Velar: la più bella del 2018
Range Rover Velar è l’auto più bella del mondo. La commissione del World Car Awards quest’anno ha scelto un SUV come icona di stile.
di Fabrizio Lubrano Lavadera
Il nuovo SUV di Range Rover ha vinto uno dei concorsi più importanti al mondo nel settore automotive, convincendo una giuria composta da 82 giornalisti specializzati provenienti da 24 diversi paesi. Dal punto di vista estetico, grazie al suo look elegante e allo stesso tempo moderno, Velar si è aggiudicata così il premio World Car Design of the Year.
Ultima evoluzione stilistica di Land Rover, la Velar succede alla Jaguar F-Pace, vincitrice lo scorso anno anche del premio Car of the Year. Nelle parole di Ralph Speth, CEO di Jaguar Land Rover, tutta la soddisfazione di una vittoria che si somma ai riconoscimenti ottenuti negli anni passati dalla Jaguar F-Type, Range Rover Evoque e Jaguar F-Pace, e un fiume di ringraziamenti: “Mi sento di dire grazie ai membri della giuria per la loro fiducia ed il sostegno che incoraggia il Team Land Rover a perseguire un proprio stile unico. Range Rover Velar è un SUV eccezionale, di classe superiore, dotato di un'irresistibile modernità, un design affascinante, tecnologie innovative, e una grande attenzione alla sostenibilità.”
L’attenzione al design in termini di business, per Land Rover,ha assunto maggiore importanza quando nel 2004 Gerry McGovern è diventato Chief Design Officer dell’azienda. Fino ad allora l’”engineering”si poneva all’apice di una scala di valori che col tempo ha compreso come non si potesse prescindere dalla “bellezza” per attrarre fette sempre più ampie di pubblico. Quando parliamo di design è scontato che si pensi subito agli esterni, ma è sugli interni che il guidatore sviluppa il suo rapporto intimo con l’auto. In tal senso si inscrive l’effetto “navicella spaziale”dato dalla plancia della Range Rover Velar: concentrato di tecnologia, total control e modernità. La sfida più importante per i designer di Land Rover, e non solo, riguardo al tema dell’elettrificazione, è che l’ingegneria possa procedere a braccetto con il concepimento di forme e linee sempre più varie ed accattivanti, in modo da segnare una rottura non solo con l’alimentazione tradizionale, ma anche con una visione fin troppo familiare del concetto di auto. Affinché la bellezza non sia vana, ma rappresenti, com’è nella sua condizione primordiale, portatrice di cambiamento.