Questioni di seno….

Le risposte del Professor Francesco Madonna Terracina

di Andrea Lovelock

Si chiama mastoplastica additiva e dietro questo termine scientifico si cela una delle pratiche più diffuse tra le donne: un nuovo seno. E proprio in questo periodo il tam-tam mediatico ha riportato alla ribalta le mai sopite polemiche sulla sicurezza di questi interventi e sulle controindicazioni. E’ bene allora fare un po' di chiarezza.

“Nella maggior parte dei casi – precisa il professor Madonna Terracina – si tratta di gossip, vere e proprie chiacchiere che hanno ben poco fondamento scientifico. In particolare, proprio recentemente si è parlato di una possibile correlazione con l’insorgenza di una forma di leucemia. Ebbene un comunicato del Ministero della Salute di qualche giorno fa ha reso noti i risultati di una ricerca con una statistica che ha valutato in un rapporto di 4 su 100mila i casi di questo linfoma anaplastico tra le pazienti che si sottopongono ad un intervento al seno. Il che significa che l’incidenza è quasi nulla e legata prevalentemente a particolari soggetti purtroppo già predisposti ad essere colpiti da questa rara forma di neoplasia.”

A conti fatti qual è il grado di sicurezza per questo tipo di intervento? 
“La mastoplastica additiva è un intervento estremamente sicuro, con garanzie assolute sulla tolleranza dei materiali. Ma c’è di più: l’evoluzione dei materiali utilizzati rende ormai possibile mantenere queste protesi per tutta la vita. In altre parole non c’è più bisogno – come dire – di ‘fare un tagliando’ dopo un certo numero di anni. Per essere ancor più precisi possiamo dire che la scadenza tocca davvero una bassissima percentuale di pazienti.” 

E sulla tollerabilità ci sono distinzioni relative a particolari condizioni fisiche della paziente, come ad esempio la gravidanza?
“Non c’è alcun tipo di interazione riguardo alle gravidanze, né tantomeno nei casi di allattamenti: teniamo presente che seppur in presenza di un intervento di mastoplastica, la vita della ghiandola rimane inalterata, poiché la protesi è posizionata al di sotto o al di dietro del muscolo. E qui vale la pena ricordare il caso dei seni che scoppiano in aereo: si tratta di leggende metropolitane che non hanno alcun riscontro scientifico. Infatti stiamo parlando di un materiale, il silicone coesivo, che oggi non ha alcuna controindicazione in merito. Così come spesso l’informazione appresa da internet, genera paure senza alcun fondamento e in quel caso basta tranquillizzare la paziente con rassicurazioni circostanziate e scientifiche.”

E in Italia qual è la diffusione di questo intervento?
“Premesso che la mastoplastica additiva rimane l’intervento di chirurgia estetica più gettonato nel mondo, riguardo al nostro paese, oggi, secondo i dati di AICPE di qualche anno fa registriamo in media 35mila interventi l’anno. Da considerare che negli States, paese dove il ricorso al ritocco del seno è molto diffuso, si calcolano circa 300mila interventi l’anno.”

E qual è la fascia d’età delle pazienti?
“Le richieste più frequenti vengono da ragazze tra i 20 e i 30 anni che sono cresciute con un seno molto piccolo ed ambiscono ad avere un seno più prosperoso e le donne tra i 30 ed i 40 anni, specialmente donne che dopo l’allattamento hanno riscontrato uno svuotamento del proprio seno e vogliono ripristinare una forma ed una elasticità più regolari.”

C’è anche un fattore psicologico che può giocare un ruolo decisivo nella scelta della paziente?
“Ci sono studi psicologici in merito che hanno rilevato come l’intervento al seno registra il più alto grado di soddisfazione, rispetto ad esempio a quello al naso dove talvolta i pazienti mostrano maggiori perplessità, se non vere e proprie insoddisfazioni circa l’esito del ritocco.”


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