SANITÀ. LA “DIGNITÁ” PRIMA DI TUTTO

Quando ho deciso di accettare la candidatura alla presidenza della Regione Lazio, ero consapevole della grande sfida che saremmo stati chiamati ad affrontare.

In ragione delle mie esperienze umane e lavorative - dalla guida dell’organizzazione umanitaria più grande del mondo alla gestione di importanti ospedali pubblici - avevo ben chiare le criticità e le potenzialità del sistema sanitario regionale del Lazio.

Non a caso una delle parole che mi hanno guidato in questi mesi è “dignità”. Questo termine racchiude storie, sentimenti, dolori a cui la politica e l’amministrazione hanno il dovere di offrire risposte concrete.

Innanzitutto, la dignità dei malati. Troppe volte in questi anni essa è stata calpestata, soprattutto quando non si è stati in grado di offrire pari opportunità di accesso alle cure. Un cittadino romano, ad esempio, può contare sulla presenza di ben cinque policlinici universitari e altrettante strutture pubbliche e private di grandissima qualità.

Lo stesso non può dirsi per chi vive nelle altre province del Lazio: Latina, Frosinone, Rieti e Viterbo meritano più attenzione da parte della Regione.

Abbiamo ereditato una situazione difficile: il debito superava i ventidue miliardi di euro e sulla nostra testa gravava il giudizio della Corte dei Conti. Abbiamo da subito collaborato con il Ministero dell’Economia e con i giudici contabili, tanto da ottenerne il giudizio di parifica.

Stiamo iniziando a imprimere la nostra visione sulla sanità del Lazio e, a distanza di sette mesi, alcune misure sono già state varate.

Penso, in primo luogo, al grande piano di investimenti in edilizia sanitaria. Si tratta di risorse che non erano state impiegate da chi ci ha preceduto, a evidenziare che, in questi dieci anni della sinistra al governo, sono mancate la programmazione e il corretto utilizzo delle risorse.

Sono trentasette gli interventi per potenziare la nostra sanità, per un totale di un miliardo e centosettantuno milioni di euro. Le risorse, in larga parte statali (a carico della Regione saranno “solo” circa cinquantotto milioni di euro), serviranno a finanziare importanti interventi tra i quali: la riapertura del San Giacomo, che ospiterà un ospedale di comunità, una Rsa e una lungodegenza; l’adeguamento antincendio e antisismico di Asl e ospedali, compresi quelli in Zona sismica 2.

I restanti fondi saranno impiegati per l’innovazione delle tecnologie sanitarie, l’acquisto di nuove attrezzature e arredi, i lavori di ampliamento, la realizzazione di nuovi servizi e il completamento degli Ospedali di Comunità non finanziati dal PNRR.

A queste risorse si aggiungono ottocentosessantotto milioni di euro dell’Inail per realizzare cinque nuovi ospedali: Ospedale del Golfo (sud pontino), i nuovi ospedali di Latina e Rieti, il nuovo Ospedale Tiburtino (Asl Roma 5) e quello di Acquapendente (Viterbo).

Per una sanità che funzioni correttamente, c’è bisogno di garantire dignità anche agli operatori che ci lavorano - al netto delle difficoltà quotidiane - con spirito di servizio e abnegazione.

Grazie a un accordo che abbiamo siglato con le associazioni sindacali, è corrisposto un compenso di cento euro l’ora, in deroga alle tariffe previste dalla contrattazione nazionale, per le prestazioni aggiuntive effettuate presso i pronto soccorso. Inoltre, cinquanta euro lordi l’ora andranno agli infermieri.  

L’impegno è quello di rendere più moderna la gestione della nostra sanità. È per questo, infatti, che abbiamo istituito un sistema di monitoraggio informatizzato dei posti letto di degenza comprensivo del cento per cento delle strutture ospedaliere per acuti, sia pubbliche sia private accreditate. Tale sistema sarà esteso anche ai posti letto di post-acuzie (lungodegenza, riabilitazione, ecc.).

È stata istituita, in più, una Centrale operativa, sul modello di quella della Protezione Civile, che fotografa la situazione esistente in tutte le strutture sanitarie, pubbliche e private accreditate, ora dopo ora. La Centrale operativa monitora in tempo reale, nello specifico, il numero dei posti letto accreditati, il numero dei posti letto attivi, il numero dei posti letto liberi, il numero dei posti letto occupati (suddivisi in occupati da ricovero programmato e occupati da ricovero urgente).

Alla Centrale operativa, che si trova a Roma in via di Campo romano, presso l’Ares 118, una task force regionale composta da professionisti della sanità opera 12 ore al giorno, per 365 giorni all’anno, supportando le Aziende nella difficile gestione dei flussi di ricovero. E interviene, inoltre, come facilitatore - attraverso il contatto diretto con il bed -management e con le direzioni sanitarie aziendali - per individuare la disponibilità di posti letto su tutte le strutture del servizio sanitario regionale.

Ci siamo molto battuti per una riforma complessiva del Recup: dal primo gennaio 2024 l'unico punto di accesso alle prestazioni sanitarie sarà il Recup, grazie a una nuova piattaforma regionale che sta integrando il Recup regionale e i sistemi Cup delle singole strutture private accreditate. Queste ultime erogheranno il cento per cento delle loro prestazioni attraverso il Recup regionale.

La gestione unitaria di tutte le agende amplierà l’offerta sul territorio contribuendo ad abbattere le liste di attesa.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), di cui la Regione Lazio gestirà, come unico soggetto attuatore, circa un miliardo di euro, rappresenta una straordinaria occasione per investire su tecnologie moderne ed efficienti: la Giunta ha approvato la delibera per la costituzione di una Cabina di regia inerente alle realizzazioni previste dal PNRR in tema di sanità e digitalizzazione.

Tra cinque anni, al termine di questa XII Legislatura, chiederemo ai cittadini di giudicarci proprio su questo: se avremo, cioè, ampliato i loro diritti, salvaguardato la loro dignità, garantito effettivamente l’art. 32 della Costituzione.