METIS DI MEO TENDENZIALMENTE ANARCHICA

La conduttrice di Easy Driver, in onda su Rai 1 il sabato alle 11.40, ci racconta del suo grande amore: lo sport.

di Valeria Barbarossa

Metis parlami di questa trasmissione Easy Driver (quando parte, che cosa farai etc.)

 Easy Driver è una storica trasmissione di Rai1 che ha compiuto 18 anni, ha cambiato giorno ed orario, ora va in onda il sabato alle 11,40. È un programma che riesce a raccontare con grande maestria le bellezze del nostro territorio grazie ad un viaggio su quattro ruote nel quale, ogni settimana, io e la mia collega Veronica Gatto proviamo dalle auto elettriche alle supercar. Un road trip che grazie all’avventura ci permette di far conoscere diversamente il territorio del nostro bel paese.
Qual è la cosa che ti piace di più di questa trasmissione?
Ho sempre amato viaggiare, conoscere e scoprire il nostro territorio per lavoro è meraviglioso. Per giunta posso farlo in auto, proprio come farei nella mia vita di tutti i giorni! Una mia passione, quella della velocità e della potenza, le auto mi hanno sempre affascinato ed amo guidare in pista! 


 Hai lavorato sia come attrice che come conduttrice. Che cos'è che ti piace fare di più?
Ho lavorato si da bambina come attrice, ma ho smesso pian piano che ho iniziato a lavorare come creativa, autrice e conduttrice ed oramai sono passati 8 anni dagli ultimi film, come Maschi contro Femmine. È divertente e stimolante mettersi in gioco, trasformarsi. Ma caratterialmente non è il mio lavoro, aspettare che qualcuno trovi l’ispirazione in te, imput come piangersi o spogliarsi a comando fanno parte di una disponibilità emotiva e fisica che non mi appartiene, insomma mi sentivo un burattino. Il mio mestiere principale e vendere idee, modi in cui amo descrivere e raccontare la realtà, ovvero scrivere format per i Media, spesso per la Tv e magari condurli se è nelle mie corde. Questo mi ha portata ad avere più vite, che a volte si incontrano, come creativa, come autrice, come conduttrice e inviata. Il comune denominatore è avere la possibilità di raccontare, con più o meno libertà, idee e punti di vista, attraverso il mio modo di osservare, capire, scoprire e conoscere. In fin dei conti penso che trovare il proprio mestiere sia un punto d’incontro fra  le proprie passioni, i propri talenti, il proprio carattere e la predisposizione all’investimento ovvero quanto siamo disposti a sacrificare e faticare per inseguire i nostri sogni. 

 
Nell'estate del 2012 hai lavorato come inviata a Londra di Unomattina estate in vista dei giochi olimpici. Che esperienza è stata?
È stata la mia prima esperienza per la mattina di Rai1, una grande famiglia della quale faccio parte da allora.
Londra quell’anno aveva un fascino unico, fra i tantissimi atleti provenienti da ogni parte del mondo, aveva cambiato volto.
Casa Italia, il luogo che accoglie gli atleti italiani e tutte le manifestazioni collaterali, era una fucina di energia e vitalità. Tanto che  molti atleti stranieri amavano passare del tempo lì, fra la scusa della cucina e dell'accoglienza. Ho avuto modo di conoscere molti sportivi, dai tutor ai giovanissimi, dagli ex atleti oggi commentatori ai campioni indiscussi. Ho scoperto grinta, tenacia, un forte desiderio di cambiamento e di miglioramento contagioso. Vedere tanti coetanei così motivati, pronti al sacrificio per raggiungere un sogno, capaci di unire l'estro alla disciplina, è stato un bagaglio emotivo e professionale importante.
Mi sono appassionata agli sport meno noti, dall'atmosfera del beach volley in città, alle sfide di fioretto e sciabola all'ultimo urlo. E questa passione ho fatto si di che potesse avere continuità nel mio lavoro. Ho continuato con varie rubriche, una sugli sport estremi con Buongiorno Benessere, una con tutti i campioni dell'acqua nel programma Effetto Estate, con Unomatina ho seguito anche più di 100 atleti nella preparazione di Rio, per far conoscere la loro vita, le loro esperienze personali e specialmente la loro disciplina sportiva.
In quell'occasione c'è stato un sport a cui ti sei particolarmente appassionata?
Da spettatrice amo un certo tipo di spettacolarizzazione, mi dilettano i combattimenti, come judo, lotta e pugilato. Due argenti, Cammarelle e Russo, sono rimasti indelebili. Bellissime le sfide al femminile, mi ricordo Rosalba Forciniti. Ho scoperto la sciabola ed il fioretto, avvincenti. Una squadra che ho soprannominato i 4 moschettieri, Baldini, Avola, Cassarà Aspromonte. Agli antipodi trovo più arte che sport, oltre il grande fascino, nella ginnastica artistica, ritmica e nel nuoto sincronizzato, ho seguito le squadre italiane che trovo eccelse e mi sono molto divertita con Juri Chechi, simpaticissimo commentatore sportivo oggi. Molto affascinanti sono alcuni sport acquatici visti da vicino, come vela e canottaggio, davvero emozionanti. Ho avuto l'onore di prendere lezioni, televisive, da Alessandra Sensini. Quando vedi però il Pentathtlon o la Pallanouoto rimani davvero rapito, dopo aver provato una partita con  Amaurys Perez sono rimasta stravolta e capisci quanta forza ed impegno siano necessari.
Tu che sport pratichi?
Sparsi e vari, perché sono sempre in viaggio e la mancanza di regolarità uccide ogni buona abitudine. Provo tutto quando posso, altrimenti mi ritrovo a correre o in sala pesi quando posso. Se posso tiro di boxe, altrimenti nuoto, appena ho modo mi immergo, lo trovo utile per scollegarsi dal mondo. 
Il tuo stile di vita?
Quello di una frenetica viaggiatrice innamorata della vita. Sono sempre stata convinta che ci sono talmente tante cose da fare, vedere, conoscere, capire e scoprire che è difficile per me stare ferma. Con gli anni l'iperattività ha dato spazio anche al riposo, il necessario. Ho sempre nuove idee per la mente, tanta voglia di provare a mettere in pratica fino all'ultimo sforzo ogni progetto. Al mio istinto ed alla mia energia si vanno a compensare la riflessione. 
Sono spesso in treno o aereo, viaggio molto in auto. Sono golosa ma amo una vita sana. Mai fumato in vita mia. Cammino molto, fa bene al corpo ed alla mente.
Amo il cibo e dell'ottimo vino, ma scelgo con attenzione. In casa niente prodotti industriali o raffinati, prediligo integrale, bio e quando posso fatto in casa.
Un atleta che apprezzi particolarmente?
Ho subito il fascino di Cassius Clay, Muhammed Alì, stimando il suo carisma e la voglia di combattere per il cambiamento. Mi piace Nino Benvenuti, oltre l'atleta un uomo dal grande cuore e dall'indiscussa classe. Trovo meravigliosa Novella Calligaris. Ho assistito a una gara di Usain Bolt ed ho trovato sovrannaturale la sua energia, oltre a bellissima la carica che trasmetteva ai suoi fans. Trovo un atleta incredibile Micheal Jordan, un grande sportivo e personaggio che ha reso la pallacanestro  ancor più coinvolgente. Ma per tornare in Italia, mi ha commossa e conquistata una donna eccezionale, Giusy Versace, voglio definirla artista, atleta parolimpica ed attivista, che con la sua storia colpisce nel profondo del cuore raccontando come lo sport è il luogo della conquista, della rivincita, dove si trona ad essere tutti diversamente uguali. 
Da piccola che sport hai praticato?
I primi anni, la mamma tersicorea, ha provato a farmi avvicinare alla danza classica, ma con scarsi risultati. Il papà, terzo Dan di Karate, ha avuto più successo con i combattimenti e l'autodifesa. Il punto d'incontro è stata la ginnastica, artistica e ritmica, finché un incidente non mi ha bloccata. Da allora ogni sport era per rafforzarmi, una cura per corpo e mente. 
Ti sarebbe piaciuto diventare una stella sportiva?
Ci vuole moltissima disciplina ed io ho una terribile tendenza all'anarchia. Amo dedicarmi con passione a qualcosa, ma ho necessità di sfruttare appieno i miei mezzi d'espressione, in primis il dono della parola, per questo ho scelto questo lavoro. Credo sia un dono poter osservare il mondo e poterlo raccontare tramite le propie idee, esperienze e mettendoci anima, corpo e cuore.  Gli sportivi hanno una vita intensa, impegnativa ma meravigliosa, incontrano tantissime coetanei dal mondo, si mettono sempre alla prova e sono concentrati sul migliorarsi. E' una bellissima prospettiva di vita, ma ho sempre avuto necessità di maggiore libertà d'espressione e del mio fattore di imprevedibilità e specialmente del fulcro della mia vita, la libertà assoluta.