FACEBOOK E TWITTER NELL’OCCHIO DEL CICLONE PER GLI INSULTI RAZZIALI RICEVUTI DAI CALCIATORI INGLESI
Due dei social network più famosi a livello globale, Facebook e Twitter, hanno ricevuto pesanti critiche nelle ultime settimane, in quanto accusati di non aver agito prontamente per fronteggiare l’ondata di insulti razziali rivolti ai calciatori inglesi, al termine della finale di Euro2020 contro l’Italia.
Obiettivi degli “haters” sono stati Marcus Rashford, Jadon Sancho e Bukayo Saka, “rei” di aver sbagliato i rigori che sono costati la sconfitta alla Nazionale dei Three Lions.
In risposta all’ondata di odio razziale, la governance della Football Association si è apertamente schierata in difesa dei propri calciatori con una dichiarazione ufficiale su Twitter, affermando di essere “sconvolti dal razzismo online che è stato rivolto ad alcuni dei nostri giocatori inglesi sui social media. Non potremmo essere più chiari sul fatto che chiunque si celi dietro un comportamento così disgustoso non sia il benvenuto nel seguire la nostra squadra”.
“Faremo tutto il possibile – prosegue il comunicato – per supportare i giocatori colpiti, sollecitando punizioni quanto più dure sia possibile per chiunque sia responsabile”.
L’episodio ha nuovamente sollevato l’annosa questione sul fatto che le aziende proprietarie dei rispettivi social media stiano facendo abbastanza per combattere il fenomeno.
Già lo scorso aprile, infatti, diverse grandi squadre sportive e atleti britannici avevano boicottato Facebook, Instagram e Twitter per protestare contro la loro incapacità di rimuovere prontamente i post razzisti e sessisti.
Al riguardo sta per scendere in campo anche il governo britannico che ha presentato una proposta di legge nota come “Online Safety Bill” che darebbe all’Ofcom (Office of Communications), ovvero l’’autorità di regolamentazione e concorrenza approvata dal governo per le industrie di radiodiffusione, telecomunicazioni e posta del Regno Unito, il potere di multare le aziende fino a 18 milioni di sterline (circa 24,9 milioni di dollari americani) o al 10% dei loro ricavi globali annuali, a seconda di quale delle due cifre risultasse essere la più alta, per violazioni di questo tipo.
Il segretario alla cultura britannico Oliver Dowden in un tweet ha dichiarato: “Condivido la rabbia per gli spaventosi abusi razzisti subiti dai nostri eroici giocatori. Le società di social media devono migliorare il loro impegno nell’affrontare questo fenomeno e, se non lo faranno, il nostro nuovo disegno di legge sulla sicurezza online li riterrà responsabili con multe fino al 10% delle loro entrate globali.”
Dal canto loro, la condanna degli episodi è stata unanime da parte dei portavoce delle diverse piattaforme. Il portavoce di Facebook ha anche affermato: “Nessuna soluzione risolverà questa sfida dall’oggi al domani, ma ci impegneremo sempre di più a proteggere la nostra comunità dagli abusi“.
Facebook utilizza sia i moderatori umani che l’intelligenza artificiale per vagliare i post. La moderazione dei contenuti è stata a lungo il tallone d’Achille di FB e la pressione pubblica affinché l’azienda controlli più efficacemente ciò che gli utenti pubblicano ha preso piede sempre di più nell’ultimo anno.