SPECIAL OLYMPICS: UN MODELLO GLOBALE DI INCLUSIONE

CARLO D’AMICO, RESP. MARKETING E RACCOLTA FONDI: “LO SPORT COME STRUMENTO PER ABBATTERE LE BARRIERE COMUNICATIVE TRA DISABILI E NORMODOTATI”

 

Sin dalla metà del secolo scorso Special Olympics ha assunto un ruolo fondamentale all’interno della società, affermandosi come movimento globale volto a creare un nuovo mondo di inclusione e rispetto, nel quale ogni singola persona viene accolta ed accettata indipendentemente dalle  capacità o disabilità. Ogni anno una rappresentativa italiana viene chiamata a partecipare alternativamente ai Giochi Mondiali (Invernali o Estivi) o a quelli Europei. I programmi di Special Olympics sono adottati in più di 174 Paesi e si calcola che nel mondo ci siano più di 5 milioni di atleti, 600.000 famiglie e 1 milione di volontari che ogni anno collaborano alla riuscita di oltre 100.000 grandi eventi. Special Olympics è riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale, così come il Comitato Paralimpico. Le due, ovviamente, sono organizzazioni separate, ben distinte e con diverse filosofie che le contraddistinguono. Mentre il Comitato Paralimpico opera coerentemente con i criteri dei Giochi Olimpici attraverso gare competitive riservate ai migliori, Special Olympics propone ed organizza allenamenti ed eventi solo per persone con disabilità intellettiva e per ogni livello di abilità. Le manifestazioni sportive sono aperte a tutti e premiano ogni partecipante, sulla base di regolamenti internazionali continuamente testati e aggiornati. 

Per saperne di più sulle attività “locali” abbiamo fatto qualche domanda a Carlo D’Amico, trentanovenne romano, responsabile marketing e raccolta fondi di Special Olympics Italia.

Ci racconta la Sua esperienza all’interno di Special Olympics Italia?

“Ho cominciato nel 2009 a collaborare con la struttura, svolgendo uno stage nel settore del marketing. Pian piano ho avuto l’opportunità di crescere ed ora ricopro un ruolo importante e molto stimolante. Il mio lavoro principale è quello di reperire contributi economici a livello nazionale, che servono alla gestione degli atleti e degli eventi, sia a livello nazionale che internazionale, a cui partecipiamo con le diverse squadre. Attraverso la campagna “Io adotto un campione” i singoli donatori o le aziende possono aiutare lo sviluppo delle attività. Tendenzialmente cerchiamo di abbinare l’azienda ad un atleta della stessa regione, invitando anche il management a seguire gli eventi e a partecipare nelle varie attività.”

Qual è il contributo minimo e quali sono i prossimi eventi a cui gli atleti Special Olympics parteciperanno?

“In realtà non esiste un contributo minimo. Il costo di un evento, per atleta, è di circa €2000 che comprende viaggio, vitto, alloggio e consegna del materiale. I prossimi eventi in calendario sono i Giochi Mondiali invernali, che si terranno nella città di Kazan in Russia nel 2022 ed i Giochi Mondiali estivi a Berlino nel 2023.”

 

Allena qualche squadra sportiva all’interno dell’organizzazione?

“Sì, attualmente una squadra di pallacanestro ed una canottaggio che si allena presso il Real Circolo Tevere Remo a Roma. L’obiettivo principale è quello di far partecipare gli atleti a competizioni regionali e nazionali. Lavoriamo costantemente per lo sport unificato, per far conoscere il valore della diversità a più persone possibili. Disabili e normodotati uniti sotto la stessa bandiera. Lo sport è la chiave comunicativa per tutto, abbatte le barriere tra le persone facendole sentire allo stesso livello. Ad esempio, l’atleta con disabilità intellettiva partecipa alle trasferte con il suo compagno di team normodotato, uscendo così dall’ottica familiare e sfidando continuamente se stesso per migliorarsi.”

Quali sono gli eventi più belli a cui ha partecipato?

“Sicuramente i due All-Star Game NBA di Houston, nel 2013, e di Toronto nel 2016. Nella città canadese è andata in scena una partita in cui ha giocato un nostro atleta, davanti a 5000 persone! E’ stato un colpo d’occhio davvero incredibile ed un’esperienza di quelle che non si scordano facilmente, anche perché il nostro atleta ha pensato bene di farmi uno scherzo fingendosi infortunato nel post partita. Siamo ripartiti con l’aereo, usufruendo dell’assistenza speciale in aeroporto e, una volta a Fiumicino l’ho riportato ai genitori. Il giorno dopo, preoccupato, ho chiamato il suo allenatore chiedendo come stesse il ragazzo. La sua risposta è stata la seguente: Max sta benissimo, fa spesso così per attirare l’attenzione. Scherzo riuscito.”

A Carlo D’Amico ed a tutto il team Special Olympics i migliori auguri per il proseguo dell’attività.