare sono ben 7 milioni e mezzo, circa la metà a meno di 30 dollari, come fa notare l’organizzazione.
Rio accoglie i giochi ospitando in città tutte le gare, eccetto alcune partite di calcio. Le zone della metropoli interessate dalla frenesia olimpica sono: Copacabana, sul cui lungomare si gareggerà per la vela, il beachvolley, il canottaggio, il triathlon, il ciclismo su strada; Maracanà, con i due stadi per atletica e calcio, il sambodromo per il tiro con l’arco, i palazzetti per volley e pallanuoto; Deodoro, dove sorgono “arenas” per pallacanestro, equitazione, rugby, e i centri per il tiro, l’hockey prato, la canoa, le mountain bike e le bmx; ed infine Barra, con i centri sportivi per la ginnastica, il nuoto e i tuffi, il tennis, il basket, il ciclismo su pista, il pugilato, la scherma.
In tutto sono 28 sport, divisi in 42 discipline, con due grosse novità. Dopo decenni tornano infatti alle olimpiadi due tra gli sport più popolari del mondo: il golf e il rugby. Il golf manca da 112 anni, dall'edizione di Saint Louis 1904, quando la competizione a squadre fu “razziata” da tre selezioni a stelle e strisce, ma il torneo individuale fu vinto dal canadese Lyon davanti ad altri tre statunitensi. L’ultima volta che il rugby distribuì medaglie fu invece nel 1924, a Parigi; si trattava di rugby a 15 e parteciparono solo tre nazionali che ovviamente vinsero tutte una medaglia: oro agli Stati Uniti, argento alla Francia e Bronzo alla Romania. In Brasile è ammesso invece il rugby a 7: tornei maschile e femminile; non sono presenti squadre italiane.
Le mascotte sono due: Vinicius e Tom a rappresentare gli atleti normodotati e paralimpici. Vinicius è una rappresentazione della fauna brasiliana, un po’ gatto, un po’ scimmia, un po’ uccello; il suo nome è un tributo a Vinicius de Moraes. Tom, il cui nome omaggia un altro grande della musica, Tom Jobim, simboleggia la rigogliosa vegetazione del paese. Anche la torcia olimpica vuole alludere alla natura e al panorama carioca. Al momento del “bacio”, quando la fiamma di Olimpia passa di torcia in torcia, l’asta si apre parzialmente lasciando intravedere l’interno attraverso aperture sinuose multicolori: blu come il mare, verdi come le foreste e i monti, dorate come il sole, bianconere come il lastricato di Copacabana. Un’altra versione della torcia rappresenta gli atleti diversamente abili: identica nella forma ma con l’impugnatura che reca incise in braille le parole scelte per simboleggiare i valori di questo evento: “Coraggio, determinazione, ispirazione, uguaglianza”.