IL PREDESTINATO

Al secondo anno di World Padel Tour è già diventato n.7 al mondo. Si chiama Franco Stupaczuk. E’ argentino. Ha 21 anni, gioca da quando è nato e soprattutto in campo è una furia.

Aveva soltanto 8 anni quando sbalordì il mondo del Padel vincendo il titolo di campione d’Argentina Under 12. Era strepitosamente quattro anni più giovane del limite di categoria. Un alieno. Qualcosa di incredibile. Il talento, la rapidità, la visione di gioco per colmare le differenze di fisico che a quell’età sono mostruose. Peggio di Messi e Maradona – non per niente due argentini - che da piccoli dribblavano tutti con la palla al piede. Franco Stupaczuk, classe 1996, ora ha 21 anni, ed in pochissimo tempo ha conquistato la posizione numero 7 del ranking mondiale.
Quest’estate ha conquistato la sua prima finale e ha vinto – uno dopo l’altro – due tornei del circuito World Padel Tour in cui ha esordito lo scorso anno. Gioca in coppia con Cristian Gutierrez, anche lui argentino ma alla soglia dei 40 anni. Vederli giocare insieme è uno spettacolo. Il vecchio e il bambino. L’esperienza e la furia. Stupa, così lo chiamano gli amici, è considerato la nuova stella del Padel mondiale. In Spagna tutti parlano di lui. E’ il più giovane giocatore del circuito ed ha già conquistato la simpatia e il rispetto dei top player come Bela e Lamperti. E’ nato nella provincia del Chaco, lontano dalle luci e dalle tentazioni della città, ed è cresciuto su di un campo di Padel – neanche troppo regolare - nel cortile di casa sua.
“Nella mia famiglia tutti giocano a Padel – ci racconta quasi divertito - con mio fratello e mia sorella giocavamo nel cortile della nostra casa dove avevamo arrangiato in maniera artigianale un campo quasi regolare. Giocavamo tutti i giorni e... tutto il giorno, anche durante l’ora della “siesta” facendo arrabbiare mio padre che riposava. Ma era impossibile tenerci fermi.…”.
Quando ti sei accorto di essere un predestinato?
“A 13 anni giocavo due volte a settimana con mio padre contro le altre coppie della città. Vincevamo sempre, poi un giorno è successo che ci ho giocato contro e l’ho battuto. La cosa è diventata sempre più frequente. Mio padre è stato uno dei giocatori più famosi in Argentina e per me era un ottimo termine di paragone. Quando sono stato convocato nella nazionale argentina ed ho vinto il Mondiale Minores a 16 anni ho sentito di essere maturato. Piano piano sono cresciuto e sono migliorato sempre di più.”
Franco ha bruciato tutte le tappe. A 16 anni era già numero 1 in Argentina. Ha vinto per tre anni di seguito il titolo di Campione del Mondo under 18. Un cannibale.
Come definisci il tuo gioco? Quali sono le tue caratteristiche?
“Credo di essere veloce ma non spettacolare. In verità non serve essere spettacolare per vincere una partita. Direi che sono efficace e basta, in campo riesco a capire velocemente il punto debole dell’avversario.”
Quali sono le tue origini?
“Il cognome è ucraino ma le origini della mia famiglia sono polacche. I miei nonni emigrarono all’inizio del ‘900.”
Quali sono i tuoi soprannomi?
“Beh, Stupa è quello più popolare. Lo porto scritto anche sulla maglia da gioco. “Gauzuncho” è perché dicono che ho gli occhi di un cerbiatto che vive dalle mie parti. Tondi e neri. “Chaqueño” per ricordare da dove provengo…”.
Come ti sei sistemato in Spagna.?
“Vivo a Madrid, dove posso allenarmi senza problemi. All’inizio abitavo con Juan Restivo ma ora ho preso una casa tutta per me. Faccio parte del Team della Nox, gestito da Pozzoni. Siamo un bel gruppo. Ci vediamo anche al di fuori degli allenamenti”.
Ti piace più Madrid o Barcellona?
“Per la verità conosco poco Barcellona, ci sarò stato al massimo cinque volte in occasione di tornei o eventi della Nox. Sono arrivato in Spagna tre anni fa e mi sono sistemato a Madrid. Mi piace il clima, sto bene ma la cosa che mi interessa di più è che a Madrid c’è una grandissima concentrazione di giocatori e allenatori. E questa è la cosa più importante.”
Conosci l’Italia?
“Sono venuto diverse volte, sempre a Roma. Ho visto che state crescendo in maniera impressionante. Ai Mondiali dei Minores ho avuto occasione anche di conoscere personalmente alcuni giocatori”.
Cosè il Padel per te?
“Adrenalina e piacere”.
Il Padel è nato in Messico. È cresciuto in Argentina ma in Spagna è diventato un grande business.
“La Spagna è il paese con il maggior numero di praticanti giovani. Ci sono tanti ragazzi e ragazze che lo praticano agonisticamente. Per questo motivo è il futuro”
Ma i giocatori più forti sono argentini…
“E’ vero ma in Argentina giochiamo un Padel diverso molto più veloce, più del doppio. Sono i campi a fare la differenza, noi giocatori ci adattiamo alle condizioni che troviamo. Non si possono fare paragoni in assoluto tra spagnoli e argentini perché poi dipende tutto dai singoli giocatori e dalle coppie.”
Perché andate tutti a giocare in Spagna?
“Perché ci sono più possibilità che in Argentina. In Spagna per esempio, si può vivere di solo Padel, in Argentina no.”
Qual’è il tuo riferimento come giocatore?
“Guardo sempre i numeri 1. Bela, Miguel Lamperti e Agustin Gomez Silingo e poi Cristian Gutierrez e Maxi Gabriel. Li guardo con attenzione per apprendere i loro colpi migliori”.
Una tua virtù quando sei in campo…
“La tranquillità e la pazienza per mettere in pratica la strategia che decidiamo con Martin, il padre del mio compagno di gioco.”
Cosa vorresti fare in futuro?
“Vivere di Padel e diventare il numero 1 del ranking mondiale”.

Questo è Stupa, il ragazzo che sta cambiando il Padel. Ha solo 21 anni, gioca con naturalezza minimalista ma chiude i punti con una cattiveria (agonistica) spaventosa. E’ una furia. Velocità, energia e fantasia. Non dimentica di ringraziare i suoi genitori che lo hanno sempre appoggiato e aiutato a prendere le giuste decisioni. Il suo viso non nasconde invece un’emozione che va oltre ogni cosa quando cita la famiglia Di Nenno che lo ha ospitato a casa nel periodo in cui avevo bisogno di intensificare gli allenamenti. Ma c’è dell’altro. Una storia nella storia.
L’11 gennaio 2016. Franco Stupaczuk ha vissuto un dolore fortissimo per la tragica scomparsa del suo amico e compagno di Padel Elias Estrella, deceduto in un incidente automobilistico mentre si recava in Paraguay per un’esibizione insieme a Martin Di Nenno – il suo partner in campo. Estrella aveva solo 20 anni ed era diventato il numero 1 del Padel argentino subito dopo la partenza di Stupa. Di Nenno invece, altra promessa argentina, doveva diventare il suo partner nel World Padel Tour ma purtroppo nell’incidente è rimasto ferito ad una gamba ed ha subito due complicate operazioni. Sta affrontando ora un duro recupero fisico e psicologico ma nessuno sa quando e se tornerà il giocatore di prima.
Stupa fatica a parlarne: “Vorrei che quell’incidente ai miei amici non fosse mai accaduto”.
La morte di Elias Estrella è stata un colpo durissimo per tutto il mondo del Padel. Li chiamavano i “SuperPibes, Strella, Di Nenno e Stupa, erano considerati il futuro. Insieme avrebbero sconvolto il World Padel Tour portando novità e un nuovo modo di gioco. Stupa è rimasto segnato dai fatti e ora gioca pensando sempre a loro con la speranza del ritorno in campo del suo amico Martin Di Nenno.