QATAR 2022. IL MONDIALE PIÙ RICCO DI SEMPRE.

GLI SPONSOR E QUANTO COSTA ALL’ITALIA NON PARTECIPARE

La Coppa del Mondo FIFA 2022 si svolgerà dal 20 novembre al 18 dicembre 2022 e il conto alla rovescia è già iniziato.

Queste gare eccezionalmente autunnali-invernali saranno una delle piattaforme di marketing internazionale più efficaci per raggiungere un vasto pubblico, vista anche la spesa record complessiva raggiunta che ammonta a circa 220 miliardi di dollari.

Niente di nuovo per brand come Coca-Cola e Adidas, che hanno goduto di partnership con FIFA in diverse edizioni precedenti della Coppa del Mondo con cifre da capogiro.

Come si legge sul sito ufficiale FIFA, alcuni nuovi nomi sono entrati nel ruolo di partner di Qatar 2022: “BYJU’s”, piattaforma educativa indiana, per una cifra compresa tra i 30 e i 40 milioni di dollariQatarEnergy, società petrolifera della regione; e Crypto.com (già diverse sponsorizzazioni all’attivo legate al pianeta calcio, un accordo da 700 milioni per rinominare per 20 anni Staples Center di Los Angeles in Crypto.com Arena”; mentre con l’Australian Football League (AFL) ha stretto un accordo da 25 milioni di dollari).

Altri partner sono: Hyunday-Kia Motors, Qatar Airways, Vivo, Wanda Group, VISA, Hisense, Budweiser, Mc Donads e Coca Cola.

Sorprende il calo significativo rispetto alla precedente edizione di Adidas a livello di fornitura dei kit, da 12 a 7 nazioni. Quattro squadre (Colombia, Egitto,Russia e Svezia) che indossavano le tre strisce quattro anni fa in Russia, non si sono qualificate questa volta, tra l’altro l’Egitto è passato a Puma nel 2019. Il Marocco si è invece qualificato, ma anche il paese nordafricano è passato a Puma a fine 2019. Nonostante ciò, insieme a Nike (13 nazioni), e Puma (6 nazioni), il tridente sponsorizza oltre l’80% delle nazioni partecipanti.

Per la seconda volta consecutiva l’Italia resta fuori dal Mondiale. Era successo nel 2018 con l’eliminazione da parte della Svezia e il dramma si è ripetuto quest’anno con la vittoria a Palermo della Macedonia del nord. Con l’esclusione del 1958 sono in tutto tre le occasioni in cui gli italiani hanno dovuto assistere o assisteranno al Mondiale senza gli Azzurri. Problema sportivo e disastro economico. Perché la mancata partecipazione impatta negativamente sui guadagni della Federazione e in termini di PIL del sistema Paese. In sintesi, occorre guardare l’Italia in termini di FIGC e di nazione.

Secondo i dati economici riportati da Tuttosport, gli introiti delle formazioni partecipanti alla fase finale della Coppa del Mondo in Qatar 2022 sono i seguenti: 1,3 milioni di dollari alle 32 squadre qualificate, 8 milioni per le nazionali eliminate dalla fase a gironi, poco meno di 15,5 per chi raggiunge i quarti, 7 per le compagini eliminate agli ottavi, 24 milioni per chi si piazza al terzo posto, 27 milioni alla finalista perdente e 38 milioni alla vincitrice del Mondiale. Stando ai compensi della prossima competizione, la Federazione Italiana Gioco Calcio ha perso in partenza un gettito minimo di 1,3 milioni, che in potenza poteva aumentare progressivamente fino al massimo in caso di vittoria finale.

La mancata qualificazione comporta una perdita in termini economici derivante anche dai mancati incassi dei diritti TV, detenuti quest’anno dalla RAI, dalle mancate sponsorizzazioni sportive e dalle perdite legate al merchandising. Basti pensare che grazie alla vittoria dell’Europeo 2021, la nazionale italiana era passata da un valore di 79 milioni del triennio 2015/18 a 90 milioni del 2022, trainando così anche il PIL dell’economia italiana. La partecipazione al Mondiale avrebbe incrementato il valore fino a 100 milioni grazie al rinnovo dei contratti e a nuove sponsorizzazioni sportive. Oltre a incrementare le vendite del kit ufficiale di tutto il materiale tecnico. Intanto, sul fronte merchandising è interessante ricordare il passaggio imminente dalla Puma all’Adidas per 30-35 milioni.

Le stime di Confcommercio realizzate in occasione dei Mondiali in Russia nel 2018 hanno evidenziato perdite nel comparto dell’economia reale a causa della mancata qualificazione degli azzurri: l’intero settore della ristorazione avrebbe potuto beneficiare degli incassi legati alle consumazioni dei tifosi che vivono in piazza, nei bar e nei pub l’esperienza della Coppa del Mondo. Discorso analogo anche e soprattutto per Qatar 2022, considerando che l’unico modo per assistere insieme alle gare dell’Italia tra novembre e dicembre sarebbe stato al chiuso, aumentando così gli incassi del settore ristorazione.

Il colosso della finanza internazionale Goldman Sachs afferma che la partecipazione a quarti di finale avrebbe ridotto lo spread tra titoli italiani e quelli europei (BTP e Bund) attraverso la diminuzione dell’interesse sul debito. Alzare la coppa avrebbe comportato un rialzo in Borsa del 3% rispetto alla media europea. Del resto, dopo la vittoria nel 2006, il PIL dell’Italia crebbe dell’1,9%.

Altro anello cruciale potrebbe essere quello del betting che registra mediamente un totale di scommesse pari a circa 300 milioni di euro, con un focus concentrato prevalentemente sulla nazionale. Nazionale che non avrebbe avuto vita facile in Qatar, considerando la parabola discendente degli azzurri negli ultimi mesi. Per trovare le favorite bisognava e bisogna guardare altrove. Le quote e il pronostico sulla vincente del Mondiale elaborati dai bookmakers prevedono ad esempio un certo equilibrio tra almeno quattro squadre: due europee, tra cui la Francia, e due internazionali, tra cui il Brasile. Occhio poi ad alcune outsider che non passano mai di moda, tipo la Spagna.

In definitiva, il Mondiale invernale in Qatar 2022 sarà il più ricco di sempre con un valore di 389 milioni di euro in montepremi totale. Anche la FIFA ha contribuito con un aumento del 10% in più rispetto al precedente in Russia. Non resta che attendere il fischio d’inizio nei mesi più freddi dell’anno, quando a scaldarci il cuore stavolta, mancheranno gli azzurri.