La musica è bella anche da guardare
La meraviglia della musica, la musica della meraviglia…è in questo rapporto che si struttura l'opera di Eligio Paoni.
di Valentino Catricalà
Oggetti trovati, ripresi, comprati, oggetti ricomposti, oggetti progettati e realizzati; macchine per la musica, tecnologie a metà fra il meccanico e l'elettronico.
Opere, cosi vogliamo chiamarle, da lui composte attraverso un sapiente lavoro di artigianato, che trovano la loro ragione d'essere nel mondo dell'arte grazie alla collaborazione con artisti di fama internazionale.
Un rapporto tra Eligio (artista-artigiano) e gli artisti che si presenta come qualcosa che va oltre la somma delle sue componenti.
Il concerto è ben rappresentato dalla mostra ora in corso presso la Galleria CONTACT di Roma, a cura di Francesco Mancuso.
La mostra nasce dall’esigenza di rispondere a una serie di questioni – antiche quanto attuali – allo scopo di indagare, in termini pratici e non soltanto teorici, il ruolo dell’opera d’arte, in bilico tra oggetto di mera contemplazione e strumento funzionale in grado di consentirne una più articolata fruizione.
Da qui l’idea di sperimentare, attraverso una raffinata forma di “ibridazione”, il mutato ruolo che le opere rese disponibili dai diversi artisti assumono una volta utilizzate (come contenitori o contenuti) da Paoni nella produzione delle sue originalissime “macchine sonore” (giradischi, amplificatori o lettori di compact disc), tutte rigorosamente costruite a mano, anche attraverso il riuso di oggetti (o parti di essi) originariamente destinati ad altre funzioni.
Gli artisti coinvolti non hanno solo messo a disposizione un'opera, ma hanno anche contribuito a creare un prodotto che mette insieme la sapienza musicale, la meccanica, la funzionalità tecnica, con la bellezza estetica e di design del prodotto.
Già all'interno di questo lavoro di "artigianato" è molto forte una componente estetica: un'estetica che acquisisce il + nel momento in cui si intreccia al lavoro del singolo artista.
Un rapporto che non è una semplice somma di componenti - il lavoro di Eligio con quello dell'artista - ma che si presenta come una vera e propria “simbiosi” dai confini difficilmente individuabili.
Questo incontro tra arte, design, artigianato e musica, osserva Francesco Mancuso, «facendosi beffe dell’aura dell’opera d’arte, della sua sacralità, al tempo stesso ne moltiplica i vettori di senso e di emozione».
Il progetto – che ha incontrato l’interesse della KAPPABIT, azienda romana cui fa capo la Galleria CONTACT – è destinato a evolversi ulteriormente sul piano della ricerca così come su quello della produzione. Il filo conduttore di questo conubbio è lo studio delle relazioni esistenti tra arte e tecnologia, allo scopo d’incentivarne il valore abilitante all’interno della società.
Sarà possibile visitare la mostra “Musica inArte” presso la Galleria CONTACT, in Via Urbana 110 (Rione Monti), fino al 22 luglio con la presenza di tanti artisti oltre a Eligio Paoni.
Eligio Paoni (1957, Terracina) è un designer artigiano, realizzatore di macchine per l’ascolto della musica. In passato ha collaborato con gli artisti Maurizio Savini all’opera Anita (Arte Fiera Bologna, 2011) ed Elisa Strinna in Wood Songs (Artissima Torino, 2014).
Nell’opera di Paoni materiali e oggetti, spesso anonimi, prendono forma in giradischi analogici, cd player digitali e amplificatori dalle forme rastremate ed essenziali, a volte leggeri e trasparenti in metacrilato e cristallo, altre volte granitici e imponenti come detta la scienza dell’esoterismo musicale. Spingendosi ad azzardare soluzioni tecniche ed estetiche al limite, realizza pezzi unici in cui fonde oggetti di recupero non immediatamente riconoscibili a elementi creati ad hoc.
“La musica è bella anche da guardare” è il motto con cui Eligio Paoni riassume tutto il suo lavoro che accosta al piacere dell’ascolto quello della visione.
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