teatro

Guglielmo Ferro

Il regista di I Malavoglia, in scena al teatro Quirino, ci racconta l’Italia di oggi.

Di Fabio Sieni

Il Malavoglia racconta del progresso dl punto di vista degli sconfitti. Chi sono oggi gli sconfitti?
Gli sconfitti oggi sono i bambini. Ho vissuto un po’ di tempo all'estero e l'attenzione a istruzione e formazione è altissima. Purtroppo mi rendo conto che nel nostro paese si fanno pochi sforzi nei confronti delle nuove generazioni. Forse perché si pensa poco al futuro. L'educazione civica, il teatro, l'arte in genere è sparita dalle scuole, che peraltro lamentano una mancanza di fondi grave. Altrove non è così. Non serve a nulla sapere dove è morto Garibaldi se sarai un pessimo cittadino. Bisognerebbe ricominciare ad insegnare a i bambini a dire grazie, prego, buongiorno. Nessuno lo fa più. Sarebbe un buon inizio. La scuola deve educare non informare.
Il focolare come rifugio domestico nei Malavoglia ha un forte significato, è la casa che ci viene tolta e dove si vuole tornare. Oggi avere una casa propria appare come un miraggio. Come avete rappresentato questa aspirazione?
Una volta la casa era un simbolo, una sicurezza, un luogo di appartenenza. Oggi con la globalizzazione il concetto di casa è cambiato, passando da bene rifugio a bene di consumo. Per i nostri nonni la casa era un posto dove vivere e morire, per noi un posto dove non piove. Per i Malavoglia, la casa del Nespolo è l'orgoglio di un’esistenza e la sua perdita ha un significato profondo e devastante nella vita della famiglia. Un luogo a cui tendere, unico scopo della vita.
Un parallelismo tra Aci Trezza e l’Italia di oggi?
I Malavoglia e Aci Trezza sono indissolubilmente legati. La parte araba, individualista e litigiosa è certamente un fattore che caratterizza la cultura siciliana da sempre. Sciascia, forse il più grande pensatore del dopoguerra italiano, scrisse un libro intitolato La Sicilia come metafora. Credo che quello scritto sia ancora attualissimo. Forse la Sicilia è la metafora dell'Italia.
I proverbi di Padron ‘Ntoni nella storia ha una sorta di forza preveggente, che anticipa le sfortune che colpiscono la famiglia. Com’è stata resa nello spettacolo? Questo spettacolo tenta di “avvertirci” di qualcosa che sta accadendo o che sta per avvenire nella nostra società?
Buon tempo e malo tempo non dura tutto il tempo, a cavallo caduto accetta, gli uomini sono fatti come le dita di una mano, il dito grosso deve fare da dito grosso e il dito piccolo è il dito piccolo, queste alcune delle frasi di padron ‘Ntoni presenti nello spettacolo. Il valore degli antichi proverbi sta nella capacità dei giovani di riconoscere un ruolo ai vecchi. L'esperienza e la saggezza si dovrebbero incontrare con l’esuberanza e creatività dei giovani, un connubio perfetto. Peccato che troppo spesso la vecchiaia viene considerata una malattia. Potrebbe essere un'età meravigliosa.
Nella Sicilia rappresentata nei Malavoglia le attività giornaliere sono scandite da ricorrenze religiose. Una cosa del genere nel mondo di oggi avviene solo nei paesi del Medio Oriente e in alcuni dell’Estremo Oriente. Cosa scandisce la giornata nella nostra realtà?
Una volta era così, il tempo era scandito da Natale, Pasqua e San Giovanni e poi... ancora Natale, Pasqua e San Giovanni. Oggi viviamo in un mondo laico. In Inghilterra le vacanze fisse sono i giorni di chiusura delle banche. Il tempo si scandisce da solo, per quanto tu puoi fare lui passa. Qualsiasi tentativo di fermarlo o condizionarlo è follia. Meglio assimilarsi al tempo cercare di non usarlo. Io tento di farlo, per cui non ci penso proprio a scandirlo.
Qual è l’influenza della politica sulla cultura?
I politici e la cultura? E' come dire le donne e il jazz, come dice Paolo Conte. Purtroppo in troppi campi della "cultura" le scelte politiche clientelari hanno devastato il panorama del nostro paese. Mi chiedo ancora perché i direttori di teatri d'opera e non, o i sovrintendenti dei musei, vengano scelti da sindaci e presidente di regione. Non sarebbe meglio un bel concorso internazionale di idee con la presentazione di progetti specifici sull'ente o il teatro che si vuole dirigere? Siamo una giovane democrazia arabo normanna. Ne riparliamo tra un paio di secoli.

I Malavoglia

Dal 8 al 20 novembre
Progetto Teatrando

ENRICO GUARNERI

I MALAVOGLIA

di Giovanni Verga

regia GUGLIELMO FERRO