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Walter Casenghi

Vivere per un sogno

Di Fabio Sieni

Il presidente del Forum sport Center ci racconta cosa rappresentano per lui le Circoliadi e che cosa significano per la scena romana. Il punto di vista di un presidente che ha vissuto la sua vita seguendo una visione e che quella visione l’ha realizzata.
Walter, cosa hanno avuto quest’anno le Circoliadi di più bello e di più particolare rispetto alle precedenti?
Intanto, come si può immaginare, le cose piano piano stanno cambiando. Gli sportivi e i partecipanti ci credono di più e si vede nell’intensità degli allenamenti e nella cura verso la squadra e la manifestazione. Si è creato un bel clima. Rispetto all’anno scorso tanta gente di più, tanto pubblico, tanti begli eventi e tanta organizzazione che è venuta fuori da sola perché i presidenti si sono dedicati molto più dell’anno scorso a questa cosa e sono stati i primi tifosi della loro squadra alle Circoliadi. Il risultato si vede; volevamo uno spirito olimpico, uno spirito goliardico, volevamo lo sport come impegno. I presidenti hanno alimentato tutto questo, le gare sono state eccezionali e i risultati agonistici sono stati sudati e sentiti. Inoltre, il livello è cresciuto almeno del cinquanta per cento. Per noi che abbiamo lavorato alle Circoliadi, una grande soddisfazione. Quando vediamo la gente felice capiamo che abbiamo colto nel segno. Addirittura ti fermano nei corridoi per farti i complimenti.
Da presidente tifoso, e da partecipante quindi più che da organizzatore, come hai vissuto le gare, l’agonismo e la rivalità con gli altri circoli?
Ho dovuto mettere in primo piano, essendo l’ideatore, il senso di sportività. Prima di tutto a me piace vincere e vorrei non perdere nessuna delle tante gare, ma credo che il successo vero sia questa aria meravigliosa che s’è creata. Sembra la chiusura delle Olimpiadi sul prato dello stadio tanto è partecipata. Si, mi fa piacere vincere, ma ha vinto il Due Ponti e cavallerescamente gli stringiamo la mano. E, detto da presidente, quest’anno ho delegato tanto e dovrò riprendere le fila perché nella prossima edizione vogliamo fare molto meglio.
A proposito dell’anno prossimo; cosa dobbiamo aspettarci? Quanto crescerà questa manifestazione?
L’anno prossimo sarà veramente un’Olimpiade. Finora, nelle precedenti edizioni, i partecipanti hanno provato l’ebbrezza della partecipazione, della premiazione, e poi ancora la sofferenza, l’emozione della gara. In futuro sarà molto più difficile gestire l’agonismo. Ci prefiggiamo di preparare un regolamento ancora più serio, dovremo essere molto più attenti e severi nel gestire le squadre. Saranno in tanti a voler vincere e a voler salire sul podio.
Gli occhi di Roma sono puntati sui Circoli. Cosa sta rappresentando Circoliadi?
Finalmente si è capito quanto è importante il circolo come spaccato della vita cittadina. Il circolo è tutto. C’è l’associazione, c’è la cultura, c’è la fidelizzazione, c’è l’uscita, la trasferta, che diventa poi familiarizzante. Il circolo è stato un punto di ritrovo che va al di là di quello che vediamo. Non è venire, allenarsi, fare la doccia ed andare via, è diventato di più. C’è bisogno di parlare con la gente, c’è bisogno di stare insieme e di partecipare in prima persona . Di stare dietro le quinte a tifare perché tutto diventa molto più bello. Roma si dovrebbe accorgere di quanto è importante lo sport nei circoli. Tempo fa abbiamo fatto un progetto e lo abbiamo presentato alle precedenti amministrazioni. L’abbiamo chiamato, con un libricino che presentammo al sindaco, “Sport in comune”. E’ stata una sollecitazione al comune per far diventare il circolo un maestro adottivo per lo sport nelle scuole. Abbiamo fatto un progetto “adotta una scuola”, per far venire le scuole a fare sport nel circolo. Se ci ascoltassero sarebbe molto bello. I circoli, col loro tessuto di vecchi sportivi, potrebbero dare ancora molto al tessuto sociale romano.
Ringraziamenti.
Voglio ringraziare tutti coloro che si sono dati da fare perché sono entrati nel cuore della manifestazione. Voglio ringraziare la stampa e chi ha creduto in questo evento. Ci hanno dato la possibilità di uscire fuori da questi dodici circoli, ci sono stati gli sponsor che ci hanno dato fiducia. C’è tanto lavoro attorno alle Circoliadi.