I social network sono realmente utili per il tuo business?
di Elisa Bianchedi
Viviamo in un mondo che non rallenta mai, che lascia indietro coloro che non sono in grado di rimanere al passo. Così, in pochissimo tempo, abbiamo assistito alla nascita di questo nuovo modo di fare marketing, tutto virtuale, che ci ha messo nelle condizioni di imparare un linguaggio che ai più era sconosciuto.
La pubblicità sui social, ad oggi, è accessibile a chiunque. Con pochi soldi (se ben amministrati) si possono ottenere interessanti tassi di conversione. Ma quando i social network sono realmente utili per il nostro business? Come facciamo a capire se ci siamo imbattuti in una strada sbagliata? Quali sono le figure che possono aiutarci in modo professionale?
Se si ha una piccola attività imprenditoriale e si decide di tentare la via della pubblicità sui social network ci sono delle cose che si devono assolutamente sapere.
- Facebook non darà nulla per nulla. Il social network più famoso di tutti è gratis esclusivamente per i privati che lo utilizzano senza scopo di lucro. Perciò sarà gratis aprire una fanpage, ma non lo sarà rendere visibili i contenuti al suo interno. Il motivo è semplice, si tratta di vera e propria pubblicità e Facebook non ha nessuna intenzione di far crescere aziende senza che queste si approprino in modo proficuo per tutti, di uno spazio pubblicitario.
- Utilizzare Facebook come una vetrina non farà altro che rendere la fanpage poco interessante, trascinandola giorno per giorno in un baratro nero in cui non esistono persone disposte a perdere tempo per leggere della pubblicità.
- Il numero di fan non è importante quanto può sembrare, anzi. Le persone che ci seguono, se non sono interessate realmente al nostro prodotto e se non sono effettivamente potenziali clienti, faranno della nostra fan base un agglomerato di contatti del tutto inutili che contribuiranno alla dispersione delle informazioni che vorremmo veicolare.
Facebook non è gratis per le aziende, ma cosa vuol dire? Significa che per avere uno spazio e un pubblico che ci legga, Facebook chiede un investimento. Una fanpage si apre gratuitamente, ma ogni qualvolta andremo a pubblicare qualcosa il sistema renderà il contenuto visibile a una percentuale bassissima di persone che hanno espresso apprezzamento alla nostra pagina. Questa si chiama portata organica, cioè visibilità gratuita. Quindi, approssimativamente, accadrà che su 100 follower solo 5 o 10 di loro vedranno il contenuto da noi pubblicato. Per questa ragione il contenuto dovrà essere sponsorizzato in modo tale da renderlo visibile anche agli altri. A quel punto, attivando una campagna sulla fanpage, sarà possibile selezionare anche il pubblico al quale mostrare il contenuto. Molto banalmente: se il nostro business è costituito dalla vendita di componenti odontoiatrici selezioneremo un target adeguato, escludendo coloro che non si occupano di odontoiatria. Questa operazione ci renderà visibili solo a coloro che potrebbero realmente essere interessati, attirando l'attenzione di veri clienti potenziali. Questo ci porta al secondo punto fissato, ma bisogna fare un'introduzione: Facebook è un luogo dove la gente cerca distrazione, una piazza in cui potersi raccontare. La pubblicità come siamo abituati a concepirla, in questo contesto, non trova facilmente spazio. Basti pensare a tutte quelle volte che si cambia canale durante la pubblicità in televisione. Nessuno è disposto ad ascoltare o a leggere costantemente suggerimenti sul come spendere i propri soldi. Perciò, un negozio di scarpe fallirà nella sua impresa se l'unica sua attività su Facebook sarà quella di pubblicare le foto della merce con rispettivi prezzi e inviti all'acquisto.
Una fanpage non può essere utilizzata come un contenitore di banner pubblicitari se si vuole interessare e conquistare potenziali clienti. Si deve studiare un piano di contenuti che parlino e raccontino l'azienda, offrendo le distrazioni e l'ironia che spesso il pubblico va cercando.
La comunicazione severa e istituzionale sui social paga poco e spesso rischia di far bruciare un sacco di soldi investiti. Nello specifico, anche andando a sponsorizzare un contenuto se questo non sarà in linea con il gusto dell'utente che fruisce del social, non si otterrà alcun risultato concreto. Si ricorda infatti che il proprietario di una fanpage paga Facebook per mostrare il contenuto a potenziali clienti, ma ciò non obbliga questi ad apprezzare con un “like” o con una condivisione. Se il contenuto non è interessante rimarrà tale anche sponsorizzandolo.
Con questo arriviamo al terzo punto: il numero di fan non è determinate come numero in sé. Vantarsi di avere 10.000 follower è un enorme errore se questi non sono profilati (o peggio, se sono acquistati). Un milione di follower non profilati valgono meno della metà di dieci follower acquisiti in modo selezionato. Uno dei grandissimi errori che si fanno è quello di invitare tutta la lista amici a mettere il tanto agognato “Like” alla nostra fanpage. La signora del piano di sopra che non ama lo sport non è interessata al nostro business basato sulla vendita di scarpe tecniche per la corsa, non ci serve il suo interesse.
Uno dei vantaggi di questo modo di fare pubblicità è proprio la possibilità di scegliersi, quasi con precisione chirurgica, il target al quale mostrare i nostri contenuti. Meglio quindi non sprecare questa occasione andando a raccogliere consensi che non verranno mai monetizzati. Sarebbe come mostrare la pubblicità di una pasticceria di Milano in centro a Napoli: operazione totalmente inutile.
Questo è ciò di cui si dovrebbe tenere conto quando si prende la decisione di aprire una pagina Facebook con lo scopo di aumentare la portata dei nostri affari. Facebook (così come gli altri social) possono essere una risorsa preziosa per il nostro business, ma possono rivelarsi una vera e propria zappa sui piedi se non amministrati con cognizione di causa. Per questa ragione, soprattutto nella fase iniziale, sarebbe buona norma affidarsi a un esperto di comunicazione social.