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TORO SEDATO E LA SUA FILOSOFIA DI VITA.


Grande professionalità, ironia, autoironia, spirito di osservazione della realtà che ci circonda, un forte attaccamento alla sua città, qualità e tempi comici innati e tanta, tanta bravura ecco in breve le caratteristiche che meglio rappresentano Rodolfo Laganà.

Ha avuto la fortuna e l’onore di avere come maestro Gigi Proietti, ha lavorato in televisione e ha partecipato a qualche film, ma il teatro è il suo grande amore e anche quest’anno dal 7 febbraio al 3 marzo torna dopo il grande successo dello scorso anno, sempre al Salone Margherita, con lo spettacolo “Toro sedato, Reloaded”. Laganà con nuove rivelazioni e con un perfetto travestimento da pellerossa tramite questo one man show ci aiuterà, ironizzando alla sua maniera, a riflettere sulla filosofia del fare l’indiano, quindi del far finta di non capire per superare le difficoltà di tutti i giorni.

Quando hai capito di voler fare l’attore?

“Ho iniziato tanto tempo fa facendo delle cose tra amici e mi ero appassionato al teatro, ma mai avrei pensato che questo mestiere potesse diventare quello della mia vita. Poi nel 1979 feci un provino con Gigi Proietti e iniziai a frequentare il suo Laboratorio di esercitazioni sceniche e da li compresi che , forse, qualcosa potevo fare e dire in questo meraviglioso mondo dello spettacolo.”

Quasi 40 anni di carriera e tutto ha inizio grazie all’incontro con un grande maestro, Gigi Proietti. Cosa ha rappresentato e rappresenta per te?

“Io devo tantissimo a Gigi Proietti. Rappresenta tutto per me. E’ un punto di riferimento sia come attore, ma anche come affetti. Per me lui è un padre, al quale sono legato da un bene sincero che dura ormai da 40 anni. Abbiamo lavorato insieme in alcune trasmissioni televisive e abbiamo fatto anche qualcosa in teatro. Non finirò mai di essergli grato per aver creduto in me e per avermi aiutato a fare i primi passi in questa esperienza magnifica che è il mio mestiere e che dura ormai da tanti anni.”

Hai fatto tanta televisione, meno cinema, ma il tuo grande amore è il teatro. Cosa provi quando sei davanti al tuo pubblico?

“Sì è vero ho lavorato in televisione e ho fatto diversi film, ma il teatro è la mia passione in assoluto. Il teatro possiamo dire che non ha finzione, è come se tu fossi sempre in diretta. Mentre sei in scena avverti l’umore del pubblico e riesci a renderti conto di come sta andando lo spettacolo. La vera bellezza del teatro è che non si finge mai, stai sul palco e hai davanti a te il pubblico, che se ti approva bene, altrimenti non hai la possibilità di ripetere la scena come si può rifare in televisione o al cinema. Il teatro è sempre un’avventura meravigliosa e ogni serata ha qualcosa di unico, irripetibile e magico.”

Dal 7 febbraio al 3 marzo ti vedremo nuovamente al Salone Margherita nelle vesti dell’indiano metropolitano molto capitolino. Mi racconti la filosofia di questo personaggio?

“Sì lo spettacolo si chiama Toro Sedato e porto in scena la filosofia in cui si gioca a “fare l’indiano”, cioè la capacità di far finta di non capire le cose, per poter superare le difficoltà della vita. Un modo di fare che abbraccia molti aspetti nella vita di qualsiasi persona. In amore, nel traffico, per superare la fila al supermercato, per parcheggiare l’auto dove non è possibile, per non pagare le tasse, in relazione alla raccolta differenziata, è un’occasione di riflessione sul nostro tempo e su questa arte sempre presente.
Io nei miei show racconto la vita quotidiana; faccio satira di costume, non politica e quindi cerco di raccontare in modo ironico, a volte esasperato quello che capita tutti i giorni nella vita di ciascuno di noi. Questo spettacolo racconta tutti i momenti in cui ognuno di noi ha fatto finta di non capire. A volte si fa finta di non capire per paura, altre per convenienza, diciamo che ci sono molti modi per non capire… ecco io provo a raccontarli.”

questo sarà il secondo anno di questo spettacolo cosa ci sarà, se ci sarà, di diverso dalla precedente edizione.

“Lo spettacolo è una ripresa di quello dell’anno scorso. Fortunatamente abbiamo avuto tanto successo e quindi abbiamo pensato di riproporlo nuovamente, ma arricchendolo con nuovi monologhi e con canzoni nuove scritte apposta per questa edizione.
L’altra novità riguarderà l’artista che salirà con me sul palco che quest’anno sarà Jacqueline Maria Ferry.
Abbiamo già lavorato insieme in un altro spettacolo e canterà, ballerà e si divertirà con me in scena. Quindi diciamo che la base dello spettacolo è la stessa, ma ho cercato di rinfrescarlo è diventato un Toro sedato 2.0, come va tanto di moda dire adesso, ormai il termine 2.0 lo si usa su tutto. Lo rifacciamo al Salone Margherita, un teatro che amo moltissimo.”

Hai un profondo legame con questo teatro?

“Io lavoro al Salone Margherita da 3 anni e nutro un profondo affetto per questo luogo magico, è l’ultimo café chantant che troviamo a Roma. E’ un teatro di una bellezza straordinaria e il modo di stare sul palcoscenico è incredibile, perché hai la gente vicinissima e puoi avvertire un calore immenso. E’ uno dei teatri del mio cuore, se non quello del cuore.”

Chi ha collaborato con te per la stesura di questo spettacolo?

“Anche questo spettacolo è stato scritto con la collaborazione di Paola Tiziana Cruciani e di Roberto Corradi e ci saranno le musiche originali di Roberto Giglio e Sasà Flauto con canzoni scritte per evidenziare quello che si vedrà in scena.”

Chi è Toro sedato?

“E’ un indiano metropolitano, ma tendenzialmente romano, perché diciamolo sinceramente come siamo bravi a fare gli indiani noi romani…
Toro sedato ci accompagnerà nella comprensione di questa filosofia particolare del far l’indiano, possiamo dire che è un filosofo indiano, ma molto romano che ha deciso di restare dentro al raccordo anulare e che non ha nessuna intenzione di abbandonare questa meravigliosa città… un po’ come sono io.”

Cosa rappresenta per te Roma e la romanità ?

“Roma è una mamma e le voglio bene come se fosse una persona fisica. Per me rappresenta il clima, i colori, la sicurezza.
Quando sono a Roma io non ho paura di niente, anche con tutti i problemi , che purtroppo sono ben visibili a tutti, è una città che mi tranquillizza e con la quale ho una grande complicità.
Per me il mondo è Roma e finisce a Roma. Non ne posso fare a meno. Sono orgoglioso di essere romano.”

I prossimi impegni?

“Dopo questo show ad aprile farò un altro spettacolo con Massimo Wertmuller , una commedia molto divertente scritta e diretta da Stefano Reali e ho finito di girare un film. Diciamo che ho ancora delle cosette da fare.”

I tuoi sogni nel cassetto?

“Quanti ne avevo!! Pensa io non volevo fare l’attore, ma diventare un cantante, volevo essere una rock star.
In questo momento il mio sogno nel cassetto è quello di fare un grande spettacolo musicale e non solo, insieme al mio amato figlio Filippo,anche lui è un attore e vorremo fare qualcosa insieme...chissà!!!!”