JACOPO LUCHINI, DALLA NEVE ALLE ONDE, DUE ANIME IN UN CORPO SOLO


L’Atleta Paralimpico delle Fiamme Oro tra Snowboard e Surf

 

Fare sport da professionista, è sempre una grande prova fisica ma sopratutto di testa. Dopo le difficili Olimpiadi invernali di Pechino ed un infortunio alla spalla durante una gara di Coppa del Mondo, 

il super atleta montemurlese, riordina il puzzle della vita, e l’11 marzo si laurea Campione del Mondo di Snowboard Cross Paralimpico a La Molina in Spagna. 

Jacopo Luchini, classe 1990 è nato senza la mano sinistra a causa di un’aplasia. Oggi intorno al collo ha una nuova medaglia, estremamente importante, che arricchisce  il suo ricco Palmarès.

 

“E’ stata dura, ma ho chiuso la stagione conquistando quella medaglia d’oro che mi mancava. Sono veramente soddisfatto: a dicembre, dopo la caduta in Coppa del Mondo e l’infortunio alla spalla, la rincorsa alla corona iridata sembrava quasi una montagna insormontabile. Un grande lavoro di squadra, dove ho creduto in me stesso, lavorato con pazienza, crescendo di settimana in settimana”, ha detto Jacopo Luchini.

 

- Jacopo da piccolo ti destreggiavi in acqua, poi nasce la passione per la neve e sopratutto il sogno di diventare un atleta, cosa ti ha fatto cambiare rotta?

  La passione della neve, nasce dal fatto che abitando a Montemurlo un paesino ai piedi dell’Appennino tosco emiliano tra e la province di Prato e Pistoia, vedevo sempre le montagne molto vicine, quindi sin da piccolo ho avuto la curiosità di andare ad esplorare queste cime innevate che svettavano nell’orizzonte. Purtroppo i miei genitori non riuscivano a portarmi spesso, ma sono bastate quelle poche volte per farmi innamora della neve, che appena son diventato più grande ho fatto sempre di tutto per avvicinarmi di piu’ alla montagna. Poi dai 16 anni in poi ho iniziato ad andare con gli amici, in autobus, mi inventavo di tutto per passare piu’ tempo possibile tra le vette, prima nei week end, poi a far stagioni intere ed iniziare con le prime gare. Fare l’Atleta è stata l’evoluzione  della passione che cresceva negli anni, poi le prime gare dove competevo con i normo dotati per poi successivamente passare alle competizioni con le gare paralimpiche, dove ho capito che potevo crederci seriamente e diventare atleta.

 

- Come è fare l’atleta per uno sport stagionale? Difficoltà e positività della tu disciplina? 

Come tutte le discipline, fare sport stagionali ha i suoi pro ed i suoi contro. Questo mi permette di vivere l’inverno la montagna che è l’ambiente che amo di più, e l’estate scendere in spiaggia per surfare le onde. 

Non è sicuramente facile, perchè i tempi sono sempre più ristretti rispetto ad altre discipline che puoi praticare tutti i giorni, ed hai la sensazione del tempo che fugge. Proprio per questo, serve allenarsi e dare il massimo per arrivare preparato appena inizia la stagione, tanto lavoro di preparazione atletica per esser super pronto per l’arrivo della neve, per poi iniziare subito a macinare chilometri in pista, e trovare l’assetto migliore per raggiungere grandi obiettivi nei 4 mesi invernali. Esser pronti e preparati fisicamente significa limitare possibili infortuni, come purtroppo mi è capitato questo scorso Dicembre, rischiando di compromettere poi tutta la stagione. Amo poi staccare del tutto e passare dal freddo al caldo e dedicarmi al Surf,  cavalcare le onde e ti fa vivere la vita in un modo fantastico, non ti annoi mai, ed è la vita che vorrei ed ho scelto.. 

 

- Come è stata vissuta la tua disabilità da giovane studente?  Come era il rapporto con i tuoi amici, compagni di scuola? Come hai conciliato Sport e studio e poi lavoro? 

Il rapporto con gli amici è stato da sempre fantastico, non mi hanno mai fatto sentire in difetto per la mia disabilità. Sono stato molto fortunato perchè mi hanno fatto sentire uno di loro,  molto sostenuto ed è stato un grande gioco di squadra. Io ho avuto da sempre  una personalità molto forte, forse anche per sopravvivere. I problemi piu’ forti li ho trovati all’asilo, elementari e medie, dove i bambini sono piu’ sinceri, piu’ diretti, e quindi mi è capitato di discutere perchè veniva evidenziata la mia disabilità poiché mi chiamavano il senza mano.. questo creava qualche tensione non facile a volte, questo mi ha reso forte, e mi ha fatto strutturare una personalità ancor piu’ forte, decisa, contando su me stesso senza mai farmi mettere i piedi in testa da nessuno. Ma gli amici sono un mio pilastro. Lo studio e lo sport mi hanno aiutato a dare ordine ed organizzarmi la vita,  anche quando mi sono laureato. Anche se delle volte non è stato facile conciliare lo snowboard, pero’ lo Sport,  è da sempre stata la mia ancora di salvezza, per distrarmi e dedicarmi al mio star bene anche quando ho iniziato a lavorare, dove delle volte avrei voluto mollare tutto senza mai scendere dalle cime innevate.  Devo tanto allo Sport, anche per la persona che sono oggi, come ragazzo, amico ed atleta professionista. Lo Sport è da sempre la mia certezza, il mio spazio, e devo tutto allo Sport, dal Surf allo Skate sino allo Snowboard. 

 

- Finalmente si parla di Atleti Paralimpici all’interno dei gruppi sportivi militari? cosa ne pensi e quanto è importante per la tua carriera e vita futura? 

SI, una grande svolta! Da quest’anno sono molto orgoglioso ed onorato di esser entrato a far parte delle Fiamme Oro e di esser stato uno dei primi atleti a vincere questo nuovo concorso. E' una grande opportunità,  che mi darà modo di concentrarmi ed allenarmi senza distrazioni, focalizzando i risultati futuri. Prima veniva meno,  poichè dovevo lavorare per finanziarmi gli allenamenti, ora invece posso dedicarmi a pieno e sono super felice e carico. Per anni mi sono battuto per questo, visto la competitività che tanti atleti internazionali stanno accrescendo, per me era fondamentale per raggiungere grandi risultati, perché lo sport paralimpico è in grande crescita, quindi serve dedicarsi al meglio, per allenarsi duramente in modo costante, cosa che prima con meno tempo si faceva piu’ fatica.   Di fatto una nuova era e la sfrutterò’ per cercare di portare quante piu’ medaglie possibili, anche per onorare questa grande svolta.

 

- Sei un atleta Paralimpico di Snowboard, ma hai anche studiato per avere delle certificazioni e riconoscimenti per la tua futura carriera, ce ne parli? 

Si sono un Atleta paralimpico, ed il primo maestro di snowboard italiano con disabilità, il primo  anche in europa.  Sono allenatore, mi sono specializzato anche in questo perchè credo fortemente nel mio sport e nelle figure professionali che lo formano. E’ una passione che spero in futuro diventi un mestiere, successivamente alla mia carriera di atleta, sarà un grande prestigio poter allenare delle squadre di snowboard. Ho investito tanto in parallelo appunto per puntare anche al mio futuro e supportare il movimento paralimpico e non solo e con la mia vasta esperienza posso sicuramente offrire un grande contributo. 

Non esistono delle specializzazioni specifiche nello snowboard paralimpico, quindi penso di poter dare il mio concreto supporto, con l’obiettivo di accompagnare i futuri atleti a diventare dei professionisti. 

 

- Dopo le Olimpiadi di Pechino Invernali è stata dura ripartire, però hai trovato la tua solita caparbietà e determinazione, che ti hanno portato a salire da poco sul podio piu’ alto, come è stato questo biennio emotivamente? 

Si molto dura. Ancor prima la delusione della medaglia di legno alle Olimpiadi di PyeongChang, dove per soli due secondi non sono salito sul podio. Pechino come sai, è stata una grande mazzata, perchè ci arrivavo con grande aspettative, in grande forma, vincitore di tre coppe del mondo, veramente preparato al meglio. Sarebbe dovuta essere la mia Olimpiade, pero’ purtroppo come immaginavamo i cinesi si erano studiati e preparati sulle loro piste al meglio. Ho vacillato molto, pensando anche di abbandonare del tutto, invece dopo un periodo al mare, ho riflettuto molto, e sono queste sconfitte che di fatto ti rendono più forte e ti fanno rialzare più forte con una nuova convinzione. Cosi’ a Settembre quando sono tornato, con la squadra, ci siamo messi a testa bassa per preparare al meglio la nuova stagione per nuovi traguardi. Pagina bianca e lavorare duro, cosi da subito ho vinto le prime due gare della Coppa del Mondo.  Poi purtroppo un brutto infortunio alla spalla, che mi ha destabilizzato dove ho visto la stagione finire. Invece grazie alla preparazione pregressa, ho recuperato anche se le condizione non erano ottimali, ho puntato sulla testa e grazie alla mia esperienza e caparbietà sono riuscito a competere in Spagna a La Molina e salire sul gradino piu’ alto del podio, per diventare Campione del Mondo della disciplina dello Snowboard Cross. Questo mi ha dato nuova carica esplosiva e mi ha fortificato ulteriormente la testa.

 

- Come atleta di Snowboard sei abituato a “surfare” la neve, ma di fatto la tua passione è anche l’acqua e quindi il SURF. Come si sta evolvendo questa tua passione? Si parla di poter essere un atleta in duplice federazione? Ci racconti? 

Il mio secondo grande amore è appunto il SURF, anche se alla fine il binomio SnowBoard e Surf è il senso della mia vita e passione. Sono un atleta con duplice federazione, poichè lo scorso Dicembre mi sono qualificato per i mondiali di Parasurf in California, quindi un sogno in parallelo che sto portando avanti e prende sempre piu’ forma, anche in vista dell’inserimento del Surf tra gli sport ufficiali delle prossime Olimpiadi estive di Los Angeles 2028. Un'Atleta e due discipline, due sport propedeutici tra loro ed  un grande impegno fisico, ma è tutto straordinario. Da quest’anno sono tesserato con le Fiamme Oro anche come atleta di sport di acqua, questo mi darà l’opportunità di allenarmi anche con la squadra del Surf. Da qui a Milano Cortina l’obiettivo sarà  cercare di  fare qualche gara di Surf per poi puntare alla combinazione  perfetta per provare a disputare le Paralimpiadi estivi nel 2028. Sto vedendo tutto con leggerezza senza troppe aspettative, però il sogno c’è.

 

- Quanto è importante poter far parte di una squadra come il CIP ed aver una Federazione che ti sostiene? 

Far parte della squadra Elite del club Paralimpico e della Federazione è estremamente importante, perchè supportano a pieno noi Atleti. Grazie ai tecnici, staff e tutta la squadra. Senza di loro si farebbe fatica ad essere atleta professionista, questo anche se pensiamo solo ai costi che sostengono il CIP e la Federazione, questo ci permette di gareggiare a livello internazionale, prepararsi ed essere competitivo, poi oggi ancora di piu’ che sono tesserato Fiamme Oro. Questa combinazione che ora si è creata, tra tutti questi attori, è un quadro perfetto per poter fare bene e dare il meglio. Logicamente anche le società sul territorio danno il loro ulteriore contributo per la nostra formazione. 

 

- Quale è il tuo sogno nel cassetto? 

Il Sogno nel cassetto caro Andrea è nel cassetto, lo sappiamo, ma resta li, lasciamoli li per ora, è una pagina da scrivere e c'è oggi piu’ che mai la voglia di tracciare questo nuovo racconto. Logicamente nasce le Olimpiadi del 2028 con il Surf è un successivo traguardo, ma il principale teniamoli li io e te Andrea, il tempo ci darà le risposte. 

 

- Che consigli daresti ai giovani di oggi che si avvicinano allo Sport? 

Per aver dei grandi risultati e delle grandi aspettative, serve sempre puntare ad obiettivi raggiungibili e concreti, da far crescere nel tempo senza mettere traguardi troppo lontani che possano esser vissuti come illusione. Puntare a cose concrete di alto respiro, e procedere per passi per scalare la vetta piu’ alta. Un passo alla volta partendo dalle passioni che ti fanno star bene e ti rendono felice.

10 anni fa io non avevo il sogno di diventar un atleta paralimpico, lo vedevo lontano e distante. Poi procedendo, passo dopo passo, discesa dopo discesa, ho seguito l’indole di essere a contatto della natura, e da li ho puntato alla passione. Ragazzi seguite quello che vi far stare bene ed appassionatevi, innamoratevi di uno sport, di una disciplina e poi piano piano sognate!