Amadeus: “Volevo fare il Mister!”
Grande amico di Fiorello, innamoratissimo della moglie Giovanna Civitillo, incontrata a “L'eredità” nel 2009 dove lei era ballerina nel programma, dopo la tv nella vita ha una sola mania: il calcio.
di Elena Oddino
Sognava di fare il conduttore tv sin da piccolo, Amadeus, ma il suo vero nome è Amedeo Sebastiani, tanto che persino all’esame di maturità, davanti alla commissione dichiarò deciso: “Prometto che non farò mai il geometra in vita mia, io voglio fare il presentatore. Ma mi serve il diploma perché l’ho promesso ai miei genitori». Un sogno del cassetto che con tanto lavoro, caparbietà e professionalità Amadeus è riuscito a realizzare, diventando oggi uno dei signori del teleschermo più amati dal pubblico. E’ nato a Ravenna, ma presto si è trasferito a Verona con la sua famiglia, la mamma casalinga e il papà istruttore di equitazione, e lì ha iniziato a lavorare come disc jockey, nelle discoteche e nelle radio locali, finchè l’incontro con Claudio Cecchetto gli ha aperto la strada per il successo con il debutto su Radio Deejay. Da allora Amadeus di strada ne ha fatta. Oggi è il “signore del preserale”, conduttore, showman, ha fatto anche l’attore. I suoi programmi sono seguitissimi, piace questo “ragazzo” alto 1.84 che con garbo entra nelle case con programmi che fanno compagnia e divertono, dal “Festivalbar” a “Buona Domenica”, “Reazione a catena”, “Stasera tutto è possibile”, “Soliti ignoti” e l’ultimo “Ora o mai più”.
E scommetto che parliamo di Inter…
Ovvio! L’Inter, la mia grande squadra! E’ una passione così forte che quando è nato mio figlio, quasi 10 anni fa, gli ho dato il nome di Josè Alberto, in onore a José Mourinho, che portò la squadra a vincere la Champions League. In casa siamo tutti tifosi. Sì anche mia moglie. Lei è del Napoli ma è obbligata a tifare Inter. A parte le giornate in cui giochiamo l’una contro l’altro. Mio figlio però è il più accanito di tutti. Con il nome che gli ho dato l’ho “marchiato! Lui vive solo di calcio!
Ti somiglia?
Josè adora la musica come me. Sono molto fiero di lui, è un bambino buono, affettuoso, e mia moglie Giovanna è molto legata a lui. Lei è una mamma un po’ all’antica, ha preferito allentare con il lavoro e dedicarsi alla famiglia.
Se non avessi fatto il conduttore?
Avrei voluto fare il Mister! Come sognavo Coverciano! No, non sono bravo nel calcio giocato, ma fare l’allenatore mi sarebbe piaciuto molto! Io guardo qualsiasi partita, di qualsiasi campionato, è una malattia.
Eppure in casa tua era più di moda l’equitazione..
Bè, con un padre istruttore di equitazione, andare a cavallo in famiglia era un must. Per questo ci siamo trasferiti da Ravenna, dove sono nato, a Verona, dove ho passato l’adolescenza. Poi a 18 anni sono andato a vivere a Milano per inseguire musica e lavoro. Ma ormai è Roma la mia seconda città.
Ti hanno definito il “Signore del preserale”. L’etichetta ti piace?
Io adoro la quotidianeità. Mi piace l’appuntamento giornaliero con il pubblico, che poi sia prima o dopo il tg non importa, sono due fasi fondamentali della giornata.
Tu e il successo: che rapporto hai?
“Il successo è una brutta bestia. Può arrivare all’ improvviso e in un attimo sei sulla vetta. Ma poi in un attimo, puoi anche precipitare a valle. Difficile capirne i motivi, spesso non ci sono colpe, ma magari solo situazioni, scelte sbagliate. Il mondo dello spettacolo è spietato, quando scendi dalla giostra è difficile risalirci, perché non è detto che ci sia ancora un cavallo disponibile. Però credo che se un artista vale, è giusto dargli una chance di riscatto. Per questo sono stato felice quando in Rai mi hanno proposto di condurre “Ora o mai più”, lo show musicale ideato da Carlo Conti che ha rimesso in gioco otto cantanti un tempo famosi e poi scomparsi dalla scena, per offrire loro una seconda occasione.
Perché una carriera si ferma?
Difficile dirlo. Il successo nella discografia è legato alla riuscita di un disco, e ora ci sono così tanti cantanti che non puoi permetterti di sbagliare. Se non indovini un pezzo, passa, ma se ne sbagli due sei fuori. Capita, per mille motivi. Magari sei consigliato male, fai scelte sbagliate, hai avuto problemi nel privato, o sei un cantautore che ha esaurito la sua vena artistica. Anche oggi, esci come una star da un talent e poi in breve scompari. E in tv è lo stesso: devi condurre programmi che fanno ascolto se no, dopo un flop, non lavori più
A te è mai successo?
Sì. Io ho conosciuto la grandissima popolarità con trasmissioni come “L’Eredità” o “Festivalbar”, ma anche periodi bui in cui il telefono non squillava mai, nessuno mi cercava e la gente per strada mi chiedeva perché non ero più in tv. Ai tempi dell’Eredità ebbi una vantaggiosa offerta da Mediaset, tre anni di contratto, guadagnando di più. Ma poi dopo pochi mesi tutto si fermò ed io rimasi fermo per due anni.
Come si risale la china?
Se non hai equilibrio, tanta umiltà e affetti intorno è dura. Cominci a pensare che sia solo sfortuna, colpa degli altri. Ma è un errore. La responsabilità è sempre anche nostra e delle nostre scelte. La famiglia in questi momenti è fondamentale. Se non c’è un affetto solido e una grande unione, rischi che i problemi del lavoro alimentino l’ansia mettendo in crisi anche la tua vita privata. E se un “masso” riesci a tenerlo sulle spalle, con due, crolli. Io sono fortunato con Giovanna.
Con Fiorello siete amici per la pelle….
E abitiamo nello stesso palazzo. Solo che lui si alza prestissimo al mattino per il suo programma ed io invece esco quando lui ritorna: ci incontriamo in garage. Voglio bene a Fiorello, tra noi c’è grande affetto. A volte mi invita a casa sua a provare l’ultimo riso in bianco dietetico, o quel formaggio vegano ottimo per il colesterolo con poche calorie. Ma per fortuna le sue manie salutiste durano poco. E vincono le nostre comuni origini siciliane. Anche a tavola!