Al Circolo Canottieri Aniene la presentazione del libro dedicato a Felice Pulici
di Niccolò Faccini
Felice Pulici: una vita da numero uno. Nella magnifica location del Circolo Canottieri Aniene di Roma è andata in scena la presentazione del libro intitolato ad uno dei più grandi estremi difensori della storia biancoceleste. Il volume di Lazialità “Per sempre Felice. Pulici, una vita da numero uno” è così l'occasione per radunare tantissimi laziali e ricordare ancora una volta l'indimenticato Felice. Tantissimi gli ospiti del mondo Lazio presenti all’evento organizzato e presentato da Guido De Angelis. La sala del meraviglioso Circolo è gremita e si può iniziare ad addentrarsi nel racconto delle gesta del Felice calciatore e soprattutto del Felice uomo. Celebre la sua frase densa di lazialità, che apre anche il volume: "La Lazio non è una squadra di calcio. La Lazio ti entra dentro, ti cattura, è lei che ti sceglie, e come i giovani figli di Sparta attrae a sé solo chi è disposto a soffrire, perché quando c'è la Lazio in mezzo non c'è mai nulla di facile”. Tantissimi gli spunti, il racconto si evolve dalle origini (oratorio ed esordio in serie B con la maglia del Lecco) fino all'avventura al Novara del presidente Tarantola e del tecnico Parola; dall'arrivo alla Lazio (Piola e Lovati furono letteralmente stregati) alla cavalcata per lo scudetto, passando per il 10 ottobre 1971 (Lazio-Novara 5-2), per le "uscite alte" (su cui per molti era carente), per quella stracittadina del 31 marzo 1974. Dalla doppia gioia (il tricolore e la nascita del figlio Gabriele) al rapporto con Giorgio Chinaglia, dalla Nazionale al derby del 1976 con rete decisiva di Bruno Giordano.Ancora scrosci di applausi.
Il ricordo di Giovanni Malagò: "Quando Guido mi ha chiamato ho pensato di essere felice dell'invito, era doveroso che io venissi. Non tutti sanno quello che è stato il percorso di Felice post-carriera da calciatore, era un generoso d'animo, una persona con uno spirito incline ad aiutare il suo mondo, che poi non era circoscritto solo a un contesto. E' stata un'epopea incredibile, è divenuto vice-presidente del comitato regionale del Lazio del CONI con una formidabile capacità di entusiasmare anche in contesti insospettabili, con i disabili, coi bambini nelle scuole primarie, in provincia (Frosinone, Rieti, Viterbo, Latina). Era appagato di questo suo ruolo, completamente da volontario anche sotto il profilo del rimborso spese, precisazione in linea con la qualità della persona. Un altro elemento curioso: il presidente era Riccardo Viola, per cui ogni tanto questi mondi si parlavano. Bisogna sdoganare questo concetto di provincialismo, poi quando rispondeva ai tifosi anche da Guido c'era un Felice fedele alla sua causa, alla sua storia, di un ragazzo partito da una provincia della Brianza ed arrivato in questa meravigliosa ma anche caotica e folle città che è Roma, divenuto un baluardo, un portabandiera. Felice era più romano di tanti romani che mai abbiano giocato nelle squadre della Roma e della Lazio. Lui ha vinto tanti pregiudizi, Pulici volava alto. Felice era tutto questo per antonomasia, lui incarnava l'umiltà. E' doveroso un mio atto di gratitudine a questo grande uomo, a questa grande persona”.