Simone Arrigoni
Un chilometro come un delfino
Di Fabio Sieni
8 giugno 2016, Santa Marinella. Hai battuto tutti i record di apnea. Ci racconti come è andata?
Mi sono allenato in apnea a stretto contatto con i delfini per così tanto tempo che osservandoli ho avuto l'idea di tentare di allenare il mio corpo a nuotare nel modo più simile possibile a loro. Ho così inaugurato una nuova disciplina dell'apnea dinamica (con "dinamica" si intende che la prestazione si svolge lungo tracciati orizzontali poco al di sotto della superficie dell'acqua, percorsi con la forza di gambe e/o braccia) che imitasse il nuoto dei mammiferi marini. Dopo un lungo allenamento, lo scorso 8 giugno ai Giochi del Mare sono finalmente arrivato a stabilire il primo record in questa particolare specialità, che ho chiamato "Dolphin's Breath". Ho percorso 1 km in mare con la monopinna, in un tempo totale di 23 minuti e 30 secondi, durante i quali ho respirato per 1 minuto e 35 secondi (suddiviso in 95 singoli atti respiratori).
In che cosa consiste, quindi, il Dolphin's Breath?
L’apneista nuota con la monopinna in mare (anche se si possono ipotizzare specialità in acqua dolce o con attrezzatura diversa), percorrendo un lungo tracciato di distanza prestabilita, durante il quale deve risalire periodicamente in superficie per trarre un singolo respiro di un secondo, come fanno appunto i delfini. L’obiettivo è trarre il minor numero di atti respiratori durante l'intero percorso.
Qual è stato l'aspetto più difficile?
A livello fisico è la disciplina più faticosa in cui mi sia mai cimentato, anche rispetto ai due record sotto i ghiacci: già nuotare in mare con la monopinna per un kilometro è di per sé piuttosto impegnativo, provate a immaginare quanto possa essere faticoso se in più si trattiene il respiro per circa il 95 % del tempo! La prova è stata resa ancora più ardua dal fatto che, per indossare la muta di 3 mm (a giugno le acque del Tirreno sono troppo fredde per una prova in apnea di questo tipo), ho dovuto indossare 5,5 kg di piombi per equilibrare l'assetto.
Non solo un evento sportivo, ma anche uno scopo scientifico. Che genere di dati avete raccolto?
Sia negli allenamenti che nelle prestazioni ufficiali eseguo un protocollo di indagine per il quale raccolgo una serie di parametri, quali ossimetria, frequenza cardiaca e pressione arteriosa. Lo scopo è analizzare come l'apnea agonistica eseguita di frequente e a lungo nel tempo possa influire sul corpo umano. Sembra, infatti, che l'apneista professionista possa sviluppare degli adattamenti alle prolungate situazioni di ipossia affinché non subisca danni cerebrali, e queste ricerche potrebbero tornare estremamente utili per il trattamento di casi clinici in cui si sono verificati danni neurologici per cause diverse, ad esempio un ictus. Tali dati sono utili innanzitutto per uno studio sperimentale portato avanti in un progetto di dottorato svolto presso la Sapienza Università di Roma in collaborazione con il CNR ed altri istituti di ricerca. Inoltre ogni evento si traduce in un'importante opportunità di divulgare due messaggi che mi stanno particolarmente a cuore.
Di quali messaggi si tratta?
Si tratta degli slogan "Mind the dolphins", per sensibilizzare il pubblico verso la salvaguardia dei mammiferi marini e del loro ambiente, e "Mai da soli", per ricordare a tutti ‒ in primis ai più giovani ‒ di non praticare mai apnea da soli per ragioni di sicurezza, seguendo l'esempio dato proprio dai delfini, che vivono e nuotano sempre in gruppo aiutandosi reciprocamente in caso di difficoltà.
Quali sono i tuoi progetti nell’immediato futuro?
Oltre ad effettuare in estate una serie di prestazioni ufficiali in Dolphin's Breath, il prossimo autunno terrò dei corsi di tecniche di respirazione controllata e rilassamento rivolti a tutti. Infatti sono esercizi che non devono per forza essere finalizzati ad eseguire apnea, ma che tornano estremamente utili a chiunque per gestire lo stress dovuto alle situazioni più varie. Inoltre spero di realizzare, sempre in autunno, un progetto a cui tengo particolarmente: pubblicare la traduzione in inglese del mio libro Sette respiri. In apnea tra musica, record e delfini, Charleston, CreateSpace, 2016 (168 pp.), già disponibile su Amazon in italiano. Per chi fosse interessato a seguire gli aggiornamenti sulle mie attività può trovare tutte le informazioni utili e i miei contatti sul sito www.simonearrigoni.com.