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Nadal

Il Re del Rosso è tornato e Roma lo aspetta a braccia aperte. L’inizio della stagione sulla terra battuta ha un solo marchio. Quello di Rafa Nadal che ha conquistato per la decima volta in carriera due tornei come Montecarlo e Barcellona, dove ha vinto sul campo a lui dedicato. Due tornei in quindici giorni, uno dopo l’altro. Un’impresa che lo ha rilanciato come il protagonista più atteso al Foro Italico.
51 tornei vinti sul rosso. Un record. In questo inizio di stagione ha dimezzato il distacco da Federer e si è avvicinato a Murray, Djokovic e Wawrinka. Lo abbiamo raggiunto all’indomani della vittoria a Barcellona e Nadal con grande disponibilità ha risposto alle nostre domande.
Rafa, Roma ti aspetta con tutto il calore che ti ha sempre riservato..
“La Spagna è molto simile all’Italia e il pubblico mi è sempre stato molto vicino e mi ha aiutato tanto. Non soltanto durante le partite al Foro Italico ma anche in città. A me piace Roma e ringrazio molto per il sostegno che ricevo ad ogni allenamento e ogni partita.”
Hai vinto sette volte gli Internazionali d’Italia su ben nove finali disputate. Dove si rovano gli stimoli per affrontare un torneo così prestigioso?
“Roma è un torneo importantissimo nel calendario del tennis. Ha una lunghissima storia. Qui hanno giocato i più grandi tennisti. Sono sempre molto motivato a giocare i tornei più importanti. Mi piace la competizione e la motivazione viene dalla voglia di essere in campo giocando partite importanti. Ogni volta che vinco, penso che potrebbe essere l'ultima volta che lo faccio . Ogni vittoria è unica. Ricordo tutte le vittorie che ho avuto. La logica dice che man mano ci sono sempre meno possibilità di vincere più titoli, ma ciò non toglie che tutti i miei trofei hanno avuto un valore importante per me."
Appena terminata la nostra intervista ci ha confidato:
"Ora scomparirò. Andrò al mare che è una delle mie passioni. Sarò disconnesso da tutto senza toccare terra. Starò tranquillo e mi godrò il momento."
Come vivi il fatto che a Roma non ci sarà il tuo rivale storico Roger Federer?
“E’ una sua scelta. Sicuramente fa attenzione al numero di partite che gioca. Mi dispiace per i tifosi italiani perché è sempre bello vederlo giocare”.
Per quanto riguarda la classifica, l'obiettivo a breve termine è scavalcare Roger Federer e tornare numero quattro.
"So ciò che devo fare per riuscirci, ossia vincere uno dei prossimi due tornei."
Cosa pensi del tennis italiano?
“Il tennis italiano è molto importante. Il Torneo di Roma è un appuntamento di prima fila per tutto il tennis mondiale. Avete avuto sempre tantissimi giocatori. Poco più di un anno fa due italiane (Pennetta e Vinci) sono andate in finale agli Usa Open e si sono giocate il titolo”.
Hai mai pensato a cosa farai da grande, in un giorno anche lontano.
“Sono concentrato sulla competizione, sulle partite che faccio, torneo dopo torneo. Mi sento bene, mi piace quello che faccio e sono felice quando sono in campo. Ho sofferto tanto ma ci sono ancora e spero di continuare a fare bene. Intano però ho aperto la “Rafa Nadal Academy by Movistar” una scuola dove cerchiamo di insegnare i valori che ho sempre avuto e seguito nella mia carriera. E’ un bel progetto che funziona bene. In futuro sarà una delle cose che farò di più.”
Hai conquistato il mondo, non ha mai lasciato la tua terra: l'isola di Maiorca e la Spagna. Malgrado questo, dicono che fai troppe assenze nella Davis....
“Io ho sempre giocato la Davis per il mio paese. Sempre, quando potevo ovviamente e non ero infortunato. L'abbiamo vinta parecchie volte. Ora tocca alle nuove generazioni farsi avanti e cominciare a fare questo tipo di esperienze ma io ci sarò sempre”.
Se non fossi stato un tennista che sportivo ti sarebbe piaciuto essere?
“Non saprei, non ho mai saputo rispondere a questa domanda. So che sarei stato sicuramente uno sportivo. Se devo escludere il tennis, sicuramente avrei provato a giocare calcio. Ma credo che alla fine ho fatto la scelta giusta.”
Il 2019 potrebbe essere un anno rivoluzionario per il circuito maschile: Il calendario cambierà, e con esso anche le categorie dei vari eventi verranno modificate. Indian Wells e Shanghai hanno chiesto di diventare un Master 1500. Ci sono diverse incongruenze. Cosa cambieresti?
“Penso che sia fondamentale cambiare il modo con cui vengono assegnati i punti del ranking. Non penso che questo sistema, 1000, 500, 250, funzioni. È un sistema troppo rigido, chiuso. I tornei devono poter cambiare la loro categoria se vogliono. Un torneo senza top10 non può essere lo stesso di uno con almeno un top player. Doha, che ha un montepremi di un milione di dollari, non può essere dello stesso livello di uno che ne ha 500.000”.