TAEKWONDO - NOI SIAMO PRONTI
INTERVISTA A CLAUDIO NOLANO
DIRETTORE TECNICO
DELLA NAZIONALE ITALIANA
Con la lenta e graduale uscita dal lockdown nel quale l’Italia è stata confinata dal Covid, si sono rimesse in moto anche le macchine sportive, con gli atleti di tutta la Nazione che hanno potuto tornare ad allenarsi.
Dopo due mesi di allenamenti casalinghi e di fai da te, dove ognuno si è arrangiato come meglio ha potuto, anche la Nazionale di Taekwondo ha ripreso i suoi allenamenti sotto lo sguardo attento del Direttore Tecnico Claudio Nolano, più carico e pronto che mai.
“Durante questo periodo ho pensato intensamente e senza sosta a come impostare gli allenamenti alla ripresa, viste tutte le restrizioni del caso. Ho pensato fosse l’ora di portare innovazione e nuovi metodi di allenamento.
Qui a Roma siamo stati fortunati ad essere stati solo lambiti da un virus che avrebbe creato senza alcun dubbio grossi problemi: noi atleti e sportivi, per mestiere, siamo abituati a confrontarci e ad affrontare il rischio, sebbene si parli di un rischio diverso, e nonostante ciò sono contento che tutti ne siamo usciti illesi. Sappiamo tutti le difficoltà che ha portato, e porterà ancora, vivere in questa situazione, soprattutto per uno sport come il nostro, che si basa sul contatto fisico con l’avversario: per questo ho cercato di trovare un’idea per andare avanti al massimo delle nostre possibilità, cercando di ovviare a quelle che sono regole e direttive con le quali dobbiamo fare i conti.
La mia idea è partita da un presupposto: gli atleti, alle volte, si sentono supereroi e vogliono andare oltre i limiti, anche se questo va contro le regole e il buonsenso. Per questo abbiamo scelto di fare subito un punto della situazione e, come Federazione, abbiamo istituito un protocollo adattandolo al nostro sport, che è uno sport di contatto, del quale dobbiamo per forza di cose fare a meno. Abbiamo pensato quindi che sarebbe stato inutile allenare tecniche di calcio e tattiche di gara, dal momento che non ci saranno utili nell’immediato, e abbiamo pensato che i ragazzi dovessero cogliere quest’opportunità per trarne benefici.
La scelta è stata quindi quella di improntare gli allenamenti sui loro punti deboli, cercando di migliorare aspetti fisici e tecnici che magari, con un calendario fitto come il nostro, vengono lasciati un po’ indietro durante l’anno. C’è stato subito grande apprezzamento da parte dei ragazzi, e voglia di ripartire, anche se a lungo andare questo è andato scemando. A due settimane dalla ripresa ho visto un po’ di distrazione, soprattutto per la mancanza di obiettivi, e vedendo questo ho cercato di cambiare e progettare un allenamento nuovo con prove di forza e resistenza tutto basato sempre sul Taekwondo, anche se ho voluto cercare di creare nella testa dei ragazzi la volontà di misurarsi con loro stessi attraverso queste prove. L’ho definito un periodo di condizionamento, dove ho annunciato che avrebbero avuto degli allenamenti importanti, in notturna o mattina presto, con specifiche prove. Sto rischiando, consapevolmente, di andare contro ad un sovraccarico e ad un sovrallenamento, ma la carica motivazionale era troppo bassa per non correre il rischio: bisogna tutelare gli atleti ma anche tenerli con la guardia alta.
Il mio obiettivo è quello di vedere se si può fare qualcosa di diverso, senza scimmiottare nessuno, perché come cambia il mondo intorno a noi, anche noi dobbiamo farlo per tenere il suo passo.”