COVID-19 - PARLANO LE FEDERAZIONI
5 Domande ai presidenti
- Quali sono stati i principali problemi che avete avuto nel gestire l’emergenza?
- Quali sono stati i principali eventi che avete dovuto annullare?
- Ci può quantificare la perdita economica della federazione in questi mesi di lockdown?
- A livello organizzativo quali sono i cambiamenti che pensate di attuare?
- Ci parli dei vostri programmi per ripartire con le attività della Federazione e quali le relative limitazioni fino a nuove disposizioni del governo?
FISE FEDERAZIONE ITALIANA SPORT EQUESTRI
Il Presidente MARCO DI PAOLA
1
Il lockdown è stato un grande problema per tutto il mondo dello sport. Chiaramente è impossibile da paragonare all’immenso dolore delle famiglie che hanno perso i propri cari a causa del Coronavirus. Il nostro sport ha la peculiarità della cooperazione del secondo atleta: il cavallo. Se un circolo di qualsiasi altro sport ha dovuto chiudere, in ottemperanza alle disposizioni governative, i nostri circoli, sì hanno dovuto sospendere le attività sportive, ma hanno anche dovuto garantire il benessere dei cavalli. Si pensi alla movimentazione, necessaria per un corretto equilibrio psicofisico dell’animale, ma anche alle profende, alle cure veterinarie. Insomma i centri ippici hanno dovuto affrontare delle spese fisse come se fossero rimasti aperti o quasi. È senz’altro questo per il nostro sport il problema principale che abbiamo dovuto affrontare in questi mesi.
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Ogni Federazione ha dovuto rinunciare a un evento simbolo per il proprio sport. Certamente per noi è il caso dello CSIO, il Concorso Ippico Internazionale di Piazza di Siena, che quest’anno avrebbe festeggiato la sua 88esima edizione. Una tradizione per il mondo degli sport equestri, interrotto solo dal 1941 al 1946 a causa della seconda guerra mondiale. È stata una decisione sofferta condivisa con il CONI e Sport e Salute e abbiamo stabilito di rimandare l’appuntamento all’anno prossimo e non rinviare l’evento, perché Piazza di Siena è un must del mese di maggio. Siamo pronti a regalare al pubblico e a tutti gli appassionati nella prossima stagione una edizione indimenticabile. Inoltre abbiamo dovuto annullare, e ci è dispiaciuto molto, le Ponyadi che sono le miniolimpiadi dei nostri bambini con i loro compagni pony. È un evento, o forse una festa, che prevede un’affluenza enorme di persone nella meravigliosa cornice dello storico ippodromo di Tor di Quinto a Roma.
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Non è certamente così facile, poiché la Federazione è un’organizzazione con un bilancio che prevede alcune entrate fisse che sono i contributi del CONI e altre variabili che provengono dal tesseramento e deve sempre raggiungere l’equilibrio di bilancio. La nostra stima si aggiorna intorno a minori entrate del 30% che costringono a minori investimenti per pari importo. Invece un danno enorme lo ha subito il movimento sportivo. Nel solo mese di marzo le perdite del nostro settore ammontano a circa 12 milioni di euro. Il nostro è un comparto molto ampio. Basti pensare a quante sono le persone che vi lavorano. Non parlo solo dei cavalieri e delle amazzoni, che spesso solo a titolo amatoriale frequentano i concorsi ippici ogni settimana, ma anche ai comitati organizzatori, che hanno fermato le loro attività (e sono ancora in attesa di riavviarle) agli istruttori, alle scuole di equitazione, all’immenso indotto che ruota attorno al nostro sport.
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A inizio marzo eravamo agli albori della nostra stagione. Abbiamo dovuto fermare tutto. Ritengo che le attività di interesse federale del primo semestre sono praticamente tutte perse. Ci stiamo concentrando sul secondo semestre e stiamo valutando il recupero dei vari campionati italiani delle diverse discipline, poi puntiamo sulla Fieracavalli di Verona che è l’appuntamento di riferimento per il nostro settore nella stagione indoor. L’ente Fiera sta valutando lo sdoppiamento su due fine settimane, per raddoppiare il momento di grande promozione e valorizzazione del cavallo a 360 gradi, ma chiaramente bisognerà attendere le decisioni del Governo”.
5
Ormai ci siamo. Secondo quanto dichiarato dal Ministro Spadafora, che voglio ringraziare per il lavoro svolto per lo sport in generale in questo periodo di emergenza, dovremmo esserci. Dalle sue ultime dichiarazioni si evince che nel mese di giugno, che sia il 15 o la settimana successiva, dovremmo essere in condizione di ripartire con le competizioni. Nel frattempo i nostri tecnici stanno già riprendendo gli allenamenti con i ragazzi di interesse. Sarà certamente una ripresa graduale visti i tre mesi di stop. Noi italiani siamo forti e sono sicuro che riusciremo a superare anche questa enorme emergenza, ma ora il pensiero di tutto il mondo degli sport equestri va sicuramente a tutte le famiglie che hanno perso i loro cari.
FCI FEDERAZIONE CICLISTICA italiana
Il Presidente RENATO DI ROCCO
1
La prima emergenza è stata quella di gestire il blocco immediato di ogni attività anche quando le indicazioni delle Istituzioni non l’avevano ancora previsto. La nostra federazione è stata tra le prime a chiedere ai propri tesserati di fermarsi completamente e di rispettare l’isolamento imposto dalla situazione. Un invito che è stato accolto immediatamente dai nostri atleti di punta e che ha avuto anche l’effetto di rappresentare un modello per i semplici amatori e tutti gli utenti della bicicletta. Il secondo ordine di problema è stato quello di riprogrammare i calendari. Il blocco dell’attività ha coinvolto tutti i settori e tutte le categorie. Molti organizzatori hanno subito chiesto un riposizionamento più in là nella stagione. Dal momento del lockdown per noi è stato un intenso lavoro di contatti, relazioni, riunioni, anche a livello internazionale e con le strutture federali, per gestire ed organizzare una situazione eccezionale.
2
Per quanto riguarda le corse professionistiche quelle del gruppo RCS: la Milano Sanremo e Giro d’Italia, che saranno recuperate nel corso della stagione, da agosto in poi, quando si spera si potrà ripartire con le gare. Annullati gli Europei Strada, che si sarebbero dovuto svolgere i primi di settembre a Trento. Sono saltati, per ora, anche il Giro U23 e il Giro Rosa (ma anche loro dovrebbero essere recuperati), il Giro d’Italia Handbike e i campionati italiani giovanili, previsti in Toscana e che tradizionalmente rappresentavano uno dei momenti di maggior fascino del nostro movimento, visto che coinvolgono i più piccoli e le loro famiglie. Ogni anno in Italia si svolgono circa 5000 manifestazioni di ciclismo tra strada, mtb, bmx, pista: è difficile fare l’elenco di quelle che a causa del coronavirus quest’anno non si svolgeranno.
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Il mancato svolgimento di numerose gare ha praticamente azzerato le entrate derivanti dalle tasse gara. Anche quando si riprenderà a correre queste, per decisione del Consiglio Federale e a sostegno dell’attività, non saranno richieste. Si parla di un danno, per le casse della Federazione, di circa 6 milioni, se aggiungiamo i mancati proventi dei contributi degli Enti locali e degli sponsor. Un problema per la Federazione ed anche per le società sportive. Logicamente lo stop dell’attività provocherà anche un calo dei tesseramenti e delle affiliazioni, ma questo potrà essere valutato com maggiore certezza alla fine dell’anno. Il Consiglio Federale ha subito deliberato le linee di intervento a sostegno delle nostre attività e delle società per un totale di 2 milioni di euro e che dovrebbe riguardare proprio affiliazione, tesseramento e ripresa delle gare.
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L’emergenza ci ha messo difronte a situazioni uniche, che hanno richiesto decisioni immediate e innovative: dall’organizzazione del lavoro per tutti gli uffici federali, alla formazione a distanza, al fine di sfruttare questo periodo di blocco per l’aggiornamento delle figure professionali che operano nel settore e per gli stessi atleti, fino ad un contatto costante e periodico con il territorio attraverso riunioni in teleconferenza: soluzioni che restano come eredità positiva di questo periodo. In pieno lockdown la Federazione ha avviato un piano di comunicazione per l’allenamento a casa. Si è aperto un canale diretto con società e tesserati che in questi mesi (anche grazie alla particolare natura del ciclismo che permette l’allenamento in remoto sui rulli) ha portato ad un’attività sportiva organizzata “virtuale”: una realtà che non vogliamo dimenticare una volta finita l’emergenza.
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Con la pubblicazione dei protocolli per la riapertura degli impianti sportivi la Federazione ha indicato le linee guida pratiche per il ritorno all’attività. Linee guida che hanno avuto anche l’apprezzamento degli enti governativi e locali per la chiarezza e per il rigore. Il nostro prossimo step sarà quello di pubblicare indicazioni metodologiche per una ripresa dell’attività agonistica graduale dopo mesi di stop. Poi c’è la grande questione delle gare, che dovrebbero ripartire ad agosto, sempre che le condizioni generali del paese lo permettano. La Federazione, anche in questo caso, ha elaborato delle linee guida per tutte le discipline. Per evitare confusione attendiamo il parere del Comitato tecnico scientifico per renderle note ed il dpcm prossimo.
FGI FEDERAZIONE GINNASTICA D’ITALIA
Il Presidente GHERARDO TECCHI
1
E’ una domanda semplice ma allo stesso tempo complessa. Innanzitutto, lo stravolgimento dell’intera vita federale: dagli allenamenti delle Squadre Nazionali al rinvio delle competizioni nazionali e internazionali. Abbiamo cercato di andare sempre incontro alle enormi difficoltà che le società affiliate hanno dovuto superare in questi mesi, provando a risolverle nel migliore dei modi. Infine, ma non certo secondario, il dovere di mantenere unito l’intero mondo della ginnastica nonostante la distanza fisica. Un impegno che abbiamo perseguito con diverse iniziative: il nuovo canale Spotify della FGI con le playlist dei campioni, la #sportnellarte challenge che sui social ha unito gli appassionati nella bellezza di sport e cultura, le videoconferenze e la didattica online.
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Il calendario federale nazionale si è fermato a fine febbraio. Con la diffusione dell’emergenza sanitaria non abbiamo potuto portare avanti i Campionati italiani di Serie A e B di Ritmica e Artistica maschile e femminile, che si sono interrotti dopo le prime due tappe. Abbiamo dovuto rinviare i Campionati Assoluti di tutte le sezioni ma anche il consueto evento estivo della Ginnastica in Festa, che ogni anno raccoglie migliaia di appassionati per dieci giorni. L’obiettivo, se il Covid ce lo consentirà, è recuperare le competizioni rinviate nell’ultimo trimestre dell’anno.
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Al momento la perdita economica della Federginnastica ammonta a circa 1 milione e mezzo di euro, sperando e pensando che nell’ultimo quadrimestre si possa recuperare con il ritorno alle competizioni. Ma se, da settembre a dicembre, non riuscissimo a riprendere l’attività, allora questa perdita diventerebbe ancora più pesante e sarebbe inevitabilmente destinata ad aumentare.
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Intanto è cambiato completamente il modo di comunicare: c’è un nuovo uso delle video conferenza, a sostituire tutti gli incontri che prima si facevano in presenza. Dovremo rivedere il calendario agonistico per concludere al meglio la stagione 2020, rimodulandolo da fine settembre a dicembre. Inoltre, dovremo trovare il sistema e l’opportunità di effettuare i collegiali estivi per le nostre migliori risorse. Senza dimenticare che sarà fondamentale andare incontro alle società, cercando di ridurre in particolare le spese di affiliazione e tesseramento. Inoltre, è già in fase di rinnovamento la didattica a distanza. Infine abbiamo dato in comodato d’uso alle società forniture di attrezzi per un totale di oltre 300 mila euro.
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Abbiamo realizzato un protocollo piuttosto rigido per il ritorno in palestra. La priorità è la salute dei ragazzi, per questo motivo abbiamo previsto regole ferree per le entrate negli impianti e grande attenzione al comportamento delle società. Da fine settembre, ci auguriamo si possa riprendere l’attività agonistica, riportando le società e gli atleti in gara per tornare alla normalità. L’idea è di ricominciare con i collegiali estivi e i Gym Campus, cercando di intervenire direttamente sulle spese per toglierle a famiglie e società. Inoltre, pensiamo di organizzare la Ginnastica in Festa a fine novembre o inizio dicembre. Se il Covid ce lo permetterà, speriamo di fare i primi passi verso la stagione 2021.
FIBS FEDERAZIONE ITALIANA BASEBALL SOFTBALL
Il Presidente ANDREA MARCON
1
Il baseball e il softball sono sport di squadra completamente in contro-stagionalità rispetto agli altri. Per noi il lockdown ha comportato la sospensione della preparazione e il rinvio dell’inizio della stagione agonistica, che era previsto per il 29 marzo. Il Consiglio e il personale della Federazione, i dirigenti delle Società, gli atleti, i tecnici, gli ufficiali di gara, come il resto di gran parte del pianeta hanno dovuto fare i conti con una realtà completamente nuova, ma non per questo il lavoro o i contatti si sono interrotti, con l’obiettivo di strutturare una stagione 2020 compatibile con la salute di tutti e le norme di sicurezza.
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Campionati a parte, le Federazioni internazionali hanno via via cancellato praticamente tutte le manifestazioni, per Nazionali e per club, a cominciare, ovviamente, dalle Olimpiadi cui è attesa Italia Softball. La stagione doveva essere molto ricca e impegnativa, con, fra gli altri, gli Europei U12 e U18 di baseball e quelli assoluto e U15 di softball. Senza dimenticare le principali coppe continentali che i nostri club avrebbero dovuto difendere. Attualmente rimangono, rinviate a novembre, la Coppa del Mondo U15 baseball e quella U18 softball. Aggiungo che, come paese e movimento, abbiamo dovuto rimandare anche due grandi appuntamenti organizzativi, quali l’Europeo softball, assegnato al Friuli Venezia Giulia e quello U18 baseball a Macerata.
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Ovviamente con i nostri sponsor stiamo facendo le logiche valutazioni del caso, ma di certo dovremo rinegoziare sulla base della minore attività. Per quanto riguarda il budget complessivo, avevamo subito stabilito di cancellare tutte le tasse federali per il 2020 come primo atto di supporto alle Società, cui ha fatto seguito la corresponsione a ciascuna di un contributo di 1000 euro quale sostegno per l’acquisto dei DPI. Altre iniziative seguiranno a breve, in modo ponderato. Tutto sommato penso che, grazie al risanamento delle casse federali che abbiamo conseguito negli ultimi 3 anni, potremo mettere a disposizione del movimento, fra tasse non incassate e contributi diretti circa 1 milione di euro, una cifra enorme per noi.
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Per quanto riguarda i nostri uffici, abbiamo garantito ai tesserati un servizio continuativo praticamente a impatto zero, durante queste settimane, scoprendo, come tanti, l’opportunità di soluzioni che, anche dopo il graduale ritorno alla normalità, potremo senz’altro integrare in parte nell’operatività standard.
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In merito all’attività sportiva, le squadre hanno iniziato ad allenarsi (con le dovute varianti regionali) il 18 maggio secondo un protocollo tutto sommato affrontabile e abbiamo studiato un comportamento di gara altrettanto tollerabile. Il tutto agevolato dalla ‘natura’ stessa delle nostre discipline, che prevedono ben poche occasioni di contatto e ancora meno di vicinanza fra tutti i protagonisti in campo. In questi giorni stiamo per presentare al Ministro dello Sport e al CONI il Protocollo di Gara che, ci auguriamo, ci consentirà di avviare la stagione agonistica il 10 luglio. Le formule dei campionati sono modificate rispetto a quanto pianificato prima del virus, pensate con la necessaria flessibilità, ma non snaturate. Il nostro slogan di questi giorni: #DISTANTISIGIOCA rispecchia sia lo svolgimento del nostro sport, sia la nostra carica per ricominciare.
Fidal FEDERAZIONE DI ATLETICA LEGGERA
Il Presidente ALFIO GIOMI
1
Il lavoro è stato tantissimo e complesso. Abbiamo cercato in ogni modo di dare un senso a una stagione che rischiava di non averne più. Uno dei nostri primi obiettivi è stato il sostegno alle società, che hanno sofferto per lo stop all’attività: per loro, che sono linfa vitale del movimento sul territorio, abbiamo previsto un pacchetto consistente di aiuti. E poi, muovendoci in una situazione senza precedenti, abbiamo dato vita a un nuovo calendario agonistico che permetterà agli atleti di tornare a gareggiare, e di farlo in piena sicurezza grazie al disciplinare che abbiamo redatto, una volta superata la fase più acuta dell’emergenza.
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È stato annullato tutto il campionato di società. Dovevamo fare una scelta e abbiamo optato per mantenere i campionati italiani individuali, ma ci sarà comunque una classifica a squadre. Inoltre le Nazionali hanno dovuto rinunciare a gran parte delle manifestazioni internazionali in calendario per il 2020, non soltanto i Giochi Olimpici di Tokyo, evento clou della stagione, ma anche gli Europei di Parigi che sono stati cancellati, i Mondiali under 20 di Nairobi e gli Europei under 18 in casa, a Rieti: li recupereremo il prossimo anno”.
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Un primo conteggio condiviso con il governo stima in circa 40 milioni la perdita iniziale e complessiva del sistema atletica in Italia: la Federazione è una delle voci di questo conteggio ma la crisi ha inciso su tutti gli operatori della nostra disciplina, dalle società, agli organizzatori di eventi, ai gestori di impianti.
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Abbiamo individuato nuovi format di gara per il periodo della ripartenza, con il via libera della World Athletics, e determinato una serie di accorgimenti per il rientro in pista e in pedana, come per esempio le corsie alternate nella velocità. I campionati italiani assoluti, per quest’anno, si sdoppieranno tra Padova (28-30 agosto) e Modena nel mese ottobre: in Emilia avremo le gare di mezzofondo e marcia nell’inedita Festa dell’Endurance. E poi c’è la grande novità dello Stadio dei Marmi di Roma per l’edizione 2020 del Golden Gala Pietro Mennea, il 17 settembre, con tanti atleti azzurri e senza escludere la partecipazione di protagonisti dall’estero.
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Nell’attesa che si possa tornare a gareggiare, abbiamo studiato micro-manifestazioni con formule nuove e ‘allenamenti controllati’, perché i nostri atleti di punta possano cominciare a ritrovare gli stimoli della competizione. Ci siamo sempre mossi sulla base delle indicazioni del Governo, e continueremo a farlo, nella speranza che dal mese di luglio si riesca progressivamente a tornare a una normalità. L’importante, per noi, era farci trovare pronti per la riapertura e così è stato.
FIG FEDERAZIONE ITALIANA golf
Il Presidente FRANCO CHIMENTI
1
Lo stop dell’attività golfistica ha messo in pericolo migliaia di posti di lavoro nei circoli italiani e ha stravolto la programmazione dell’attività agonistica sia per i professionisti sia per i dilettanti. All’inizio del lockdown mi sono attivato subito per permettere la manutenzione dei percorsi di gioco anche attraverso società esterne. Ringrazio il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora per aver accolto le istanze, rendendo possibile un’attività che richiede attenzioni specifiche e ha dei costi notevoli. Successivamente è stata istituita una Commissione Consultiva con esperti di settore, tra i quali l’infettivologo Le Foche, che ha stilato un Protocollo ufficiale per la ripresa dell’attività golfistica.
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Nel periodo di lockdown sono stati sospesi numerosi tornei ufficiali. Fermo restando il monitoraggio dell’evoluzione della pandemia, la FIG è al lavoro per la riprogrammazione del calendario dell’Attività Giovanile e per l’organizzazione dei tornei professionistici internazionale previsti in Italia. Nel rispetto delle disposizioni governative vigenti, dovranno essere garantite le condizioni di sicurezza per tutti i partecipanti in ogni manifestazione ufficiale.
3
La chiusura degli impianti nel periodo primaverile ha provocato ingenti danni a tutto il movimento. In questa fase della stagione i circoli erano sempre pieni anche per l’afflusso dei giocatori stranieri. Basti pensare che nel 2019 si sono registrati oltre 500.000 green fee dall’estero per un fatturato di circa 30 milioni di euro. Auspico che la riapertura delle frontiere possa avvenire in tempi brevi così da ridare impulso al turismo golfistico. In vista della Ryder Cup 2022 - la prestigiosa sfida fra Europa e Stati Uniti in programma a Roma, al Marco Simone Golf & Country Club – l’Italia infatti si sta confermando una delle principali mete di vacanza per i golfisti di tutto il mondo.
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In questi ultimi due mesi il dialogo tra FIG, circoli, tesserati e addetti ai lavori è stato costante e proficuo. Al fine di poter recepire le esigenze di tutti, è stato anche creato un indirizzo e-mail ad hoc Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Nel Consiglio Federale di aprile abbiamo deliberato il rimborso della quota di affiliazione e aggregazione già versata per il 2020 a favore dei circoli affiliati e delle associazioni aggregate ed è stato confermato, anche per il 2020, il tesseramento per neofiti a 10 euro. Un’iniziativa, i cui proventi andranno ai circoli, che lo scorso anno portò 1985 nuovi iscritti tra agosto e dicembre.
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In attesa di aggiornamenti dal Governo in merito alle modalità di svolgimento delle competizioni, la FIG riterrà l’esercizio e la pratica del golf a livello amatoriale valida ai fini della gestione degli handicap dei giocatori, attraverso l’adozione del sistema Extra Day Scores. Con la ripresa dei principali circuiti professionistici internazionali ci auguriamo poi che i nostri azzurri possano confermare il livello di competitività raggiunto, proseguendo il percorso di crescita verso i Giochi Olimpici di Tokyo.
Fih FEDERAZIONE italiana hockey
Il Presidente SERGIO MIGNARDI
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L’emergenza è arrivata nel pieno svolgimento dei campionati Prato, a 11, degli ultimi tornei giovanili di hockey Indoor, che abbiamo interrotto il 7 marzo stesso; anche nelle convulse comunicazioni delle prime ore c’è stata grande disponibilità da parte delle società, che ringrazio. L’emergenza ci ha portato a interrompere le finali, quando avevamo delle squadre che erano già scese in campo e poi a fermare i campionati, ma ha anche messo un freno alla formazione, alla promozione scolastica, ai festival Giovanili, alla programmazione estiva.
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Nell’Indoor non abbiamo assegnato gli ultimi titoli giovanili. Per quanto riguarda l’hockey su prato abbiamo dovuto interrompere tutta l‘attività e quindi i tanti campionati senior e giovanili, maschili e femminili, gli scudetti della Serie A1, la Coppa Italia, la Supercoppa: tutto, insomma. Per non parlare del Parahockey Europeo che dovevamo ospitare e del nostro evento federale di fine stagione, la Gran Festa dell’Hockey Italiano.
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Noi siamo uno sport dilettantistico, ma ciò non vuol dire che le perdite siano state trascurabili: le abbiamo quantificate in più o meno 800mila euro, tra mancati sponsor, quote e danni, mancati introiti e contributi, spese effettuate e non rimborsabili.
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Bisognerà riconsiderare quasi tutto: la struttura agonistica (con minori costi possibili per le ASD), l’attività territoriale (incentivando quella locale) e sviluppare, con nuove formule, la promozione e la formazione (con la massima semplificazione). Potenzieremo le attività territoriali e le manifestazioni di Prato, Indoor, Beach.
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Il punto è: ripartire quando? Ci sono date? Modalità? Per noi, sport dilettantistico, è ancora prematuro, ma ovviamente abbiamo già messo sul tavolo alcune ipotesi che vanno da settembre 2020, piuttosto che a novembre 2020, ma anche a marzo 2021: perché dobbiamo considerare tutto e seguire le indicazioni, ma anche le garanzie, che le istituzioni ci forniranno. La nostra ripartenza sarà affidata alla promozione, alle attività giovanili e a campionati che avranno una formula eccezionale, come eccezionale è il momento che stiamo vivendo. Avevamo in animo anche di ospitare eventi internazionali: non è detto che ciò non avvenga.
FIpav FEDERAZIONE ITALIANA pallavolo
Il Presidente BRUNO CATTANEO
1
La Federazione Italiana Pallavolo, sin dalle fasi iniziali della pandemia ha sempre dato priorità alla tutela della salute di ogni tesserato. In questo momento così difficile il senso di responsabilità è stato alla base di ogni azione intrapresa, però non è mai venuto meno il lavoro per programmare al meglio la prossima stagione sportiva. La decisione della conclusione tutti i campionati nazionali, regionali e territoriali, senza l’assegnazione degli scudetti, delle promozioni e delle retrocessioni, è stata una scelta sofferta, ma arrivata dopo una profonda riflessione e sempre tenendo conto dei vari DPCM, così come delle Ordinanze emesse dal Governo e dalle Regioni, e delle misure necessarie emanate dalle istituzioni nazionali, regionali e medico-scientifiche.
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Quest’emergenza purtroppo ha reso necessario l’annullamento delle Finali Nazionali Giovanili e del Trofeo delle Regioni: appuntamenti tradizionali e molto importanti per il nostro movimento. A livello di nazionali, invece, con la cancellazione della Volleyball Nations League sono saltate le tappe di Montichiari, Ancona e soprattutto le Finali maschili di Torino. Per quanto riguarda il beach volley di comune accordo con Federazione Mondiale, Coni, Sport e Salute è stato cancellata la tappa mondiale del Foro Italico. Stessa sorte è toccata all’attività legata al sitting volley, come per esempio il campionato italiano per società. Purtroppo sono state rinviate al prossimo anno le Olimpiadi di Tokyo, alle quali con grande orgoglio si erano già qualificate: entrambe le nazionali di volley, nel beach Lupo-Nicolai e alle Paralimpiadi le azzurre del sitting volley.
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Come per tutto il paese e per lo sport italiano, l’emergenza legata al Covid-19 ha avuto un forte impatto economico anche sul nostro movimento. La conclusione dei campionati e dell’attività giovanile di base ha creato perdite che, studi federali, hanno stimato in oltre 20 milioni di euro per la pallavolo di base, a cui si aggiungono i quasi 29 milioni per quella di vertice, ovvero i club di serie A, secondo i dati forniti dalla Lega Serie A Maschile e da quella Femminile. L’analisi relativa alla contingente crisi del movimento, sono stati portati all’attenzione delle autorità governative e politico-sportive, continuando nel proficuo dialogo che è in corso dall’inizio di quest’emergenza.
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Il primo passo per la ripresa dell’attività è stata la stesura del nostro protocollo che a partire dal 25 maggio, consente per pallavolo, beach volley e sitting volley la ripresa degli allenamenti, sempre rispettando le norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento. Ci rendiamo conto della difficoltà conseguente a tale protocollo, ma ribadiamo che lo stesso è stato redatto sulla base di quanto disposto dal DPCM del 17 maggio (articolo 1, punto 1, lettera E). Tale documento, ovviamente, fa riferimento all’attuale quadro normativo e alle limitazioni dettate dal Ministero dello Sport, e proprio per questo verrà aggiornato costantemente in relazione ai successivi provvedimenti che verranno adottati dagli organi governativi, dal CONI e dal CIP.
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La prima azione che abbiamo messo in campo è quella rivolta alla salvaguardia del nostro vero patrimonio: quasi 4300 società presenti su tutto il territorio. Abbiamo stabilito che per la stagione 2020/2021 la quota di affiliazione a carico delle società sarà di soli 15 euro, comprensivi del tesseramento di 6 dirigenti. È stata poi stabilita la riduzione del contributo di tesseramento a carico delle società con particolari agevolazioni per atleti/e italiani e per i tecnici. L’intervento più massiccio, infine, riguarda i campionati giovanili, per i quali nella stagione 2020-2021 abbiamo deciso di farci carico interamente dei contributi di iscrizione e delle tasse gara. Pertanto l’attività giovanile per tutte le società, da quelle di alto livello a quelle di base, è totalmente gratuita.
Questi tre provvedimenti danno vita a un’azione organica e articolata per tutto il sistema pallavolo, il cui impatto economico è vicino alla significativa cifra di 5 milioni di euro.
Fipsas
FEDERAZIONE ITALIANA
PESCA SPORTIVA E ATTIVITÀ SUBACQUE
Il Presidente UGO CLAUDIO MATTEOLI
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La nostra Federazione è una creatura complessa. C’è l’agonismo dei settori pesca di superficie, nuoto pinnato e attività subacquee, ma c’è anche il nostro essere punto di riferimento per migliaia di pescatori e apneisti non garisti che si rifanno a noi per avere informazioni. L’impegno più grande portato avanti è stato, innanzitutto, muoverci a livello politico e confrontarci con chi poteva decidere se le nostre attività, in particolare quelle legate alla pesca ricreativa e valutate a rischio “0”, potessero essere riavviate il prima possibile; poi la vera difficoltà è stata recuperare le mille ordinanze regionali, con tanto di “varianti” comunali, all’interno dei decreti nazionali, pubblicarle sui nostri canali on-line e informare, di volta in volta, non solo i nostri tesserati, ma tutti quelli che ci hanno chiesto come, dove e se potevano muoversi.
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Nel calendario 2020 dei nostri settori agonistici sono state annullate in totale circa 380 competizioni nazionali e 35 internazionali. Alcune gare del Settore Nuoto Pinnato e Attività Subacquee, al momento, risultano rinviate e da disputare entro la fine dell’anno. Per far ripartire l’agonismo, la Federazione sta lavorando sull’organizzazione di stage e allenamenti supplementari rispetto a quelli originariamente in programma, per migliorare le prestazioni dei nostri agonisti. Nel caso si potessero riprendere le competizioni, la Federazione organizzerà molte gare direttamente, a carattere nazionale e promozionale, per restituire ai nostri atleti ciò che non hanno potuto vivere.
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Il danno economico riscontrato è il risultato di numerose criticità che si sono innestate l’una sull’altra. Sicuramente la parte più dolorosa viene da quel 20% in meno di tesserati che mancano all’appello insieme alle società che non si sono affiliate. Le associazioni hanno perso iscritti; non sono stati organizzati corsi, sono state bloccate le attività e le manifestazioni sportive. La perdita c’è, è innegabile, ma la FIPSAS ha messo in moto molte iniziative per bloccare un’emorragia veloce e improvvisa. Ci siamo mossi con interventi specifici per aiutare le piscine, abbiamo dimezzato il costo dell’affiliazione per il 2020 e per il 2021, prolungato la durata della validità della tessera e organizzeremo noi le gare di pesca che ci sarà permesso di disputare.
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A livello organizzativo la FIPSAS è la stessa. E’ nostra volontà, in questa lenta ripresa, ascoltare e sostenere il più possibile i nostri organi territoriali, le società, i collaboratori sportivi, tutte le realtà con cui ci rapportiamo e in cui viviamo, per sanare ciò che si è perso. Abbiamo aperto uno sportello per le società in difficoltà, per consulenza e sostegno burocratico e raccolto le loro relazioni. Anche per aiutare i nostri impianti, siano piscine per il nuoto pinnato e la subacquea, siano i laghetti di pesca. Abbiamo messo a punto protocolli specifici che permettano ad ogni realtà di ripartire. Possiamo contare su diverse possibilità di sostegno, vari fondi stanziati dal governo e dal Credito Sportivo; ci organizziamo per utilizzarli al meglio sul territorio.
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Le limitazioni? E’ presto detto: riguardano gli atleti, i dirigenti, i dipendenti federali e tutti i nostri tesserati, oltre ai pescatori di tutta Italia e le persone comuni. Restrizioni logistiche, negli spostamenti (tutti gli incontri del Consiglio Federale avvengono naturalmente in video chiamata) e in tutte quelle attività che si sarebbero dovute svolgere con numeri elevati di persone e non è stato possibile fare. Giusto così, la sicurezza della gente viene prima di tutto. Il lavoro in FIPSAS non si è mai fermato, anzi, in alcuni momenti è esploso; penso a tutte le ordinanze regionali emanate che hanno ridisegnato l’Italia delle regole e non solo nello sport. Ci sono tantissime attività pensate per ripartire. Ma aspettiamo con ansia la notizia della riapertura delle competizioni: e arrivata quella, del Covid 19 non vogliamo più avere neanche il ricordo.
FIR FEDERAZIONE ITALIANA rugby
Il Presidente ALFREDO GAVAZZI
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Ogni momento storico offre opportunità e sfide, questo non ha fatto eccezione. Sicuramente la scelta di chiudere la stagione 2019/20 anticipatamente, di fatto congelando l’intera attività domestica, è stata ponderata e sofferta. Guardando indietro, sono profondamente convinto sia stata quella giusta: tutte le altre Federazioni ci hanno seguito. Ce lo chiedeva il movimento, era la scelta più giusta per il Paese. Ora abbiamo la possibilità di rivedere il modello complessivo del rugby, in Italia e non solo.
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Le ultime due giornate del 6 Nazioni maschile seniores e U20 sono state rinviate, così come le ultime tre del 6 Nazioni femminile. Italia v Scozia femminile è stato, probabilmente, il primo evento sportivo posticipato causa Covid in Italia. Era il 23 febbraio, entro un mese abbiamo preso la decisione, prima Federazione Sportiva Nazionale ad andare in tale direzione, di sospendere definitivamente la stagione sportiva. Avremmo dovuto ospitare il Mondiale U20 in estate, una manifestazione di altissimo livello che già in due occasioni nel 2011 e nel 2015 aveva contribuito alla promozione ed allo sviluppo del Gioco in Italia: parleremo con World Rugby, la Federazione internazionale, per riportarla nel nostro Paese.
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Allo stato attuale stiamo monitorando con attenzione l’evoluzione periodica del nostro bilancio preventivo 2020, ma determinare in modo chiaro le perdite è prematuro. Di certo, la riprogrammazione delle gare del 6 Nazioni che abbiamo posticipato ed i Cattolica Test Match di novembre, tanto sul fronte del Ticketing che dei diritti televisivi, avranno un’incidenza fondamentale. L’attività internazionale è cruciale per la nostra Federazione, più che per altre, e uno nuovo slittamento o cancellazione delle partite dell’Italia avrebbe ripercussioni significative sul valore della nostra produzione.
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E’ necessario distinguere tra il rugby professionistico, che realisticamente riprenderà nella forma in cui lo conosciamo, con le accortezze del caso, e il rugby di base dove almeno inizialmente dovremo pensare - seguendo l’orientamento della Federazione internazionale - a forme alternative del Gioco. Ripeto, la situazione è fluida, dare certezze è complesso.
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Abbiamo varato il protocollo per la ripresa degli allenamenti a fine maggio, è stato bello vedere che molte società del movimento di base sono tornate rapidamente ad allenarsi, a riaprire, pur nel rispetto delle limitazioni del caso. Con la costituzione del Fondo di Salvaguardia che il Consiglio ha votato nella prima fase dell’emergenza abbiamo contribuito alla messa in sicurezza del movimento, è qualcosa di cui guardandoci indietro potremo essere orgogliosi. Stiamo pianificando la Stagione 2020/21, come potete immaginare le opzioni sono molteplici. I rugbisti sono persone abituate a lottare, è nella natura del Gioco. Ripartiremo.
FIs FEDERAZIONE ITALIANA scherma
Il Presidente GIORGIO SCARSO
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Sin dalle prime battute di quella che sembrava profilarsi come un’emergenza mondiale, come scherma abbiamo avviato interlocuzioni istituzionali con Governo, CONI, CIP, Sport e Salute e con la Protezione Civile, come ad esempio a febbraio quando a Torino abbiamo ospitato la Nazionale cinese che ha preso parte al Gran Prix FIE di fioretto. Quando l’emergenza è scoppiata in Italia, abbiamo scelto di seguire pedissequamente le indicazioni che giungevano dai vari organi di governo, attivandoci sul piano nazionale dapprima per limitare l’attività addestrativa ai soli atleti d’interesse nazionale e poi per verificare la possibilità di confermare le trasferte delle varie Nazionali impegnate in Coppa del Mondo, prima che la Federazione Internazionale stoppasse il calendario.
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Oltre a tutte le competizioni nazionali, tra gli eventi che sono stati annullati per via dell’epidemia, vi è stato il Trofeo “Luxardo”, la tappa di Coppa del Mondo di sciabola maschile a Padova, che rappresenta la “grande classica” del circuito internazionale, dapprima spostato in Germania per il diffondersi dell’emergenza in Veneto, poi in Lussemburgo e sulle cui pedane la Nazionale azzurra di sciabola ha staccato il pass per i Giochi di Tokyo. Tra i tanti appuntamenti che non si sono svolti, anche quelli che avrebbero assegnato i titoli tricolori: dai Campionati Italiani Assoluti e Paralimpici in programma a Napoli, ai tricolori Cadetti e Giovani che si sarebbero dovuti svolgere a Jesi ed infine il 57° Gran Premio Giovanissimi “Renzo Nostini” – Trofeo “Kinder Joy of Moving” che a Riccione avrebbe visto in pedana oltre 3000 atleti under14.
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Dai primi calcoli, la nostra Federazione ha subìto una perdita che va dagli 8 ai 10 milioni di euro. Non si tratta di una perdita solo economico-finanziaria, ma di un vulnus che riguarda tutto il sistema scherma italiano, a partire dalle società, ai tecnici, a quanti lavorano nel mondo della scherma ed a tutto l’indotto che ruota attorno ad un evento agonistico di scherma, tra cui soprattutto i principali appuntamenti stagionali.
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Come Consiglio federale abbiamo varato una manovra che abbiamo definito “poderosa”, con interventi di sostegno alle società, atleti e tecnici, per un totale di oltre 2 milioni di euro tra contributi diretti ed indiretti. Inoltre, per agevolare la ripresa dell’attività agonistica, la stagione 2020-2021 vedrà una rimodulazione del calendario agonistico durante il quale l’attività si svilupperà soprattutto su base regionale, con la fase nazionale che giungerà al termine della stagione al fine di assegnare i vari titoli. Una scelta dettata sia dall’esigenza di alleviare i costi di organizzazione degli eventi a carico delle società e dei comitati regionali, ma anche dall’esigenza di contenere i costi di trasferta per le società, per gli atleti e per le loro famiglie.
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Ci siamo fatti trovare pronti ad ogni indicazione del Governo, redigendo i protocolli di dettaglio per la ripresa delle attività addestrative, frutto del lavoro di un apposito gruppo di lavoro che ha visto la partecipazione di tutte le componenti del nostro mondo ed anche di esperti del Politecnico di Torino. Le sale scherma di tutta Italia stanno riaprendo, adeguandosi a tutte le indicazioni normative ed alle varie prescrizioni. Il nostro movimento saprà farsi trovare pronto il giorno in cui, si auspica quanto prima, arriveranno disposizioni che ci permetteranno di tornare in pedana, sia per le lezioni che soprattutto per gli assalti. La ripresa dell’attività agonistica, vitale per l’esistenza ed il futuro della scherma italiana, sarà vissuta come un momento di festa e sono già allo studio iniziative promozionali ed agonistiche che possano “celebrarla”. Il tutto aspettando Tokyo2021.
FIM FEDERAZIONE MOTOCICLISTICA ITALIANA
Il Presidente GIOVANNI COPIOLI
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L’emergenza Covid-19 è iniziata nel momento in cui la stagione motociclistica sarebbe dovuta entrare nel vivo, quindi il fermo di ogni attività è stato il problema principale. Però grazie a un grande spirito di collaborazione e di squadra, per ogni problema abbiamo cercato (e credo trovato) una soluzione. A livello sportivo, la riprogrammazione dei calendari è stato l’aspetto più delicato ma in questi mesi abbiamo lavorato molto dal punto di vista istituzionale. Abbiamo inviato una lettera aperta, insieme ad ANCMA, al Governo per portare le nostre istanze al premier Conte; nel corso dell’ultimo Consiglio Federale, poi, abbiamo deciso di mettere in atto misure atte a supportare Moto Club e Tesserati, nella fase di ripresa, per un valore di 2 milioni di euro. Precedentemente avevamo già dato impulso ai nostri servizi online e stiamo aggiornando costantemente i motociclisti relativamente alle misure governative. Nel corso delle settimane abbiamo aperto una raccolta fondi in favore della Protezione Civile, firmato un Protocollo di Intesa con Federfarma per la consegna di farmaci a domicilio e attivato nuovi vantaggiosi servizi per Moto Club e Tesserati.
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In questo caso non si tratta di annullamenti ma di rinvii. Mi riferisco a due eventi internazionali che quest’anno avrebbero attirato decine di migliaia di motociclisti. In ordine cronologico, il primo è il Rally FIM, la più prestigiosa manifestazione mototuristica internazionale, inizialmente in programma a Foligno (PG) a fine giugno. Era stimata una partecipazione di oltre 1000 iscritti provenienti da tutto il mondo. Tra agosto e settembre si sarebbe dovuta tenere la Sei Giorni di Enduro, con 700 piloti attesi oltre ad accompagnatori, meccanici, staff delle squadre, stampa internazionale e addetti ai lavori. Nell’Oltrepò Pavese sarebbero arrivate almeno 5.000 persone. Si tratta di eventi che hanno un forte e positivo impatto economico sul territorio e che fortunatamente non sono stati annullati bensì rinviati al 2021. Ciò grazie alla grande credibilità istituzionale che la FMI ha a livello internazionale e alla forte attrattiva del nostro Paese su tutti i motociclisti.
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Come detto, durante il Consiglio Federale di fine aprile abbiamo deciso di attuare misure che genereranno sul nostro bilancio minori ricavi stimati in circa 2 milioni di euro. Per tutti coloro che hanno già ottenuto Licenza/Tessera Sport nel 2020 o che conseguiranno tali titoli entro l’anno 2020, sarà ridotto il costo delle Licenze e delle Tessere Sport per il 2021 in misura proporzionale rispetto al periodo di stop dell’attività. Tutte le omologazioni di impianti che saranno rilasciate per la stagione 2020, comprese quelle già effettuate, saranno valide fino al 31 dicembre 2021 senza costi aggiuntivi per la stagione 2021, ad esclusione di quei casi dove, per modifica del tracciato o per interventi strutturali intervenuti dopo il rilascio della omologa 2020, sia necessaria una nuova ispezione. Il Consiglio Federale ha deciso inoltre che si potrà procedere all’assegnazione di tutti i titoli nazionali e regionali 2020 anche se eventualmente svolti in prova unica.
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Se il riferimento è all’organizzazione dei campionati, ad oggi – fine maggio – abbiamo in programma di ripartire a luglio con le manifestazioni titolate. L’evolvere della situazione dipende anche dalle misure governative adottate e dalle ordinanze di Regioni e Comuni. Se per organizzazione intendiamo invece quella interna, stiamo valutando un progressivo ritorno al lavoro in sede da parte della dirigenza e dei dipendenti FMI dopo un lungo e intenso periodo di lavoro in smart working. Siamo tuttora nella Fase 2, quindi credo che sia necessario attendere ancora alcune settimane per prendere decisioni definitive in merito a questi aspetti organizzativi interni.
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La FMI in questi mesi ha lavorato per farsi trovare pronta a tutte le evenienze, anche ad una ripartenza più rapida del previsto. I calendari delle diverse discipline – che nel nostro caso sono più di venti, ognuna con le proprie peculiarità – sono definiti da giorni e, allo stesso tempo, siamo pronti a modificarli se dovesse essere necessario. Ad oggi le misure governative di riferimento sono il Decreto Legge del 16 maggio e il DPCM del 17, a seguito dei quali abbiamo definito maggiormente i nostri progetti per l’immediato futuro ma soprattutto redatto delle specifiche Linee Guida FMI per la ripartenza dell’attività.
FPI FEDERAZIONE PUGILISTICA ITALIANA
Il Presidente VITTORIO LAI
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La situazione critica ci è caduta addosso in un momento importante, mentre le nostre squadre azzurre erano impegnate nel Torneo di qualificazione olimpica di Londra. Una volta rientrati abbiamo dovuto guardare a questo aspetto e programmare nuovamente la preparazione in vista del prossimo torneo di qualificazione fissato dal CIO nel mese di marzo 2021. Sul fronte della sospensione delle attività nelle palestre siamo subito venuti incontro alle esigenze delle nostre ASD, attraverso contributi meritocratici e soprattutto dando massima disponibilità ad dare corrette informative a tutti i nostri tesserati nonostante la chiusura degli uffici federali, in un momento in cui il rischio di contagio era altissimo, riprogrammando il lavoro in “smart working” sia centralmente che negli organi periferici. Per questo mi sento di ringraziare tutti i nostri dipendenti e collaboratori per la piena disponibilità data alla Federazione e al movimento pugilistico in questo momento difficile ma affrontato dalle nostre ASD e SSD con responsabilità e maturità.
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Questo è stato un grosso problema perché avevamo programmato l’intera stagione e abbiamo dovuto registrare uno stravolgimento generale. Innanzitutto la sospensione del torneo di Qualificazione olimpica, cui facevo cenno prima, e l’annullamento del successivo che si sarebbe dovuto tenere a maggio a Parigi ma deciso direttamente dal CIO. Poi abbiamo dovuto annullare quelli che per noi erano tornei nazionali fondamentali per vedere all’opera i nostri pugili, come ad esempio il Torneo “Alberto Mura” e il “Guanto d’oro” maschile e femminile. Avevamo programmato l’inizio dell’attività agonistica da Marzo con il Torneo Nazionale Femminile Elite 2 Serie e quello maschile, annullati entrambi. Purtroppo siamo stati costretti ad annullare anche la Coppa Italia giovanile riservata ai giovanissimi, non ancora agonisti, un appuntamento molto atteso sia dai comitati regionali che dalla Federazione stessa, perché è in pratica il primo passo importante verso un pugilato preagonistico. Anche i Campionati Italiani Universitari che, sebbene annullati dal Cusi, hanno visto penalizzati tanti nostri studenti tesserati che avevano preparato questa kermesse. Ora siamo al lavoro, in attesa di apposite Linee Guida emanate dal Governo, per trovare soluzioni sanitarie e organizzative per riprendere in pieno la nostra attività competitiva entro settembre.
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Sicuramente in questa situazione di fermo è stato penalizzato soprattutto il lavoro del nostro Ufficio Marketing che ovviamente non ha potuto operare alla ricerca di sponsor e partner vista praticamente una piena sospensione generale delle nostre attività, così come le altre iniziative di programmazione con le televisioni che hanno subito una battuta d’arresto. Sul fronte dei ricavi relativi alle quote di affiliazione e tesseramento si evidenzia una diminuzione di oltre € 130.000. La sospensione dell’attività sportiva e il conseguente clima di incertezza sui tempi e modi di ripresa della stessa, hanno influito direttamente sugli incassi delle quote di tesseramento che, a partire da fine febbraio, hanno subito un graduale arresto. Sul fronte invece dei ricavi della formazione, che aveva una previsione annuale di circa € 200.000, le attività sia a livello centrale che periferico sono parzialmente ripartite ma, sempre nello spirito si sostenere il movimento pugilistico, senza oneri a carico dei partecipanti quindi dovremo considerare al termine dell’anno anche su questo una perdita. Sul piano puramente economico credo che sia giusto precisare che la F.P.I. è una delle pochissime federazioni che interviene totalmente nella spesa dei tesserati per la partecipazione ai tornei ed all’attività agonistica. Noi rimborsiamo le spese di trasferimento e di ospitalità dei tecnici e degli atleti che prendono parte ai nostri tornei e campionati. In pratica tutto quello che avevamo programmato in termini di spesa per questi tornei annullati lo abbiamo impegnato a sostegno delle Associazioni e Società sportive affiliate. Abbiamo anche aggiunto altre somme, stiamo trovando altri fondi e programmeremo nuove misure di sostegno a favore del mondo della boxe.
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Al momento stiamo cercando di adeguare i nostri standard organizzativi alle misure del Governo, del Coni e del Ministero dello sport e Salute. Ci saranno nuove prescrizioni che origineranno, inevitabilmente, nuove disposizioni per attuare modifiche o cambiamenti per organizzare sempre nel migliore dei modi e con le dovute tutele la nostra pratica sportiva. I nostri uffici predisposti all’organizzazione degli eventi, in stretta collaborazione con il settore sanitario e la Commissione Medica Federale, sono già al lavoro per trovare le giuste soluzioni alle future linee guida che saranno poi declinate al pugilato attraverso un apposito comitato tecnico. La boxe è uno sport di contatto pieno e quindi va salvaguardata innanzitutto la salute dei nostri pugili, ma non bisogna dimenticare i tantissimi appassionati per i quali dobbiamo trovare il modo di non privarli dello splendido e coinvolgente spettacolo del pugilato.
FITA FEDERAZIONE ITALIANA TAEKWONDO
Il Presidente ANGELO CITO
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Come prima cosa abbiamo dovuto fronteggiare la gestione degli Atleti di alto livello che erano in raduno collegiale permanente per andare a disputare l’ultima gare di Qualificazione ai Giochi Olimpici di Tokyo. Aver dovuto interrompere in modo cosi cruento un percorso di preparazione che durava da anni e prendere atto che i Giochi Olimpici sarebbero stati posticipati è stato difficile sopratutto sul piano psicologico per gli Atleti, per lo Staff Tecnico e per tutto il movimento. Accettare questa situazione è stata varamente dura. Secondo abbiamo dovuto gestire la chiusura di tutte le nostre ASD sul territorio nazionale attivando da subito un piano di salvaguardia delle stesse.
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Appena avvertito il pericolo reale a cui andavamo incontro abbiamo dovuto annullare tutta l’attività programmata a qualsiasi livello già dal 4 marzo. L’Evento Agonistico più importante da annullare è stato la Gara di Qualificazione Olimpica Europea che era in programma proprio a Milano ad Aprile. Ci eravamo aggiudicati questa gara più di 2 anni fa e avevamo organizzato il tutto al meglio, curando ogni dettaglio. Sarebbe stato l’evento europeo più importante dell’anno, sul piano prettamente agonistico sarebbe stata l’ultima occasione per tutti gli atleti europei per conquistarsi il Pass per realizzare il sogno di partecipare a Giochi Olimpici.
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Ad oggi posso dirvi che abbiamo avuto un danno economico rilevante dovuto alle mancate entrate , da subito abbiamo ritenuto però necessario, nonostante questo, di attivare un piano economico in sostegno alle Asd al fine di ridurre al massimo l’impatto negativo che per forza di cose il blocco delle attività avrebbe provocato sul territorio. Il bilancio delle perdite lo faremo alla fine dell’anno, una cosa è certa, le ricadute negative sia sul piano economico finanziario che tecnico sportivo si protrarranno anche nella stagione 2021-22 .
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Non parlerei di cambiamenti ma di interventi a breve termine e a lungo termine, nel breve termine si tratta di mettere in campo quegli interventi mirati a proteggere l’esistente ed evitare così di disperdere tutto ciò che si è costruito in questi anni, con una particolare attenzione agli Atleti e alle ASD che sono il cuore pulsante della Federazione. Il secondo Intervento, quello più a lungo termine, invece deve riguardare la parte strutturale e organizzativa della federazione. Sarà necessario impostare un piano di ripresa di più ampio respiro che non potrà non tener conto di quello che questa situazione ci ha insegnato. Il mondo dello sport è un mondo straordinario che può disporre di energie e professionalità eccezionali che non si tirano indietro davanti alle sfide più dure, e sopratutto le sfide ama vincerle. Forti di questo spirito dobbiamo affrontare questa situazione con la giusta determinazione e superarla. Io credo fortemente nelle nostre potenzialità e nelle varie competenze del mondo sportivo più in generale. Per realizzare al meglio tutto questo sarà necessario però che le federazioni abbiano a disposizione strumenti e mezzi straordinari. Impensabile di poter far fronte ad una situazione come questa con gli stessi strumenti che abbiamo avuto a disposizione fino ad oggi. Tutti i comparti e le istituzioni, che hanno a cuore il mondo dello sport ne devono essere consapevoli e supportare chi lo sport lo conosce davvero e lo vive tutti i giorni. Io credo realmente che lo sport con i suoi valori possa oggi aiutare più che mai la Società a risollevarsi. Se non si capirà questo, il dopo Covid rischia di essere peggiore del periodo di emergenza stesso. Dobbiamo essere consapevoli che andiamo verso un periodo dove si accavalleranno impegni internazionali, quali possono essere gare di qualificazioni olimpiche ancora da fare, attività nazionali e internazionali da dover svolgere e che il tutto dovrà coesistere con la riorganizzazione che a causa del Coronavirus le federazioni dovranno necessariamente attuare. Tutto questo avverrà a pochi mesi delle Olimpiade già programmate a fine Luglio. Tutti dobbiamo essere consapevoli di ciò che ci aspetta e avere molto buon senso nel fare le scelte giuste e soprattutto veramente utili al mondo dello sport e al Paese, naturalmente ognuno nel proprio campo. Sottovalutare tutto questo sarebbe imperdonabile.
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Attualmente siamo ripartiti con un Protocollo che non contempla il combattimento, che come potete ben capire è fortemente limitativo per noi, ma per il momento è giusto così. Meglio essere cauti e continuare a tenere la guardia alta. Tutta l’attività agonistica è ferma ma è importante per tutti noi aver comunque ripreso le attività nelle palestre se pur con tutte limitazioni del caso. Questo periodo sarà particolarmente importante per abituare tutti i nostri associati ad adottare i giusti comportamenti in previsione della ripresa a Settembre. Rimane, infatti, la speranza che dopo l’estate si possa ripartire con un protocollo meno rigido e con l’attività agonistica, magari concludendo l’anno con lo svolgimento della gara i qualificazione Olimpica Europea in Italia come avevamo programmato. Questo si che sarebbe un bel segnale per tutti per un ritorno ad una normalità di cui tutti abbiamo bisogno.
comitato italiano paralimpico
Il Presidente LUCA PANCALLI
Emergenza Virus, Sport Club ha incontrato il Presidente Luca Pancalli
Presidente, quali sono stati i principali problemi che avete avuto nel gestire l’emergenza sia a livello centrale, che territoriale?
L’emergenza planetaria causata dalla diffusione del COVID-19 ha messo a dura prova tutti noi e cambiato nel profondo le nostre viste. Il mondo dello sport, come tanti altri settori della nostra società, ha dovuto affrontare una fase molto critica sia dal punto di vista organizzativo che economico. Penso ai tanti istruttori e tecnici rimasti senza occupazione, alle società sportive – vero cuore pulsante del movimento sportivo italiano - molte delle quali hanno rischiato di chiudere i battenti, per arrivare alle palestre e ai centri sportivi disseminati in tutto il Paese. Ma lo stop alle attività sportive ha causato grandi disagi anche dal punto di vista sociale: basti pensare alle tante persone con disabilità per cui lo sport rappresenta non solo un’importante occasione di socialità ma anche un imprescindibile strumento di sostegno e di benessere. Nei giorni del lockdown il mio pensiero è andato spesso ai ragazzi con disagio intellettivo e relazionale o con spettro autistico - una parte della nostra grande famiglia sportiva - che hanno vissuto un isolamento ancora più duro degli altri. Per questi ragazzi e per le loro famiglie i momenti trascorsi negli impianti sportivi rappresentano, infatti, una valvola di sfogo fondamentale, una parte del percorso riabilitativo-terapeutico. Ecco, la nostra difficoltà è stata affrontare contestualmente problemi di differente natura con la necessità di offrire subito delle risposte a tutti. Non è stato semplice ma a oggi, grazie anche all’aiuto delle istituzioni, possiamo dire di non aver lasciato nessuno indietro.
Quali i principali eventi che le federazioni ed il CIP hanno dovuto annullare?
L’emergenza sanitaria ha causato, come noto, lo slittamento al 2021 delle Paralimpiadi. Una decisione non senza conseguenze. Questa situazione ci ha obbligati a riprogrammare le attività dell’anno in corso e a ricalibrare il lavoro delle strutture. Sono inoltre saltate molte gare internazionali che avrebbero messo in palio i pass per i Giochi. Molte Federazioni, inoltre, hanno dovuto cancellare la partecipazione agli eventi sportivi internazionali: una lunghissima lista di eventi, che comprende competizioni come – solo per citarne alcuni - gli Europei di Paradressage, gli Europei di Para-Ice Hockey, i Trisome Games, i Mondiali di Para Badminton, i Mondiali di Paracanoa, gli Europei di Atletica Paralimpica in Polonia.
Ci può quantificare la perdita economica complessiva e delle singole federazioni in questi mesi di lockdown?
Ad oggi è impossibile quantificare le perdite economiche delle Federazioni. Un’analisi che, probabilmente, potremo fare alla fine dell’anno. La nostra speranza, però, è che gli strumenti messi in campo dal Governo, dalle Regioni e gli Enti Locali, dal Coni e dal CIP possano attenuare le perdite di questi tre mesi di inattività. Il nostro sguardo, ovviamente, è rivolto in particolare alle società sportive che in questi mesi hanno pagato un prezzo veramente alto.
A livello organizzativo che tipo di cambiamenti pensate di attuare e quali le linee guida da estendere ai Comitati Regionali?
Come tutte le situazioni straordinarie questa emergenza ci ha dato l’opportunità di riflettere anche sull’organizzazione interna e sulle modalità di lavoro del nostro Comitato. La necessità di raggiungere in modo capillare i territori ha favorito una più stretta collaborazione tra la struttura centrale del Comitato Italiano Paralimpico e i suoi Comitati regionali. Abbiamo messo in piedi un coordinamento in grado di poter garantire uno scambio reciproco fra la sede nazionale e i territori e allo stesso mettere in collegamento fra loro le sedi regionali del CIP. In questo senso l’uso della tecnologia ci ha consentito di fare un notevole salto di qualità. In questi 3 mesi abbiamo dato vita a 3 Giunta nazionali, tutte in video-conferenza. A due di queste ha preso parte il Ministro per lo Sport e le Politiche Giovanili Vincenzo Spadafora. Nello stesso periodo ho potuto partecipare, a distanza, alle riunioni dei Comitati Regionali e Provinciali del CIP potendo in questo modo conoscere ancora più a fondo le esigenze del territorio. Il nostro obiettivo è riuscire a creare una mappatura dello sport paralimpico, ancora più puntuale e dettagliata, in tutto il territorio italiano.
Ci può illustrare quali sono i vostri programmi e relativi finanziamenti messi in campo per sostenere l’associazionismo di base.
Abbiamo dato il via libera a un finanziamento di 5 milioni di euro destinato al sostegno dell’associazionismo sportivo di base al fine di fronteggiare la crisi economica causata dalla pandemia da COVID-19 e favorire la graduale ripresa delle attività. Alle Federazioni spetterà il compito di individuare i beneficiari dell’intervento e l’ammontare del contributo secondo specifici criteri approvati dalla Giunta nazionale del CIP. Il Comitato Italiano Paralimpico, all’esito provvederà all’erogazione delle somme. Potranno accedere ai contributi le Associazioni e le Società Sportive Dilettantistiche che abbiano sede sul territorio italiano, siano iscritte al registro Nazionale CIP o CONI e abbiano svolto attività paralimpica nell’anno 2019. Abbiamo inoltre deciso di concedere gratuitamente il Centro di Preparazione Paralimpica, per la stagione sportiva 2020/2021, a tutte le società sportive che ne faranno richiesta e che risponderanno ai requisiti stabiliti. Il Centro di Preparazione Paralimpica, sino ad oggi, era destinato gratuitamente solo agli atleti paralimpici appartenenti alle nazionali o alle Federazioni per le loro attività. Anche in questo modo abbiamo voluto dare un sostegno alle società sportive in difficoltà. Come ripartiranno le attività e che limitazioni metteranno in “campo” le diverse federazioni, fino a nuove disposizioni del governo?
Tutte le Federazioni e le Discipline Sportive Paralimpiche hanno elaborato specifici Protocolli in attuazione alle Linee Guida emanate da parte dell’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tutti, nel nostro mondo, hanno risposto con senso di responsabilità ed entusiasmo. Sono sicuro che presto riprenderemo a vivere lo sport insieme con passione e grande emozione.