Grand Prix di Roma
Anno II
È noto che, nel mondo dello sport, non sia poi così difficile, impossibile, raggiungere un successo. Bisogna avere le basi, allenarsi duramente e alla fine si centra l’obiettivo. Si può vincere un torneo, una partita, entrare nelle top ten ecc. ecc. La vera difficoltà arriva quando devi dimostrare di meritare quel successo, di saperlo confermare rimanendo costantemente nel tempo ai massimi livelli.
Un esame dopo l’altro, praticamente all’infinito in carriera, per continuare a essere nel ristretto club degli atleti da battere. Beh, in fondo è quello che capiterà quest’anno all’Italia del taekwondo. Non a un atleta, a una squadra, a un protagonista. Ma a un intero movimento, che si confronterà per il secondo anno consecutivo, con il mondo del taekwondo in occasione dell’ultima tappa del Grand Prix 2019 che si disputerà, come lo scorso anno, al Foro Italico.
Ci sarà tutto nei 3 giorni in programma il 7,8 e 9 giugno nella capitale: agonismo, organizzazione, spettacolo, confronto internazionale. Dodici mesi fa la federazione italiana fu capace di lasciare tutti meravigliati, grazie alla sinergia creata con il Coni e al sostegno del Comune di Roma che permisero per la prima volta di portare a Roma un evento di taekwondo di così elevato spessore mondiale. Adesso il nuovo esame, tra poche settimane. “Già, ci siamo” – dice sorridendo Angelo Cito, presidente della Fita, che ha voluto questo appuntamento al punto di arrivare a fare quanto nessuno era riuscito a fare in passato. Come gli riconobbe lo scorso anno pubblicamente lo stesso presidente del Coni, Giovanni Malagò. “Si riferisce alla copertura dello Stadio Nicola Pietrangeli? – ci domanda Cito – Beh, sì è vero. Ma è solo una delle scommesse che abbiamo vinto, grazie allo stesso Coni e al Comune di Roma che ringrazio per il loro indispensabile sostegno per la buona riuscita dell’evento. L’idea all’inizio era ritenuta quasi folle. Ma alla fine, rispettando la sacralità del tempio del tennis italiano, siamo riusciti a fare quello che lo stesso tennis non era mai riuscito a realizzare. Creando qualcosa di unico al mondo. È stato uno degli ingredienti vincenti dello scorso anno, che ha portato il Grand Prix di Roma, dopo appena una edizione a essere l’evento più atteso del calendario. Ora però, è vero, tutti ci aspettano al varco. Ma a noi del taekwondo piacciono queste sfide e quindi siamo pronti a raccoglierla”.
Difficile migliorarsi, forse. Ma quest’anno si parte con il piede giusto grazie ad un’altra importante sinergia che rende il Grand Prix praticamente completo nella sua offerta sportiva, la sinergia con SkySport che diventa media-partner dell’evento. “Devo ringraziare la squadra di SkySport con cui abbiamo trovato una immediata sintonia – spiega il presidente Cito -. Ci siamo seduti intorno a un tavolo e dopo pochi minuti ci siamo stretti la mano. Grazie a loro sarà fatto qualcosa di importante per dare ulteriore visibilità all’evento, con la dirette di semifinali e finali delle varie categorie, che prenderanno il via alle 20, in uno scenario reso ancora più affascinante dallo svolgimento delle gare in notturna.
L’impegno che SkySport mette aldilà degli eventi da sempre trasmessi, rappresenta per le discipline come la nostra un ulteriore importante stimolo. Ci auguriamo che sia il primo appuntamento di una lunga serie”. La copertura giornalistica dell’evento sarà garantita anche dalla Gazzetta dello Sport che seguirà con uno speciale sul giornale e un appuntamento quotidiano sul sito web, il Grand Prix. Ma cosa ci racconteranno quest’anno i media?
“Ci racconteranno in sintesi alcune bellissime giornate di sport, fatte di agonismo ai massimi livelli internazionali ma non solo. A me interessa sottolineare anche l’aspetto sociale che vogliamo dare all’appuntamento. Lo sport vuole essere un richiamo affascinante, bello, spettacolare, per unire tante persone.
Quest’anno ad “accompagnare” il Grand Prix ci saranno altri due eventi importantissimi per la nostra federazione. Il Trofeo Kim&Liù, un torneo riservato ai bambini, che nella sua storia ultradecennale è riuscito a diventare un appuntamento internazionale, a cui prendono parte insieme ai bambini le loro famiglie che arrivano dalla Spagna, dalla Francia e da altri Paesi europei. Poi, subito dopo, ci sarà l’Olympic Dream Cup, altra “invenzione” della Fita. In gara sono impegnate le squadre regionali, che quest’anno schiereranno per la prima volta anche i seniores”. Ma, le novità non finiscono qui.
Ci sarà spazio infatti anche per un’altra prima assoluta, quella del Free Style che vedrà in gara i migliori 8 atleti del mondo in un confronto altamente spettacolare. A fare da cornice alla kermesse sarà il bellissimo scenario del Foro Italico.
Il taekwondo raccoglierà il testimone dagli internazionali di tennis, potendo così disporre anche di un mini villaggio e di una ampia aerea verde a disposizione delle migliaia di persone che arriveranno. 35 mila quelle attese quest’anno a Roma. Un record assoluto. C’è poi il capitolo Demo Team, la squadra dimostrativa della federazione mondiale, impegnata costantemente nel mondo con finalità umanitarie, all’insegna di un messaggio di pace. A cominciare da quella che lentamente e faticosamente il taekwondo ha iniziato a costruire tra le due Coree. Il Demo Team arriverà in Italia qualche giorno di anticipo e prima di chiudere la sua trasferta a Roma, farà tappa in alcune città tra cui Milano, Torino, Napoli, Bari, Lecce e Matera.
Ma, in tutta questa celebrazione sportiva, la parte agonistica resta naturalmente in primissimo piano. Il Grand Prix di Roma rappresenta una tappa importantissima sul percorso che porterà i migliori atleti ad essere protagonisti a Tokyo 2020. Si assegnano punti pesanti e gli italiani, rimasti lontani dai podi lo scorso anno, vogliono essere protagonisti. “Nel 2018 eravamo all’inizio di un nuovo percorso tecnico affidato a Claudio Nolano – spiega Angelo Cito -. Dopo l’assenza a Rio, abbiamo dovuto voltare pagina e ricominciare, archiviando i bellissimi momenti che ci avevano regalato Carlo Molfetta (oro a Londra, oggi team manager azzurro) e Mauro Sarmiento (argento a Pechino, bronzo a Londra e oggi testimonial della nazionale). Siamo ripartiti e stiamo lentamente ma puntualmente avvicinandoci ai massimi livelli. Abbiamo una squadra giovane, con ragazzi e ragazze che hanno una età media di 20-21 anni.
I nomi? Li lascio fare al Direttore Tecnico Claudio Nolano, questa responsabilità è tutta sua. Io penso al resto. Sono onesto, sarebbe bellissimo vedere un azzurro salire sul podio a Roma. Ma non sarà assolutamente facile. C’è ancora un gap da colmare con i più bravi”. Quel gap che per il momento è stato certamente annullato per quanto riguarda il Gran Prix di Roma, diventato anzi in un solo anno un punto di riferimento, un modello a cui tutte le federazioni si ispirano. Non è stato certo un caso se la WT lo scorso anno ha assegnato proprio alla Fita il premio come migliore federazione al mondo.