Il segreto del mio successo.
Intervista in esclusiva ad Emanuele Tornaboni, l'uomo che ha trasformato la concezione di circolo sportivo.
“Quando prendi un taxi a Fiumicino o a Termini e dici Due Ponti, ti portano qui"
Sintetizza così il successo del suo Progetto, Emanuele Tornaboni, fondatore insieme al fratello Pietro, del Circolo sportivo più cult della Capitale, dove da ben 25 anni, ogni giorno si ritrovano migliaia di appassionati di sport.
Ma andiamo con ordine e scopriamo quando nacque il Progetto...
Era il 1983. Appena laureato all'ISEF e finita la carriera da nuotatore, decisi di aprire una piccola palestra di appena 300 mq sulla Cassia, la Rainbow Club. In poco tempo 1.500 iscritti e numeri mai visti ai quei tempi. Fui il primo a fare i corsi sul fenomeno che nasceva in quegli anni: l'aerobica. Si ascoltava la colonna sonora di Flashdance e si guardavano in tv le lezioni americane di Jane Fonda. Da noi i ragazzi cominciavano a scoprire la cultura ed il benessere del proprio fisico, cosa che a quei tempi si faceva in maniera "artigianale", non professionale e senza impianti a supporto. Mi ricordo che era talmente tanta la gente che voleva venire da noi che bloccavamo la Cassia, tutti volevano frequentare i nostri corsi Wellness e partecipare agli Eventi che continuavamo ad organizzare ogni settimana. Il boom fu così imponente ed importante che insieme alla mia famiglia decidemmo di rilevare un terreno in via Due Ponti per dare vita ad un nuovo Circolo. Ai tempi trovammo 3 campi da tennis e 5 campi da calcetto.
Molti pensano che prima il Due Ponti era sotto all'inizio di viale Tor di Quinto?
Alcuni si ricordano che fino al 1989 c'era un circolo sportivo dove ora sorge l'Unione Rugby Capitolina. E' vero in quel posto si trovava il San Donnino, un impianto che poi chiuse perchè i terreni furono espopriati dallo Stato per costruirci le vie d'accesso alla stazione di Vigna Clara per i mondiali di calcio del 1990. Tanto lavoro per nulla, perchè sappiamo tutti come sono andate a finire le csoe riguardanti la tratta ferroviaria che doveva portare a Farneto.
Quando comincia a trasformarsi il Due Ponti da circolo sportivo vecchia maniera ad un Villaggio dello sport?
Nel 1992 cominciai a raccogliere i primi frutti di una politica imprenditoriale nata anni prima. L'idea che avevo era quella di trasformare il vecchio concetto di circolo sportivo in un format più dinamico ed interattivo. Bisognava creare qualcosa per l'intera famiglia, dovevamo mutuare l'esperienza che molti italiani facevano d'estate nelle decine di Villaggi turistici in giro per il Paese. Un villaggio 365 giorni all'anno, 7 giorni su 7, dall'alba a notte fonda. Da ora in poi tutta la famiglia poteva venire al circolo e, divertendosi, passare una giornata insieme. Il papà giocava a tennis, la mamma nuotava ed i figli scorazzavano sui campi di calcetto. Poi tutti a mangiare al ristorante o a trascorrere serate all'insegna della musica. Nasceva in maniera concreta, un'alternativa alla gita fuori porta della domenica. Raccontarlo oggi sembra tutto ovvio, ma al circolo fino ad inizio anni Novanta si andava solo ed esclusivamente per giocare a tennis o a calcetto e fare, al massimo, due chiacchiere tra soci nello spogliatoio mentre ci si cambiava. E così che cominciammo ad organizzare tantissimi corsi di fitness, squadre di runners, tornei di calcetto, gare di nuoto ed eventi serali. In poco tempo avevamo raggiunto già il nostro obiettivo, i soci oltre a fare sport ad altissimo livello con i migliori istruttori ed insegnanti su piazza, socializzavano tra di loro talmente tanto che volevano restare più tempo al circolo trattenendosi a cena o partecipando alle nostre serate di festa. Forse il punto di svolta nacque quando il compianto giornalista Rai Willy Molco e Raffaele Genah ci consigliarono di organizzare un Open Cup di Calciotto tra le testate giornalistiche più importanti del panorama televisivo con VIP che facessero da "stranieri". Così in campo potevi vedere per la prima volta tutti insieme Mentana, Sposini, Di Giannantonio, Bonolis, Ghione e tantissimi altri personaggi famosi. Gioco forza in poche settimane questi tornei andavano in onda su tutti i telegiornali principali, i talk show e Striscia la Notizia. Eravamo diventati come il prezzemolo....eravamo dapertutto. Poi arrivò anche il Vip Tennis Vintage, ormai punto di riferimento per gli appassionati della racchetta.
Ed il boom con gli Internazionali di Tennis?
Furono 4/5 anni di grandissimia visibilità. Ricevetti una telefonata da Antonio Monduzzi che mi disse che al Foro Italico i campi d'allenamento erano tutti occupati e mi chiedeva se potevo "prestarglielo" qualcuno. Non ci pensai un minuto, liberai tutti i campi principali ed in un batter d'occhio il giorno dopo sulla nostra terra battuta giocavano Agassi, Sampras, la Sharapova, le sorelle Williams e tutti i big degli Internazionali. Fu un bel colpo, in primis per i nostri soci che si trovavano al fianco dei loro idoli e poi per l'attenzione mediatica che ci fu nei confronti del nostro impianto. Mi fa sorridere pensare che sul Televideo, un must prima dell'avvento di internet, c'erano due richiami fissi: Notizie dal Foro Italico e Notizie dal Due Ponti: incredibile! Non c'era giorno che le nostre foto non campeggiavano sulla pagina mondana de "Il Messaggero" curata da Salvatore Taverna e Max Lazzari. Erano decisamente altri tempi, ora con gli smartphone ed il web sarebbe tutto diverso. Questo è poco ma sicuro.
Com'è la convivenza tra i tanti Vip che frequentano il Circolo e gli altri soci?
Ottima. Viene vissuto il tutto in modo del tutto naturale. Non ho mai fatto niente in questi 25 anni per "tutelare" i personaggi dello spettacolo. I Vip che vivono il circolo vengono visti sotto un'ottica diversa. Sono consoci e basta. Fiorello da noi è Rosario, l'amico di tutti che riesce a giocare a tennis e padel senza che nessuno lo possa "importunare". E così tutti gli altri. Da Bruno Vespa a Clemente Mimum, dal Ministro della Difesa Roberta Pinotti a Meloccaro, da Ghione alla Mannoia, da Samantha De Grenet alla Caldonazzo, da Gabriel Garko all'Arcuri ed ancora Sebastiano Somma, Elena Santarelli, Valentina Pace, Hoara Borselli. Siamo una grande famiglia e qui dentro tutti debbono stare a proprio agio.
Ma alla fine cosa contraddistingue un cliente di un Villaggio estivo ad un socio del Due Ponti?
Quello che mi rende più fiero, il senso di appartenenza. I successi che abbiamo ottenuto a livello agonistico sono nati dalla fierezza dei nostri associati nell' andare in giro per l'Italia indossando le nostre magliette e difendere sul campo i colori sociali del Sodalizio. Al Due Ponti si respira la voglia e la fierezza di difendere un simbolo e di fare parte di un vero gruppo, cosa che molte volte li aiuta anche nella vita di tutti i giorni. Facciamo campionati di tennis, nuoto, padel e calcio a 5, abbiamo tanti runner che partecipano alle Maratone in ogni città del mondo. Siamo quasi 300 atleti che partecipano a decine di campionati federali.
Nulla da invidiare ai Circoli storici sull'ansa del Tevere?
Grande rispetto, nessuna invidia. Hanno un modo diverso di vivere il Circolo, nato anche dal fatto che anche se oggettivamente non possono godere dei nostri spazi, hanno la possibilità di sfruttare il fiume per fare tante attività. Del circolo Aniene sono socio, apprezzo tantissimo il lavoro fatto in questi anni e penso che Giovanni Malagò oltre ad essere stato un grande dirigente del sodalizio fondato nel 1893 e anche il più grande Presidente che il Coni abbiamo mai avuto. Per quanto ci riguarda a breve ci saranno anche delle importanti novità, considerando che presto inaugureremo una nuova struttura sul Lungotevere della Vittoria.
E le Circoliadi, come nascono?
Da un'idea avuta con mio cugino, Walter Casenghi, proprietario del Forum Sport Center. E' una vera e propria olimpiade dei circoli. In questa nuova edizione sono entrati parecchi sponsor ed è cresciuto l'interesse tanto da coinvolgere ben dodici circoli della Capitale. E' significativo e dà soddisfazione vedere ogni fine settimana centinaia di atleti con quale sacralità ed impegno difendono i simboli delle proprie società. Speriamo che nei prossimi anni si possano allargare le compagini e diventare ancora più forti in modo che un domani, chissà, manderemo qualche nostro partecipante alle vere Olimpiadi.
Come vedi il Circolo tra dieci anni. Come sarà il Due Ponti.2.0?
Penso come oggi. Abbiamo fatto tanto in questi anni, che è giunto il momento di godersi i successi raggiunti. Vedo un Circolo sempre di più a misura per la famiglia, maggiori opportunità e servizi per chi voglia trascorrere in serenità una giornata di sport con attrezzature sempre all'avanguardia e tecnologie di allenamento innovative. Cercheremo di accrescere l'interesse verso nuovi sport in cui noi crediamo. Ora siamo molto vicini alllo Street Workout, le master class di fitness con cuffie dove si ascolta l'insegnante e la musica in modalità wireless. Il weekend appena passato migliaia di atleti che si allenano all'aria aperta, nelle zone più centrali di ben 11 città, dove si respira anche tanta cultura. E' bellissimo ed è molto scenografico vedere decine di atleti, tutti colorati alla stessa maniera, fare allenamento tutti insieme. E' uno sport ecologico ad impatto acustico ed inquinamento nullo, ci si diverte e, cosa per me più importante, si cura il proprio corpo.