Riccardo Eberspacher
La musica come perno di esistenza
Di Marta Angelucci
Riccardo Eberspacher, compositore italiano la cui passione per la musica fin da giovanissimo è sempre stata chiara: a undici anni suona il suo primo strumento, a tredici già compone. Attivo in Italia e all’estero, ha collaborato in più di quarantacinque film solo in patria, fra cui Saturno Contro di Ferzan Ozpetek.
Riccardo, ci parli dei suoi progetti più recenti.
Ho curato la colonna sonora del film di Alessandro d’Alatri, La legge del n. 1, in corso al Festival di Venezia. Andrà in onda su Rai 3 in Autunno. In più un mio pezzo, YSL, sarà presente all’interno del Buddha Bar Montecarlo XIX.
E i suoi progetti futuri, invece? Cosa ha in programma?
Seguirò un progetto di musica lirica in Olanda e curerò la colonna sonora di tre film, uno in Bulgaria, uno negli Stati Uniti e un altro in Spagna.
Quali sono i suoi pensieri sul panorama cinematografico italiano attuale?
Il cinema italiano si trova a mio parere in una empasse produttiva pesante, aggravata dalla difficile congiuntura economica in cui si trova il nostro paese. L’estero offre sbocchi lavorativi maggiori, anche se le punte di qualità raggiunte in Italia sono molto alte. Il nostro paese ha tanto da dare.
Passiamo alle domande sportive. Pratica uno sport o ne ha uno preferito?
Il tennis. Da giovane, intorno ai diciannove anni, ho avuto un passato agonistico.
Come descriverebbe il suo rapporto con la musica?
La musica è il perno della mia esistenza. Un lavoro duro, con enormi soddisfazioni. Se dovessi dare dei consigli a dei giovani compositori, sarebbe di criticarsi molto senza però abbattersi. E di ascoltare, ascoltare, ascoltare molto, per ispirarsi ed imparare.