Scommettere responsabilmente si può!

di Marco Oddino

Ne è passato del tempo da quando ci fu la grande svolta con la liberalizzazione delle scommesse sportive: grazie al decreto n.128 del 2002 si stabilì l'accettazione per via telematica o telefonica delle scommesse sportive da parte dei concessionari. Fino a quel momento tale possibilità era relegata solo alle corse dei cavalli. Da quel giorno si sono fatti negli anni successivi passi da gigante ed anche le regole sono cambiate più volte, il tutto in un mercato in forte crescita con scommettitori sempre più esigenti ed attenti alle diverse offerte che le aziende leader immettono sul mercato, attraverso azioni di marketing sempre più aggressive. Tutto molto bello, una sola formalità...rispettare le regole. Sport Club ha intervistato Pietro Ferrara, direttore dell’ufficio scommesse e giochi sportivi a totalizzatore di ADM (Agenzia Dogane e Monopoli) per saperne un po’di più su questo settore che movimenta fatturati sempre più importanti. Dottor Ferrara, potrebbe spiegarci le sue mansioni ed aree specifiche di responsabilità?
Dirigo una squadra che si occupa di un’area molto vasta che va dalla gestione amministrativa e contabile delle concessioni sportive ed ippiche, fino allo sviluppo e al monitoraggio dei prodotti di gioco. In sostanza oltre le scommesse sportive a quota fissa, ci occupiamo direttamente della gestione dei concorsi pronostici ippici e sportivi, tra cui il Totocalcio, le scommesse sportive a totalizzatore, le scommesse ippiche e le scommesse su eventi simulati. Come può notare si tratta di competenze ampie e variegate ma, giocando un po’ con le parole visto che di gioco stiamo parlando, la nostra “scommessa” è gestire al meglio il tutto sotto un’unica regia che fissi regole e comportamenti uniformi e trasparenti.
  Il ruolo di ADM nel mondo dei giochi è sempre più strategico e determinante, attraverso un controllo puntuale e costante sul sistema ed in particolare su quello del betting; ci può raccontare qualcosa di più e fare chiarezza sulle diverse regolamentazioni a cui devono attenersi gli operatori e gli scommettitori?
Guardi, è semplice: in Italia le scommesse sono considerate legali solo se accettate e validate dal totalizzatore nazionale. Questo sistema che è un fiore all’occhiello per noi e rappresenta un unicum a livello europeo, ci consente di monitorare e di controllare in tempo reale tutte le transazioni di gioco. Capisce bene che questo crea importanti e preziose ripercussioni sulla sicurezza delle transazioni stesse, a vantaggio di tutti portatori di interesse che ruotano attorno alla filiera del gioco, i famosi stakeholder. In pratica grazie a questo sistema i giocatori verificano facilmente e in tempo reale se una ricevuta di partecipazione è stata emessa da un concessionario autorizzato o se invece hanno a che fare con un bookmaker privo di concessione: basta utilizzare lo strumento presente sul nostro sito denominato: “Verifica giocata”.
  Il mercato delle scommesse sportive ha registrato negli ultimi anni un trend di crescita economico esponenziale e questo anche grazie all’arrivo dei top players internazionali con offerte e bonus promozionali sempre più accattivanti; ma in questo momento i  giochi sono fatti oppure c’è ancora spazio per altre “new entry” e quindi per il rilascio di nuove licenze?
Le dico subito che la risposta è sì, lo spazio c’è e nuovi ingressi favoriranno certamente un mercato più competitivo e, quindi, più attrattivo per i giocatori. Mi aspetto che alle prossime procedure concorsuali partecipino nuovi soggetti e tra questi i top player internazionali cui lei si riferisce. Credo che la concorrenza faccia bene al mercato e ai consumatori, oltre ad essere il principio ispiratore di gran parte della normativa europea e nazionale in tema di legalità. Ricordiamoci che abbiamo a che fare con un mercato parallelo illegale e non di rado legato alla criminalità organizzata che fattura ancora miliardi di euro. Nostro compito è ricondurre questa quota di mercato nel perimetro delle regole e dei comportamenti uniformi e trasparenti di cui lo Stato tramite ADM vuole e deve essere garante.
Stiamo lavorando molto sulla modernizzazione del prodotto di gioco, in modo che l’offerta sia costantemente adeguata agli standard internazionali. Le faccio un esempio che ha portato risultati visibili e importanti. Abbiamo introdotto il palinsesto complementare, grazie al quale tutti i concessionari possono ampliare l’offerta in termini di avvenimenti e modelli di scommessa, e modificato la tassazione sulle scommesse, per cui adesso abbiamo un’imposta sul margine (raccolta – vincite) anziché una tassazione riferita soltanto alla raccolta. L’azione combinata di questi due fattori di novità ha portato da subito un netto incremento dei volumi di raccolta che abbiamo sottratto prevalentemente al gioco illegale. Mi sembra ancora una volta che la regia unica di controllo sulle regole e sui comportamenti stia funzionando.
Non dormiamo sugli allori, stia tranquillo: stiamo studiando altre modifiche al regolamento di gioco che ci consentano di introdurre da qui a breve ulteriori novità sulle modalità di gioco che saranno certamente gradite agli operatori e agli utenti attuali e potenziali.
In passato tanti scommettitori che operavano su siti non autorizzati, sono stati truffati con diverse modalità e senza nessuna possibilità di far valere i propri diritti, oltre al rischio di essere individuati dagli organi della Polizia Postale con il rischio di essere anche denunciati per l’atto illecito compiuto; dottor Ferrara, cosa ha fatto e sta facendo oggi ADM per combattere la pirateria? Come si deve comportare un consumatore che si trovi involontariamente di fronte ad un sito illegale? 
Glielo dico in due parole: lo strumento dinamico della black list. L’Agenzia in collaborazione con la Polizia Postale, blocca i siti che offrono scommesse agli utenti italiani senza la prevista concessione e che fanno parte di una cosiddetta lista nera che viene aggiornata continuamente. Ad oggi abbiamo inibito oltre seimila siti. Certo, non basta agire sul fronte dell’inibizione ed è per questo che ci concentriamo sulla modernizzazione del prodotto di cui parlavamo prima. Serve un fronte comune che veda fianco a fianco lo Stato e i giocatori che ad esempio, oltre allo strumento di verifica della giocata, possono aiutarci segnalando la presenza di questi siti sul web ad un’apposita casella di posta elettronica che abbiamo creato: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
  Quali sono le tassazioni a cui devono attenersi le aziende on line ed i singoli gestori con punti vendita fisici? Quali sono le limitazioni che si hanno nell’aprire una sala scommesse per quanto attiene la posizione stradale e gli orari di apertura e chiusura da rispettare?
 Ai giochi si applica l’imposta unica prevista dal decreto legislativo n. 504 del 1998. A partire dall’1 gennaio 2016 è stata introdotta per le scommesse sportive la tassazione a quota fissa sul margine, con aliquote differenziate tra gioco on line al 22% e gioco fisico al 18%.
Riguardo alle limitazioni di cui lei mi chiede le dico subito che il legislatore ha eliminato da anni la cosiddetta “distanza minima” tra punti vendita. Rimangono le limitazioni in termini di distanze dai cosiddetti “luoghi sensibili” introdotte dagli enti locali con regolamentazioni purtroppo non uniformi sul territorio nazionale, cosa che sarebbe invece auspicabile fare. So che la Conferenza Stato-Regioni dovrà pronunciarsi presto con una regolamentazione unica sulla materia e spero che così sarà perché è questo il motivo principale del ritardo nell’emanazione del bando per la nuova rete fisica del gioco pubblico.
Il settore cresce e molti sono i private equity anche stranieri, che hanno puntato nel nostro paese sul mondo dei giochi e delle scommesse, acquisendo così diverse aziende italiane…in ultimo Sisal da parte del fondo CVC Capital e Intralot Italia che è andata nelle mani del fondo Trilantic Capital Partners, già proprietario di Gamenet; in tal senso, come valuta questo fenomeno e quali possono essere a suo parere gli obiettivi ed ulteriori sviluppi delle majors?
Il fenomeno ha sicuramente due facce. Da un lato è sinonimo di solidità delle aziende italiane oggetto di acquisizione da parte dei fondi, dall’altro c’è sempre il timore che i fondi monetizzino gli investimenti provocando continui mutamenti societari.
Ciò non toglie che l’interesse mostrato verso il settore dei giochi risulta ampiamente positivo se pensiamo che la presenza dei grandi gruppi in questo settore, sostiene l’occupazione e crea investimenti.
  Ci può dare una fotografia del valore del mercato del betting in Italia e come è suddiviso in % per ogni sport?
 Dal 2014 al 2016 il valore della raccolta è sostanzialmente raddoppiato. L’anno appena concluso ha registrato una raccolta di quasi otto miliardi di euro che sono il frutto delle novità introdotte ma anche di quel processo di “regolarizzazione” da noi fortemente perseguito, che ha visto allinearsi importanti bookmaker alle nostre regole concessorie.
Certamente il calcio rappresenta la disciplina più seguita con il 72,84% di raccolta, dietro il calcio abbiamo il tennis al 16,62% e il basket al 6,48%. Attenzione, però, che la raccolta non costituisce né la spesa dei giocatori né il fatturato del settore, in quanto dalla raccolta devono essere sottratte le vincite conseguite.
Cosa vede per il futuro e quale sarà l’evoluzione del sistema giochi e scommesse sportive in Italia?
Ne seguirò gli sviluppi da fuori perché a breve concluderò il mio rapporto con ADM per sopraggiunti limiti di età, ma la vivacità del settore lo rende molto interessante e posso dirle che questo alimenterà costantemente la mia curiosità, dote che per mia fortuna possiedo e che prescinde dall’età. Le assicuro comunque che l’Amministrazione è parte attiva del cambiamento e continuerà l’opera di innovazione che abbiamo intrapreso; del resto è l’unico approccio possibile per stare al passo con i tempi e per evitare che il mercato illegale vinca sulle attività sane e sulle persone per bene di questo Paese.