L’Italia del rugby
L’Italia del rugby è un’Italia che combatte, è una storia fatta di passione, sport e amicizia.
Il Torneo Sei Nazioni, nel quale la nazionale italiana ha debuttato per la prima volta a Roma nel 2000 allo Stadio Flaminio con una storica vittoria sulla Scozia, l’allora campione in carica, rappresenta un appuntamento irrinunciabile per i tanti appassionati ma anche per i curiosi provenienti da tutto il mondo.
Si tratta del più antico e prestigioso torneo del mondo rugbistico, il più importante a livello internazionale di rugby a 15 dell’Emisfero Nord ed inizialmente, a partire dalla sua nascita che risale al 1883, era disputato tra le quattro nazionali britanniche Galles, Inghilterra, Irlanda e Scozia. Successivamente all’ingresso nel torneo anche della Francia venne rinominato Cinque Nazioni ed ha assunto l’attuale nome Sei Nazioni a partire dal 2000 quando è stata ammessa anche l’Italia.
Quest’anno è quindi una data importante perché si festeggia il ventesimo anno di partecipazione italiana che vedrà in campo tra febbraio e marzo, oltre agli Azzurri allo Stadio Olimpico, anche la squadra nazionale femminile e l’Under 20 impegnati nei rispettivi tornei.
L’Italia ha già esordito il 1 febbraio al Principality Stadium di Cardiff contro i campioni in carica del Galles non riuscendo purtroppo ad avere la meglio e si prepara per la prossima sfida contro la Francia.
Sabato 22 febbraio giocherà in casa allo Stadio Olimpico contro la Scozia, per poi tornare nella Capitale il 14 marzo contro l'Inghilterra vice-campione del mondo nella quinta e ultima giornata del Torneo: nel mezzo, la trasferta del 7 marzo a Dublino contro l'Irlanda.
Sul fronte delle altre due nazionali, la femminile e l’Under 20, si riscontrano già i primi risultati. L’Italdonne ha respinto l’assalto gallese vincendo la prima partita del torneo e questo fa ben sperare per una competizione in cui ci si aspetta un alto livello di gioco per le azzurre. Per la prima volta quest’anno è stato istituito anche un premio dedicato alla giocatrice migliore del Torneo, segno che il gioco femminile negli ultimi anni sta crescendo ed avendo un ottimo riscontro di pubblico. Stesso risultato anche per l’Under 20 che si è imposto all’esordio in Galles.
Lo sport della palla ovale richiama tifosi di ogni età e rappresenta l’incontro perfetto tra sport e amicizia. Veicola i valori fondanti dello sport, come la sana competizione nel doveroso rispetto dell’avversario e dedica il famoso “terzo tempo” al confronto amichevole delle due squadre sancito da una vera e propria festa che unisce giocatori e tifoserie avversarie.
Non è dunque solo competizione sportiva: il Torneo Sei Nazioni è portatore da sempre anche di valori sociali e culturali e rappresenta un momento di festa, musica e danza coinvolgente per le strade della capitale.
Sulla scia delle iniziative di Social Responsability che lo caratterizzano, anche quest'anno la Federazione sosterrà progetti in favore della città. Un accordo con l’Amministrazione capitolina, ormai consolidato da qualche anno, prevede la possibilità di entrare gratuitamente ai Musei Capitolini per tutti i titolari dei biglietti delle partite che si svolgeranno a Roma.
L’evento rappresenta non solo una vera risorsa turistica ed economica per la nostra città, ma ha un forte appeal anche in termini di appetibilità per sponsor e investitori con un evidente ritorno anche economico e di immagine.
In conclusione - oltre a rivolgere i miei complimenti al giocatore con più caps nella storia dell’Italia, Sergio Parisse, che ha annunciato che disputerà il suo ultimo match con gli azzurri in casa proprio durante il Sei Nazioni di quest’anno - non posso che fare un augurio speciale per la nazionale nella speranza di un grande risultato e fare a tutti i complimenti, Federazione inclusa, per le forti emozioni che sanno regalarci.