L'ULTIMO MIGLIO. A POCHI GIORNI DALL'ASSEGNAZIONE DELL'EXPO, INTERVISTA ESCLUSIVA AL DIRETTORE GENERALE DEL COMITATO PROMOTORE ROMA 2030, GIUSEPPE SCOGNAMIGLIO.
Parigi, val bene una Messa... Tra pochi giorni, Martedì 28 Novembre, gli occhi di tutto il mondo saranno proiettati verso la Capitale francese dove si terrà l'assemblea generale dei membri del BIE (Bureau International des Expositions) per il verdetto d'assegnazione dell'Expo del 2030. Roma si contende lo scettro con la temibilissima e ricchissima Capitale dell'Arabia Saudita Riad (7.677.000 abitanti) e con il più grande sito portuale della Corea del Sud, Busan (3.650.000 abitanti). Verosimilmente sarà difficile vincere al primo turno e si dovrà andare al ballottaggio. Busan sicuramente esclusa allo spoglio iniziale di voti. Obiettivo, portare a casa il consenso di 120 voti che basteranno per vincere la partita dei 181 delegati che, a scrutinio segreto, fino all'ultimo minuto potranno decidere la sorte del vincitore. Un voto che la Storia ha dimostrato nascondere sempre tante insidie, qualche sorpresa e molti colpi di scena. La notte prima può cambiare tutto. Per la Città Eterna, una grandissima occasione di riscatto. Una possibilità irripetibile di dare un nuovo slancio verso il futuro, un trampolino di lancio per volare in alto e colmare quell'oggettivo gap di arretratezza strutturale ed impiantistica nei confronti delle altre Metropoli europee. Dopo anni di dure critiche, polemiche e linciaggi mediatici all'amministrazione comunale, Roma è pronta a rialzare la testa e dimostrare a tutto il mondo che vuole tornare grande, ospitando con orgoglio i 30 milioni di visitatori previsti nel periodo dell'evento.
Abbiamo intervistato Giuseppe Scognamiglio, nato a Napoli nel 1963, brillante carriera diplomatica, professore di Scienze Politiche alla Luiss Guido Carli, ora Direttore Generale del Comitato Promotore per l'Expo 2030.
Un vecchio detto recita "Roma non è stata costruita in un giorno...". Quanto è stato stato duro il percorso che ha portato fino ad oggi?
Abbiamo lavorato tanto da quel lontano 14 dicembre 2021 quando presentammo la candidatura in diretta streaming dalla Farnesina. Abbiamo cercato, e ci siamo riusciti, a mettere insieme in questo percorso le migliori eccellenze del nostro paese con i top manager stranieri. Al nostro dossier hanno partecipato fattivamente ingegneri, architetti, progettisti e professionisti da far invidia a chiunque. Siamo stati anche affiancati da 50 imprese che per sostenerci hanno dato vita, il 18 luglio 2022, alla Fondazione Expo 2030. Sappiamo di avere fatto il massimo per rendere Roma 2030 un'occasione irripetibile di sviluppo della Capitale e dell'Italia intera. Puntiamo sulla nostra identità millenaria, sulla nostra cultura e, soprattutto, nei valori che hanno contraddistinto la gloriosa storia del territorio. L'indotto economico previsto è di 50,6 miliardi di euro, con 18,2 miliardi di effetto economico indiretto a breve e 10 miliardi di investimenti pubblici e privati. Sono previste la nascita di 11mila nuove aziende e ben 300 mila posti di lavoro nella Regione Lazio.
Com'e possibile, che tranne quella collaborazione con Torino nel 1911 e la sfortunata edizione del 1942 che, causa guerra mondiale, non vide mai luce in un intero quartiere costruito ad hoc all'E.U.R (acronimo di Expo Universale Roma), la Capitale dal lontano 1851, non abbia mai ospitato l'evento?
Effettivamente è molto strano. Quello del 1911 fu organizzato in maniera diversa. Non c'era il bene placet del BIE e quindi fu praticamente allestito in maniera autoctona. Purtroppo, nel 1942, ci siamo andati vicini, solo cause di forza maggiore fermarono quello che sarebbe stata una Fiera all'avanguardia e rivoluzionaria. Gli edifici e le meraviglie del quartiere dell'EUR suscitano ammirazione ancora dopo 88 anni. Il dato oggettivo che Roma, ad oggi, non abbia mai ospitato l'Expo potrebbe giovare alla nostra causa.
Sembra che il cittadino romano sia un po' distaccato e quasi diffidente nei confronti della candidatura. Forse ha paura di vivere una nuova delusione dopo le mancate assegnazioni delle Olimpiadi del 2004 e 2020?
A dire il vero nei confronti della città non abbiamo fatto grandissime iniziative di sensibilizzazione pubblica. Tranne la campagna affissioni e sulla carta stampata Humanlands, abbiamo preferito destinare i fondi non illimitati ad organizzare incontri "B2B" con le categorie di settore e con gli imprenditori per raccontare loro la nostra visione. Abbiamo anche viaggiato tantissimo per illustrare ai delegati di tutto il mondo la validità del progetto che voteranno a breve. Abbiamo fatto tutto quello che andava fatto per invitare tutti i protagonisti del nostro Belpaese a far parte della squadra. Un gruppo di lavoro inclusivo e non certo esclusivo.
Dopo essersi aggiudicata la Supercoppa italiana di calcio a gennaio 2024, i mondiali di calcio del 2034, come avete vissuto la sponsorizzazione biennale della "Riyadh Season" all'AS Roma Calcio con un biennale da 25 milioni di euro. Lo considerate un vero e proprio affronto che rischia di diventare una beffa?
La Roma, essendo un club privato, è libero di chiudere i contratti che vuole, anche con chi promuove in maniera diretta il nostro competitor. Magari sarebbe stato meglio se l'avessero fatta dopo il voto, ma penso che i sauditi non sarebbero stati d'accordo. Ne abbiamo preso atto e vorrà dire che, quel logo sulla maglia, contribuirà a sottoporre alle attenzioni di tutti le meraviglie dei luoghi arabi... Aspettavamo la Lazio che si era resa disponibile a mettere il logo sulla maglia in occasione delle partite di campionato, ma oramai, penso, non ci sia più tempo considerata anche la sosta del torneo a ridosso del 28 Novembre.
La zona di Tor Vergata sarà al centro del progetto. Ci voleva l'Expo per dare vita alla Vela dell'Archistar spagnolo Santiago Calatrava (costo stimato finale 240 milioni), diventata simbolo di abbandono dal 2011 ed una cattedrale nel deserto mai utilizzata?
Tor Vergata sarà il cuore pulsante dell'Expo. Alcuni dei padiglioni allestiti, post Expo, verranno smontati ed allestiti in altre parti della zona dove siano più fruibili, senza utilizzare nuovo suolo pubblico. Previsto un investimento di 2 miliardi di euro. Oltre a riqualificare l'impianto nato per i mondiali di nuoto del 2009 e la valorizzazione del quadrante di Roma Est compresa Tor Bella Monaca, creeremo un Parco Solare che darà energia all'esibizione ed inizierà un processo di decarbonizzazione del quartiere. Sorgeranno importanti infrastrutture, linee di collegamento con la Metro C ed un corridoio verde con una ciclabile che colleghi il quartiere al centro di Roma. Sorgerà in un'area, per intenderci per estensione il doppio di Milano, un bosco ed il Museo della Scienza che dovrà attirare tanti giovani startupper. La possibilità di consegnare ai cittadini una città sempre più green e sostenibile.
Il Giubileo del 2025 sarà un ulteriore spinta per attenzionare la scelta dei delegati?
Sapere che Roma già si sta adoperando da tempo nel miglioramento e la riqualificazione di diverse importanti opere e strutture, può certamente mostrare per l'ennesima volta, qualora ce ne fosse bisogno, le ottime capacità organizzative che abbiamo nella nostra nazione.
Cosa sarà il 29 Novembre il giorno dopo. In caso di vittoria o sia mai, in caso di sconfitta...
C'è grande ottimismo. Dopo aver stappato l'ultima bottiglia di champagne, inizieremmo subito a lavorare a testa bassa per farci trovare pronti tra poco più di 6 anni. Nel caso, malaugurato, di una sconfitta, abbiamo già un'intesa con l'amministrazione comunale per portare comunque avanti i principali progetti per la Capitale. Sulla carta Roma non può aver paura di nulla e di nessuno, è pacifica la preoccupazione delle influenze e pressioni politiche che stanno facendo i nostri concorrenti, che dovrebbero preoccuparsi, in primis, di rispondere alle continue rimostranze sulla salvaguardia dei diritti umani nel loro paese.
Alla presidenza della Commissione Speciale del Comitato Promotore c'è l'ex sindaca di Roma (2016/2021), Virginia Raggi. Ma non era colei che ci fece rinunciare alle Olimpiadi perché sarebbero state inopportune e dispendiose?
A dire il vero sono rimasto alquanto perplesso al momento dell'elezione, ma poi Virginia Raggi mi ha spiegato che in 5 anni di amministrazione ha potuto conoscere perfettamente la macchina amministrativa e di aver capito come affrontare e valorizzare al meglio le risorse della Capitale per un appuntamento così speciale. Ho apprezzato tanto la sua nuova vision sul futuro della Città Eterna.