IL CUORE GRANDE DELLA “C”.

di Gaia Simonetti

C’è un cuore grande che avvolge e “abbraccia” il nostro Paese. Batte forte, dimentica le rivalità sportive, e si sente un’unica squadra quando scende in campo per la solidarietà.

E’ il cuore della serie C, che in un anno, ha dato vita, grazie ai 60 club, a varie iniziative di carattere sociale.

È stato come un lungo viaggio partito a fine agosto 2019, con più tappe, che ha coinvolto squadre, dirigenti, giocatori e tifosi. Ha contato 1300 battiti come il numero delle manifestazioni e dei progetti solidali promossi, di cui 500, nati e sviluppati nel periodo di emergenza socio-sanitaria dettata dal Covid-19.

Sono immagini di straordinaria normalità che restano negli occhi e trovano una dimora nel cuore. Sono gesti che non si dimenticano e oltrepassano il tempo. Sono gocce di coraggio e mani tese verso chi ha bisogno.

Il calcio ha il poter di unire, non solo sugli spalti, ma anche di far condividere emozioni, gioie e tristezza, salite e discese proprio come se fosse la metafora della vita.

Ti accoglie, appena entri nella sede della C a Firenze, una “finestra” in cui è stato ricavato un quadro di plastica illuminato. La luce riflette ed è puntata su parole come “valori”, “coraggio”, “identita’”. Descrivono un calcio che veste i panni di  “ambasciatore” di messaggi positivi. E ancora, solidarietà con allenatori e capitani che hanno donato sangue, con le raccolte fondi per gli ospedali e per la ricerca, con la sinergia con il Banco Alimentare per dare supporto alle famiglie in difficoltà e con la distribuzione delle mascherine da parte degli stessi calciatori. Alcuni chef, invece, in collaborazione con i club hanno cucinato per le famiglie meno abbienti. Ci sono state poi la raccolta fondi che ha portato all'acquisto di un'autoambulanza e gli striscioni di gratitudine rivolti a medici e infermieri davanti agli ospedali.

" È il calcio della C, che si declina al sociale ogni giorno- spiega Francesco Ghirelli, Presidente Lega Pro, e vede impegnati in prima linea uomini e donne delle nostre società. Giocatori, dirigenti e tifosi fanno squadra tutti assieme per essere di aiuto a chi ha bisogno. È il calcio che fa bene al Paese e che mantiene la sua dimensione "umana".”

Il pallone diventa così un piccolo “mondo”. Si mette in moto anche per provare a far scattare un nuovo sorriso. Inatteso di questi tempi. Più bello, se ritrovato.