LO SPORT, UN DIRITTO PER TUTTI

Ringrazio il direttore e la redazione di questa bella rivista per l’opportunità che mi danno di rivolgermi direttamente ai lettori e quindi ai cittadini della Regione che ho l’onore di amministrare e rappresentare. Mi ha fatto piacere rispondere all’invito di consegnare alcune mie riflessioni a queste pagine perché è un modo più vero e più diretto di comunicare. La comunicazione istituzionale ha un perimetro angusto, fatto di dichiarazioni in conferenze stampa, saluti ai margini di eventi pubblici, post sui social. Questa rivista è conosciuta e apprezzata per lo spazio che dà agli aspetti più vari della nostra vita, ma ha anche un’attenzione particolare per il mondo dello sport, che è esplicitata anche dalla stessa testata. E parlare di sport è un’opportunità per esprimere una visione molto più ampia. L’accesso allo sport è un diritto. Non è una banalità per chi comprende la profonda differenza che intercorre tra un diritto e un privilegio. Una differenza che nella retorica di questa epoca a volte si perde o si fraintende. I diritti riguardano le necessità che abbiamo tutti per vivere e – nella nostra società evoluta – per vivere dignitosamente. I diritti, a ben vedere, sono legati tra di loro: è difficile isolarne uno dagli altri. Dire che l’accesso all’attività sportiva è un diritto di tutti e non un privilegio per pochi, significa comprendere l’indissolubile legame che c’è tra sport e salute, sport e inclusione, sport e educazione. Lo sport riduce i disturbi alimentari che sono una piaga della nostra epoca, il senso di solitudine che – soprattutto dopo la Pandemia – ha raggiunto fasce di popolazione sempre più ampie, aumentando l’incidenza di disturbi e disagi psicologici e comportamentali, lo sport insegna a riconoscere e apprezzare il valore degli altri, la competizione sana e il rispetto delle regole, la disciplina intesa come capacità di dominare se stessi e non come imposizione da parte di altri o sugli altri. Professionalmente ho speso molti anni nel settore sanitario e oggi, non a caso, da presidente della Regione Lazio, ho mantenuto la delega alla Salute perché ritengo che sia la madre di tutti i diritti. Essendo un amministratore non posso non essere consapevole del rapporto virtuoso che esiste tra la diffusione delle pratiche sportive e la riduzione della spesa sanitaria, vero e proprio incubo di qualunque amministrazione pubblica. All’interno di questo numero so che sarà presente un’ampia intervista al nostro bravo assessore allo Sport Elena Palazzo, che sicuramente entrerà maggiormente nel dettaglio della progettualità che la nostra Giunta ha intenzione di realizzare sullo sport e per lo sport. Come Presidente della Regione Lazio, ma soprattutto come cittadino di questo territorio, approfitterò ancora della ospitalità che cortesemente SPORTCLUB mi vorrà concedere, non per parlare di me – ci sono molti altri strumenti – ma per parlare con voi.

Buona estate cittadini del Lazio.