ERNESTO PAOLILLO, “CRISTIANO RONALDO? IO NON LO AVREI ACQUISTATO”
ERNESTO PAOLILLO, AMMINISTRATORE DELEGATO DELL’INTER DELL’ERA DI MASSIMO MORATTI CI HA DATO LE SUE OPINIONI SUL MEAZZA - DEFINITO DALLO STESSO A SORPRESA “UNA MASSA DI CEMENTO” - SUL NUOVO FORMAT DELLA CHAMPIONS LEAGUE E SUL PROGETTO, ANCH’ESSO AVVENIRISTICO, DEL MONDIALE PER CLUB.
Un’intervista con Ernesto Paoli, artefice del “Triplete”, non poteva che cominciare così…
Che ne pensa del cammino trionfale fatto fino a questo momento da parte della “Beneamata“?
Sono molto felice perché sono in testa in campionato, sono in corsa in Champions e stanno persino giocando molto bene.
Che ne pensa degli investimenti effettuati dall’Inter per poter raggiungere il “Triplete”?
Il Triplete è stato realizzato con investimenti su giocatori che riuscissero, nell’arco di un tempo non molto lungo, ad amalgamarsi al meglio cercando in giro il meglio per ogni ruolo. Avevamo già una base estremamente solida con i vari Zanetti, Cambiasso ecc.; serviva, in quel momento, rafforzare l’attacco. Abbiamo inserito Milito ed Eto’o. La mossa fondamentale è stato lo scambio Ibrahimovic-Eto’o, in quanto il camerunese si è amalgamato perfettamente con la squadra e si è perfettamente adattato al gioco che Josè Mourinho (allora mister dei nerazzurri, ndr) riteneva ideale.
E’ meglio investire sugli stadi di proprietà o sul rafforzamento della rosa?
Gli stadi di proprietà come primo passaggio. Perché lo stadio di proprietà permette, se gestito bene (ma tutte le cose quando si fanno vanno fatte al meglio), di avere quei 40/50 milioni di euro l’anno di introiti in più che potranno poi essere investiti nell’ingaggio di un calciatore valido.
Sarebbe meglio costruire un proprio stadio o ristrutturare il Meazza?
Costruire uno stadio costerebbe meno che ristrutturare San Siro, che è una massa di cemento enorme costruita in modo difficile da trasformarsi in uno stadio che permetta attività commerciali ed altre attività come concerti e altro che procurino utili extra. Uno stadio per andare al meglio deve essere utilizzato sette giorni su sette e molte ore al giorno, ergo dovrebbe avere al proprio interno molte attività. Stando agli ultimi approfondimenti, è difficile trasformare San Siro in qualcosa di economicamente utile.
E’ preferibile investire su una promessa o su un campione già formato?
Dipende dal business plan della squadra. Un’Atalanta (società ben organizzata) ha come business model quello di avere un vivaio molto fertile capace di generare giovani da mettere sul mercato per procurare plusvalenze con cui si possono acquistare giocatori ‘maturi’ per giocare ad alto livello. Il business model di società come l’Inter, la Juventus o il Milan è orientato alla vittoria! Per loro non c’è il tempo che ha l’Atalanta. Oggi come oggi devo dire che l’Inter sta lavorando al meglio andando a prendere giocatori a parametro zero per i quali il risparmio sul cartellino può essere investito su lauti ingaggi così di convincere il giocatore-tipo ad accettare l’offerta del club.
Ma Paolillo lo avrebbe ingaggiato CR7?
Un investimento eccessivo. Non lo avrei fatto (e i fatti mi avrebbero dato ragione!). Era un calciatore che ormai aveva dato tutto e che arrivava per giocare in maniera più tranquilla. La cifra pagata è stata eccessiva per quel tipo di rendimento.
Cosa ne pensa che lo sport stia sempre più diventando entertainment?
Lo sport entertainment non mi convince. Sono d’accordo che uno stadio debba avere al proprio interno momenti di intrattenimento, ma devono essere un’aggiunta alla competizione sportiva. La trasformazione in intrattenimento puro lo trovo svilente per lo sport.
Infine, che ne pensa della nuova Champions e del Mondiale per Club?
Non mi convincono. Si sta giocando troppo. Tutto questo, alla lunga, rischia di stancare la gente e di usurare i calciatori. Per giocare così tanto occorrono rose extra large (e questo rischia di deprimere il bilancio). OK, generano ‘belle cifre’, ma se vogliamo introiti maggiori dobbiamo essere pronti a calcolare i rischi. Io dubito fortemente che questi calciatori, che già partecipano a parecchie competizioni, possano avere una vita atletica sufficientemente lunga senza rovinarsi nel fisico. Troppe le partite in calendario, troppo alto è il livello agonistico.