I DANNI DEL FUMO SU CUORE E ARTERIE

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima un totale di 17.5 milioni di decessi annuali per malattie cardiovascolari (31% delle morti totali), principalmente a causa di infarto acuto del miocardio ed ictus.

 Il fumo di tabacco è un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari ed il fumo di tabacco cronico aumenta il rischio di malattia coronarica da due a quattro volte. L'OMS stima un totale di 5 milioni di decessi all'anno dovuti direttamente al fumo di tabacco e oltre 600.000 decessi dovuti al fumo passivo. Le persone che sono esposte al fumo passivo hanno un rischio del 25-30% di sviluppare malattie cardiache e un rischio del 20-30% di ictus. Da non dimenticare il cosiddetto “danno terziario”, ovvero la presenza  di sostanze nocive derivate dal fumo di sigaretta, che si depositano su vestiti, letti, coperte, tende, mobili, cibi e che possono essere assorbite a livello alimentare, respiratorio e/o cutaneo.

Il fumo di tabacco contiene più di 4720 composti tra cui ben note sostanze chimiche nocive come nicotina, idrocarburi policiclici aromatici, radicali liberi e gas ossidativi. 

Gli effetti del fumo sul cuore possono essere distinti in diretti ed indiretti. I primi determinano la cosiddetta “cardiopatia da fumo”, mentre gli effetti indiretti sono prevalentemente l’aterosclerosi e l’ipertensione, fattori di rischio primari per le malattie cardiovascolari. Bisogna inoltre ricordare la capacità del fumo di tabacco di aumentare la viscosità ematica favorendo l’aggregazione delle piastrine ed aumentando il rischio di trombosi, oltre al danno diretto sulla parete delle arterie.

La compromissione biologica e molecolare delle cellule cardiache  a seguito del consumo cronico di tabacco è direttamente correlata ad almeno 4 meccanismi intercambiabili tra di loro:  stress ossidativo ( formazione di radicali liberi con danno cellulare e del DNA) , infiammazione, compromissione metabolica, morte cellulare. Tali condizioni determinano un rimodellamento patologico del cuore, che si può avere sia nel cardiopatico che nel soggetto apparentemente sano.

Il consumo cronico di tabacco  è direttamente responsabile di diverse sindromi aterosclerotiche cliniche, tra cui angina stabile e instabile, aterosclerosi aortica, lesione coronarica ( infarto) e morte improvvisa.

Oltre ad un danno cronico, il fumo di tabacco può danneggiare il cuore in modo acuto prevalentemente attraverso la stimolazione adrenalinica indotta dalla nicotina, con conseguente vasocostrizione e spasmo delle coronarie; tale temibile evenienza determina un improvviso arresto del sangue a livello della coronaria interessata con mancato rifornimento di ossigeno alle cellule cardiache ( ischemia), oltre a favorire la formazione di coaguli ( trombosi) con conseguente rischio di ostruzione cronica ( stenosi). In tali casi il rischio di infarto è molto elevato.

Oltre al danno diretto sulle cellule cardiache con conseguente rimodellamento patologico del cuore, il fumo di sigaretta come abbiamo visto può determinare importanti alterazioni a livello della parete delle arterie. Tali meccanismi non si verificano esclusivamente a livello delle coronarie ma possono interessare tutto l’albero arterioso. Ostruzioni a livello delle carotidi e di più piccoli vasi intracerebrali possono determinare ictus e/o danno cerebrale cronico, a livello degli arti le ostruzioni aterosclerotiche delle arterie possono determinare necrosi ( morte) del territorio interessato con necessità di amputazione. La temibilissima malattia di Buerger è una trombosi multipla degli arti, che porta spesso ad amputazioni  multiple, in cui il fumo di tabacco è ritenuto il principale fattore responsabile del danno ischemico.

Negli ultimi anni è cresciuto in maniera esponenziale l’uso di sigarette elettroniche, sia a base di liquidi che di tabacco riscaldato. Nonostante l’assenza di combustione sembri ridurre la produzione di sostanze tossiche, vi sono sempre più studi scientifici che dimostrano la presenza di tossicità anche da parte di tali dispositivi.

Fumare fa male, sempre, ed il cuore è uno dei bersagli preferiti del tabacco, oltre ai gravissimi danni a livello dell’apparato respiratorio, urinario e di altri organi. L’obiettivo per il bene della salute deve essere l’astensione totale dal fumo, di qualsiasi tipo esso sia.

Oltre alla improcrastinabile cessazione del tabagismo, il fumatore deve sottoporsi regolarmente ad accertamenti clinico-strumentali per verificare eventuali danni procurati. Nel caso dell’apparato cardiovascolare è bene sottoporsi regolarmente a visita specialistica cardiologica con ECG ed ecocardiogramma, oltre ad una valutazione generale dello stato delle arterie ottenibile con metodica ecocolordoppler.

 

                                                                                                                   Dott. Ugo Miraglia, cardiologo.