A PALAZZO WEDEKIND CON IL GOTHA DELLE ISTITUZIONI E DELLE IMPRESE A SOSTEGNO DELL’INNOVAZIONE PER LA DIFESA E LA CYBERSICUREZZA IN ITALIA
Prossimo appuntamento il 6 giugno a Milano a Palazzo Mezzanotte per la seconda edizione dello Young Innovators Business Forum
Successo annunciato di pubblico e di contenuti in occasione della terza edizione dell’evento “Innovation Cybersecurity Summit”, kermesse andata in scena a Roma nella splendida cornice di Palazzo Wedekind e promossa dall’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, punto di riferimento dell’innovazione e del digitale in Italia. Appuntamento nato per evidenziare il ruolo dell’innovazione e della cybersicurezza come elementi fondamentali per il sostegno e la salvaguardia delle imprese, delle infrastrutture e dei siti critici dello stato all’insegna del digitale. Iniziativa che ha ricevuto il plauso dalle istituzioni e che si è svolta in collaborazione con gli Uffici del Parlamento Europeo in Italia e con il patrocinio della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, di AIPSA, di Cyber 4,0 Cybersecurity Competer Center, di Cyber Area e con la partnership strategica di Women4Cyber Italia, con la quale è stato anche annunciato un importante protocollo d’intesa sui temi della cybersecurity.
In apertura dei lavori è stata letta la lettera ricevuta dall’ANGI da Alfredo Mantovano - Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e Autorità Delegata per la Sicurezza della Repubblica, il quale, nel portare il suo messaggio nel corso dei lavori, ha evidenziato come “il cyber spazio, a fronte di grandi opportunità, pone anche crescenti rischi per la sicurezza nazionale. Occorre quindi governare gli investimenti in ricerca e innovazione in cybersecurity nella direzione di costruire quelle capacità necessarie a proteggere il nostro Paese, rafforzando al contempo l’autonomia strategica e digitale italiana”.
A fare il punto sulla visione europea circa il tema dell’innovazione e della cybersicurezza, il direttore degli Uffici del Parlamento Europeo Carlo Corazza, il quale ha evidenziato come “con l’invasione russa dell’Ucraina è finita in qualche modo l’età dell’innocenza dell’Unione Europea, e dovrebbe iniziare al più presto un’età di presa di consapevolezza e di assunzione di responsabilità. In questo contesto si inserisce perfettamente la cyber-sicurezza, quale uno dei termini fondamentali per l’assunzione di questa responsabilità. Il parlamento come è noto, ha approvato diversi provvedimenti legislativi, a cominciare dal regolamento sul cyber-security act”.
A fare il punto sulla visione degli operatori della pubblica sicurezza e delle agenzie preposte, di grande rilevanza gli interventi del Dis, dell’ACN e della Polizia Postale. “La condizione della crisi pandemica ha imposto una velocissima digitalizzazione e quindi in qualche modo anche l’esigenza di tutelare uno spazio in cui si sono trovati ad essere ingaggiati soggetti che fino a poco tempo prima consideravano quello spazio un territorio di nicchia e oggi invece è paragonabile a tutti gli altri domini in cui si esercitano diritti fondamentali. Con questa consapevolezza dobbiamo approcciarci alla tutela di questo spazio, che appartiene ora a tutti”. Così Alessandra Guidi - Vicedirettore Generale DIS - Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. “La rivoluzione tecnologica non è veloce, è impetuosa. È molto complesso, anche a livello individuale, metabolizzare cambiamenti che normalmente, nella storia dell’umanità, sono avvenuti in periodi piuttosto lunghi; è stata per questo, a mio avviso, anche una rivoluzione antropologica cambiando il nostro rapporto con la realtà. Sintonizzarci con questo ecosistema non è cosa da poco e richiede un impegno trasversale, non solo istituzionale ma anche individuale. Così Nunzia Ciardi - Vicedirettore ACN - Agenzia per la cybersicurezza nazionale. “Ormai non si può parlare di economia senza parlare di digitalizzazione dell’economia stessa, o di transazione economico-finanziaria, ma la nostra proiezione sociale nella rete ci implica in qualche modo il dover prendere coscienza del fatto che la dimensione umana si è arricchita di un’ulteriore dimensione. Questo comporta quindi anche la difesa di questo dominio che si aggiunge a quelli che già conoscevamo. La criminalità cibernetica riesce ad oggi a muovere circa 10.5 Trilioni di dollari, e in questo scenario, quindi, è calata un’altra componente, quale una struttura di law enforcement che è chiamata a fare prevenzione e contrasto”. Così Ivano Gabrielli - Direttore Polizia Postale.
A fare il punto sulla visione parlamentare, di fondamentale importanza il contributo dei presidenti della commissione difesa di Senato e Camera. In particolare, la Presidente della Commissione Esteri e Difesa del Senato della Repubblica, Sen. Stefania Craxi, nella sua lettera di saluti pone in evidenzia come “sia importante ragionare sulle dinamiche stesse della sicurezza informatica, che vanno ripensate ponendo al centro le persone, l’infrastruttura umana con tutta la sua ricchezza in termini culturali e formativi. Serve però anche qualcos’altro, ovvero la capacità di innestare nel corpo dei nostri Stati, a partire dalle Istituzioni comunitarie, gli anticorpi necessari perché gli argini democratici resistano alla pressione dell’onda anomala e non ne vengano travolti. Tutto ciò significa quindi avere una buona politica, che è tale nelle scelte e nei modi del suo agire. E significa anche rivitalizzare il corredo democratico e le nostre Istituzioni, renderle partecipi, ancorarle alla società che cambia, alle aspettative, sempre più diversificate, dei cittadini”. Altrettanto importante il contributo del Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, On. Antonino Minardo, il quale ha dichiarato così nel suo messaggio:“L’Innovation Cybersecurity Summit è una iniziativa che non corrisponde solamente alla vocazione dell’Associazione di essere in prima fila nell’innovazione in tutte le sue declinazioni ma trova conforto nell’esigenza per le agenda nazionale ed internazionale di sviluppare in tempi brevi idonei e sempre più stringenti meccanismi di tutela cibernetica. La cybersicurezza deve essere una priorità in ogni ambito della vita del nostro Paese. Ci sono settori come la Difesa dove il cyberspazio insieme al dominio spaziale sono ormai considerati non solo una priorità ma un vero e proprio cambio di paradigma culturale. La sfida, come ha recentemente ricordato il direttore dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale Bruno Frattasi, è di accrescere e sviluppare una cultura della sicurezza e della protezione dai rischi cyber. Un pericolo che riguarda ambiti nevralgici come la difesa e la sicurezza, ma anche la sanità, i trasporti e il mondo finanziario”.
Nel corso dei lavori sono intervenuti ulteriormente in rappresentanza delle istituzioni, della pubblica sicurezza e delle forze armate le seguenti autorità: Ettore Rosato - Segretario COPASIR, Massimo Pronio – Resp. Comunicazione Rappresentanza Commissione Europea in Italia, Francesco Tufarelli - Segretario Generale del CNEL, Tenente Col. Giovanni Bottazzi - Capo Centro Sicurezza Telematica Arma dei Carabinieri, Gen. di Brigata Aerea Vincenzo Falzarano - Capo della 3a Divisione per il Comando Logistico Aeronautica Militaree Agostino Ghiglia - Membro del Collegio Autorità Garante per la protezione dei dati personali.
La manifestazione è stata occasione anche per presentare i dati dell’Osservatorio sullo stato della cybersicurezza in Italia condotto da ANGI Ricerche in collaborazione con LAB21.01. “Generalmente gli italiani condividono dati riguardanti informazioni anagrafiche di base (58%); il 27% dati delle proprie carte di credito; il 12% documenti di identità personali e il 3% Pin e Password personali. Rispetto allo scorso anno - spiega il professor Roberto Baldassari Direttore Generale LAB21.01 e Direttore del Comitato Scientifico ANGI (Associazione Nazionale Giovani Innovatori) - crescono coloro che ritengono che ci debba essere un investimento maggiore da parte del Governo per la protezione in ambito cybersecurity (72% - +3% rispetto al 2022) mentre di contro diminuiscono coloro che ritengono che la cybersecurity debba essere insegnata come materia scolastica già nei cicli di studio primario (-2% rispetto al 2022). Poco informati gli italiani su cosa sia realmente un attacco informatico e poca anche la dimestichezza con termini tecnici manifestando, in maniera sincronica, l’esigenza che ci siano degli attori preposti al tema della Cybersecurity ponendo al primo posto le “Agenzie governative dedicate” (34%; +2% rispetto al 2022) seguite dal “Ministero della Difesa” (25%; +2% rispetto ad un anno fa); in crescita anche “i Centri e gli Osservatori privati” (17%; + 1%); in calo la “Comunità Europea” (19%; -2%); “Le singole aziende” (3%; -2% rispetto al 2022) e “I privati cittadini” (2%; -1%). Infine 9 italiani su 10 non conoscono le “Polizze Cyber” e di conseguenza basso anche il livello di coloro che l’acquisterebbero preventivamente (7%) mentre molto interessati risultano i giovani professionisti che lavorano già in ambito sicurezza informatica e protezione dei dati personali (67% si dichiarano interessati all’acquisto di una polizza assicurativa RC professionale personalizzata).”
Infine importanti le testimonianze delle imprese e dei tecnici d’area, che sono intervenuti a portare la loro preziosa visione.