IL PRINCIPE DEL PADEL
Ha la più grande collezione di racchette del mondo e una passione smisurata. 47 anni, sposato con Valentina Barbadoro, anche lei giocatrice appassionata, avvocato di successo con un importante studio legale nel centro di Roma, socio dell’CC Aniene, Cristiano Tofani è uno dei personaggi che hanno contribuito maggiormente alla crescita di questo piccolo ma grande fenomeno che si chiama Padel. Portamento nobile, elegante, un duro– a volte spocchioso - che non molla mai, sul campo e nella vita. Distaccato quanto basta per intimorire l’avversario ma anche un vero pasionario. L’abbiamo incontrato per raccontare il suo grande amore.
Cos’è la racchetta per te ?
“Rappresenta il feticismo del Padel. Molti giocatori credono che la buona riuscita di un colpo dipenda soprattutto dalla racchetta. Io no, però riconosco che questi oggetti sono una sorta di amuleti sacri che ti possono anche condizionare. Gli ultimi modelli sono tutti bellissimi. I produttori hanno capito che anche l’estetica gioca la sua parte. Sono molto orgoglioso della mia collezione. Una volta Giuseppe Sinisi pubblicò la lista delle magliette che possedeva. Gli risposi con tono di sfida: “caro Giuseppe io ho: prima e seconda maglia delle nazioni che hanno partecipato al mondiale e via dicendo. Distrutto, peggio di un 6/0, 6/0. Durante l’ultimo mondiale sono entrato nell’appartamento degli americani e gli ho portato via tutti i palleteros (borse per le racchette) per poi regalarli ai miei amici. ”
Cristiano è un generoso. Per avere quelle borse ha elargito a una federazione emergente un contributo. Sul campo lavora sodo e non si risparmia. Un lavoratore ma anche un sognatore.
“La prima volta che ho giocato a Padel ho perso 6/0 6/0. Il giorno dopo ho iniziato a prendere lezioni, prima con Sebastiano Sorisio e successivamente con Tomas Mills, che rimane il mio maestro di riferimento. Non ho mai smesso. Mi piace giocare e perfezionare i colpi, la tattica, la strategia. Tutto. Comunque dopo due mesi ho rigiocato quella stessa partita con la stessa coppia ed ho vinto.”
La sfida, l’agonismo, sportivo sono alla base di tutto ma il racconto di Cristiano esce dalla cronaca sportiva ed entra nelle storie di sport più belle.
“Tomas mi riconosce il merito di essere un gran lavoratore. Mi impegno, ho grande dedizione e non mi lamento mai. Ho voglia di imparare. Sono umile.”
Sei stato anche tra i Top20 italiani ma ora quanto tempo dedichi al Padel?
“Oggi se riesco a fare una partita al giorno mi ritengo fortunato ma ho lavorato tantissimo e il livello che ho raggiunto è stato frutto di ore e ore di allenamento sul campo. Mi svegliavo alle 6,00 di mattina e mi presentavo da Tomas al Flaminia col vento, col freddo o con la pioggia. Non c’era problema. C’erano i lupi ed io. Dopo l’allenamento correvo in studio. Era l’unico orario possibile e Tomas è stato eccezionale. A volte il cancello era chiuso e dovevo aspettare che arrivasse lui per entrare. A me piace da morire il Padel e quando gioco sono felice.”
Sei stato il primo a portare giocatori spagnoli in Italia. Un rivoluzionario.
“Le prime volte ero fortemente criticato. Tutti pensavano che lo facessi solo per acquisire facilmente punti in classifica ma quest’aspetto era secondario. Principalmente l’ho fatto soprattutto per il piacere di giocare a fianco di un campione, che significa poter vivere l’emozione di una partita in maniera unica. Come per un giornalista poter parlare con Indro Montanelli o per un velista andare in barca con Paul Cayard. Negare questo significherebbe negare tutto il mondo dei fans. Sei i tifosi incontrano Totti gli chiedono di farsi una foto, io invece ci gioco insieme e al cambio campo lui si rivolge a me. La cosa è molto divertente. Nel tennis non è ipotizzabile fare una partita con Federer – perché anche un seconda categoria farebbe fatica - nel Padel tutto questo è possibile. La forza di questo sport è la sua democrazia. Tutti possono giocare, anche chi è in età avanzata e con doti tecniche relative.”
Come si concilia la sportività intesa come correttezza con tanta voglia di vincere?
“Qualche anno fa sono stato vittima di un brutto episodio. Una contestazione per una palla nel campo avversario. Io ero sicuro che fosse punto nostro ma il mio compagno, un professionista spagnolo, mi disse: ma ti pare che ci rubano un punto? Giocavo a fianco di Lebron che mi rimproverò per aver messo in dubbio la parola dei nostri avversari. Poi ci fu un’altra contestazione in cui Lebron ebbe la prova che c’era malafede. Si rivoltò verso di me e mi disse che non era venuto in Italia per farsi prendere in giro. Una volta a Milano giocavo con Restivo e mi sono rotto un legamento alla gamba e i miei avversari mi hanno aspettato per venti minuti. Ugo Sconocchini mi ha rimesso in piedi tanto da giocarmi cinque match point al terzo sul 5-2 per noi. Abbiamo perso ma sono uscito dal campo appagato. Questa è la sportività.”
Cristiano questa roba che non hai chiamato gli spagnoli per scalare la classifica non regge molto….
“Vorrei essere sempre wildcard e giocare tante partite. Non mi importa dei punti. Giocando a fianco di un campione si migliora velocemente. E’ incredibile.”
Raccontaci le tue vacanze speciali.
“E’ da qualche anno che vado in Spagna, se posso anche più di un mese con tutta la famiglia. Gioco tutti i giorni, invito giocatori, organizzo clinic e feste. Mi diverto. Alcuni ragazzi giovani vengono con i genitori e i loro figli vanno in spiaggia con le mie figlie. Tra tutta questa gioventù mi sento bene. Nel giardino giochiamo a Padel sull’erba. E’ un continuo e quando la vacanza finisce piangono con le mie figlie come fosse un campo estivo scolastico. La parte bella del Padel sono i rapporti umani.
Cristiano, tua moglie valentina è bravissima ma tu non fai mai doppi misti ?
“Nel Padel difficilmente si vedono coppie marito/ mogli. E’ pericoloso, possono bastare anche tre quattro tornei per il divorzio. ….”
Quali sono le paure di un giocatore di Padel?
“Per quanto mi riguarda ho il terrore che la partita finisca troppo presto. Vorrei fosse infinita per il piacere di giocare.”