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L’essere umano: una macchina sportiva

“Real bodies” mette in mostra le potenzialità e la complessità del corpo, utilizzando lo sport come incarnazione della perfetta della macchina umana.

di Giuliano Giulianini

Circondata da un alone di stravaganza e curiosità, in seguito alle voci di turbamenti e polemiche causati a visitatori particolarmente sensibili, è tornata a Roma “Real bodies”, la mostra dei corpi umani “reali” il cui decadimento è stato interrotto col metodo della “plastinazione”. Sgombriamo subito il campo: non è una galleria di corpi in posa, fine a se stessa o pensata per scioccare. Piuttosto è un viaggio completo, ed anche complesso, nel corpo umano, mostrato come la macchina meravigliosa ed infinitamente intricata che è.

L’uomo vitruviano
L’allestimento sembra celebrare ed accentuare la sacrale bellezza della natura umana, sottolineata anche da video e immagini grafiche alle pareti, degne quasi di una galleria d’arte. Il cuore della mostra sono le decine di corpi interi e le centinaia di organi e parti anatomiche. Uomini, donne, bambini; giovani e non; presumibilmente di tutte le etnie, perché senza quei pochi millimetri di pelle di cui tutti i corpi sono privi è impossibile distinguere tra orientali, africani, caucasici o qualunque altra “categoria” o colore. Lo spirito con cui si deve entrare non è la pruderie o la ricerca dell’orrido: non si avrebbe soddisfazione. Viene premiata invece la curiosità scientifica, la sete di sapere come siamo fatti e come funzioniamo nel profondo. Lo spirito guida è quello di Leonardo Da Vinci, le cui tavole anatomiche aprono il percorso espositivo. La prima sala infatti espone alle pareti frammenti dei codici leonardeschi come il celebre uomo vitruviano e addirittura il disegno di un amplesso. La sorpresa è che i corpi esposti riproducono quei disegni, conferendo loro la tridimensionalità e la “realtà” che sembra riportarci nel laboratorio del genio toscano. Le sale si susseguono a tema: lo scheletro, i muscoli, il sistema circolatorio, quello respiratorio, la riproduzione, il cervello e i nervi, le malattie, la medicina sezionale (tac, risonanze, autopsie, ecc.).

L’uomo olimpico
Da parte nostra abbiamo cercato di leggere la mostra dal punto di vista dello sport. Non un compito arduo perché i curatori hanno preso proprio quest’attività umana ad esempio e come vetta massima delle potenzialità del corpo: in quasi in ogni sala uno o più corpi interi sono in posa sportiva: chi corre, chi salta, chi danza, chi pedala. Muscoli, tendini, legamenti, ossa, articolazioni, cartilagini: tutte quegli elementi del corpo che sono costantemente nella testa di ogni sportivo per allenarli, fortificarli, accudirli o curarli, sono qui: in bella mostra in queste sale. Veri, tangibili, a pochi centimetri dal proprio naso; pronti per essere esaminati, esplorati, compresi finalmente nella loro forma reale, al di là di risonanze, lastre, ecografie e rappresentazioni al computer. Il culturista si trova finalmente al cospetto dei venerati deltoidi, quadricipiti e pettorali. Il calciatore può fronteggiare menischi, adduttori e crociati che popolano i suoi incubi. Il ginnasta può ammirare i “suoi” muscoli lunghi, distesi dall’esercizio o le decine di muscoli brevi che permettono alla sua mano di afferrare e maneggiare l’attrezzo. Ogni sala parla all’orecchio dello sportivo: quel cuore che emerge dalla cassa toracica non è lo stesso che sente tambureggiare nello sforzo? quel fegato incastrato tra le costole non è lo stesso che duole quando si sbaglia l’alimentazione? quello stomaco da cui partono chilometri di intestino non è lo stesso che si rivolta quando lo sforzo è eccessivo? e il sangue, le vene e le arterie che se messe in fila farebbero più volte il giro del mondo non solo le stesse che pulsano quando si spinge la performance al limite?

La nuda verità
Tutto viene mostrato per quello che è: la nuda verità verrebbe da dire, visto che tutti i corpi interi sono assolutamente al naturale, con tanto di unghie e peli, ma privati della pelle. Il pudore potrebbe imbarazzare qualcuno nelle prime sale, alla vista degli organi genitali del ciclista o della ballerina. Ma proseguendo il percorso nel corpo umano anche questi elementi tabù si vedono per quello che in realtà sono: parti del tutto; organi complessi con funzioni fondamentali sistemati dall’evoluzione nella parte più logica dell’architettura umana, né più né meno del cuore, dei reni o del cervello. Per le persone più sensibili bisogna chiarire che sono in mostra anche organi malati, minati dal fumo e dall’alcool, tumori, fratture, ulcere, e feti mai nati per illustrare la crescita nel grembo materno ad ogni stadio. Anche questi elementi sono però mostrati con cura scientifica, senza forzature o eccessi di truculenta.

Uomini e donne al traguardo
La mostra è chiusa da una galleria di sportivi, uomini e donne. Si resta sorpresi nello scoprire che a parità di peso non c’è differenza tra i muscoli maschili e quelli femminili: sviluppano la stessa forza. È il cervello che fa la differenza: negli uomini sono più sviluppate le sue funzioni motorie, nelle donne c’è più predisposizione per funzioni multiple e contemporanee. Alle pareti le foto di atleti più o meno noti fanno da fondale a una dozzina di corpi di sconosciuti, sistemati nella posa della disciplina di turno: il discobolo viene utilizzato per spiegare il movimento dei muscoli antagonisti; il giocatore di basket per illustrare i benefici dell’allenamento sulla coordinazione; del salto a ostacoli viene evidenziato come il principiante proceda saltando la barriera, usando i muscoli del balzo, mentre il professionista ci passi quasi attraverso, utilizzandone altri. In questa sala si viene informati sui danni a lungo termine del doping (aumento dello stress, dell’aggressività e del nervosismo) mentre si contempla il corpo di un culturista, e viene spiegato che dal punto di vista fisiologico una buona dieta è sufficiente ad aumentare le prestazioni sportive. Mentre si guardano i corpi in posa del calciatore in rovesciata, della ginnasta, dell’arciere e dello schermidore, le audio guide gratuite continuano a dispensare consigli, ad ammonire contro le cattive abitudini e a magnificare le potenzialità di un corpo allenato: un femore umano è capace di sopportare un peso di 1000 kg; chi fa vita sedentaria usa solo il 10% della propria forza muscolare; le tendiniti rappresentano il 50% delle lesioni sportive; ginnastica ed arti marziali migliorano il controllo del proprio organismo e il grado di confidenza col proprio corpo. L’onore dell’ultima foto è stato accordato ad Usain Bolt, accoppiata a un corpo diviso in tre dalla propria corsa: con la parte posteriore che sembra inseguire lo scheletro e la parte anteriore. Il giamaicano sembra incarnare il prototipo contemporaneo della perfetta macchina umana. E non si può non essere d’accordo.

Real Bodies - Guido Reni District
Dal martedì alla domenica dalle 10 alle 20
Info: www.realbodies.it