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“Lo sport sta cambiando, la politica stia al passo con i tempi”

Non sono settimane semplici per lo sport italiano, episodi di razzismo, omofobia, mancato rispetto dell’avversario e l’ombra di casi di doping purtroppo sono situazioni ancora troppo spesso presenti.

A cura dell’ On. Daniela Sbrollini

Circostanze che delineano una condizione precaria dei buoni valori sportivi, che fanno difficoltà ad emergere ed imporsi nei cittadini lasciando spazio a reazioni di emulazione, offese che perpetuano un clima di razzismo, omofobia violenza verbale e illegalità.
Ma lo sport tutt’altro, soprattutto quello dilettantistico. Lo sport è potenzialmente uno straordinario strumento educativo , divenuto sempre più negli anni un fenomeno popolare, sempre più prestigioso, seguito da milioni di persone ed in particolare da milioni di giovani e giovanissimi. Bisogna prendere atto che sia modelli positivi che negativi di allenatori, sportivi, dirigenti e tifoserie organizzate spesso diventano modello e fonte d’ispirazione nel pensiero e nel comportamento dei più giovani. Il CONI ha già avviato da diversi anni il progetto “Sport e Integrazione” per promuovere tutti i sani principi dello sport, un progetto che insieme al lavoro del Parlamento ha contribuito ad approvare il cosiddetto “ius soli sportivo” che consentirà a tutti i residenti in Italia tra i 10 e i 18 anni, stranieri compresi, gli stessi diritti e le stesse possibilità per il tesseramento ad una società sportiva e per pratica dello sport.
Se la società cambia, lo sport, la domanda di servizi sportivi e le problematiche che si pongono nel mondo sportivo cambiano di conseguenza. La politica insieme al Comitato Olimpico deve saper interpretare questi cambiamenti il più velocemente possibile, con l’ambizione di anticiparli così da offrire strumenti e chance nuove a tutti gli operatori che vogliono lavorare ed impegnarsi quotidianamente per questo mondo.
Sono quasi due milioni in Italia i volontari dello sport , spesso sono anche dirigenti con responsabilità legali ed economiche non indifferenti .
Serve ripensare a nuovi modelli per le realtà sportive italiane. 
Le realtà sportive dilettantistiche oggi sono in crisi perché vincolate a regolamenti vecchi che non lasciano possibilità di sviluppo, che spesso impediscono di migliorare la professionalità e continuità lavorativa dei propri operatori.
Serve un rapporto più stretto tra la politica, gli enti locali di tutto il Paese e le Federazioni sportive e gli enti di promozione, solo lavorando assieme, definendo in comune accordo gli obiettivi e le strategie riusciremo ad accelerare il processo di cambiamento dello sport italiano, è quello che ci chiedono gli appassionati, i dirigenti locali e le buone pratiche che vediamo oltre i confini nazionali. Se così non fosse manterremmo inespresse le potenzialità del fenomeno sportivo, accollandoci la responsabilità di un danno sociale, sanitario ed economico. Il nostro Paese ha voglia di crescere, la sua capitale, Roma, ha voglia di cambiamento e crescita: lo sport può costituire una grande opportunità per una rinascita, non solo ai fini del sogno olimpico ma anche per un cambiamento netto del tessuto economico e sociale di questa straordinaria città. E’ con questo spirito che sto lavorando da circa un anno per lo sport italiano, perché le necessità dei circoli, dei territori possano essere ascoltate così da costruire con il buon senso una riforma che porti vantaggi a tutti.
Solo se tutte queste riforme diverranno concrete entro nei prossimi 18 mesi dimostreremo all’Italia e al mondo di voler cambiare davvero lo sport italiano e porci come competitor ancora più credibili agli occhi del Comitato Olimpico Internazionale in sede di assegnazione delle Olimpiadi Roma 2024