Motori

EICMA: vince l’heritage… ma spunta una ruota in più!

A Milano il mondo a due ruote ha esposto il meglio del mercato presente e futuro: a dominare sono ancora le enduro stradali e le naked, sempre più vestite vintage. Yamaha scommette sulla rivoluzione Niken con due ruote all’anteriore.

di Giuliano Giulianini

A novembre si è tenuta a Milano la 75a Esposizione Internazionale del Ciclo e Motociclo: il più importante salone motociclistico del pianeta. La kermesse meneghina gode di ottima salute negli ultimi anni: i padiglioni pullulavano di appassionati e tutte le case più importanti non hanno mancato l’occasione per esporre le proprie gamme al gran completo. Nonostante non si sia tornati ai livelli di motorizzazione degli anni ’70-’90, da alcuni anni le vendite di motociclette in Italia sono in costante aumento: +7% solo nel 2017. Vendite trascinate ancora dall’onda lunga delle enduro stradali o crossover che dir si voglia (BMW GS in testa, Africa Twin e Triumph a seguire) e dai più recenti successi del segmento heritage (Ducati Scrambler su tutti) che contribuisce al prevalere nelle vendite del settore naked (addirittura +17% quest’anno). Impossibile elencare tutte le moto in mostra alla fiera. Difficile anche distinguere tra le novità più importanti: molti “model year” 2018 cambiano solo nell’estetica rispetto alle versioni degli anni scorsi, ma sono poi i mezzi che verranno più comprati o permutati nelle concessionarie. A nostro avviso il crack del salone è la Yamaha Niken: la prima motocicletta a tre ruote prodotta in serie presentata a Milano da Valentino Rossi. Il video promozionale che gira su internet ha catturato l’attenzione di tutti: uno sciatore scivola tra le curve di una strada asfaltata come in una discesa libera di coppa del mondo, alternando il peso su uno e sull’altro sci. L’immagine muta in una moto, che ondeggia agile tra le stesse curve, passando dall’una all’altra ruota anteriore. Il paragone è chiaro come il sole: due gambe, due sci, due ruote! E due forcelle per ogni ruota, a promettere sicurezza e tenuta di strada. Voci di corridoio annunciano angoli di piega impensabili. Per ora La Niken (che in giapponese vuol dire “due lame”) si è vista solo su un piedistallo a Milano e al Salone di Tokyo. Su internet tutti i commenti, di plauso, di curiosità o di scherno concordano su un punto: bisogna assolutamente provarla.
Ducati ha portato al salone il nuovo Monster 821, che festeggia il 25° anniversario del mostro (di cui abbiamo parlato su SportClub di novembre) e la rivoluzionaria supersportiva Panigale V4, che abbandona i tradizionali due cilindri marchio di fabbrica per raddoppiarli in stile motogp. Ma qui vogliamo puntare i riflettori sullo Scrambler 1100. La “land of joy”, l’universo disincantato creato da Ducati per recuperare la spensieratezza del suo scrambler originale degli anni ’70, non ha mai convinto i motociclisti puri: troppo basse le precedenti motorizzazioni ‘400 e ‘800, in un mondo che considera “media” una 900cc. Ma ora Scrambler fa sul serio: 1100cc sono fatti per da battaglia sui passi montani ai Monster più muscolosi e alle BMW più prestigiose, e si avvicinano di parecchio ai colossi con plastiche da enduro e valigione di alluminio. Dello Scrambler 1100, presentato in diretta Sky come tutta la gamma 2018 Ducati un mese fa, sono già pronte tre versioni per le concessionarie: la base, di colore giallo; la Sport, giallo/nera, con manubrio regolabile, sospensioni più performanti e sella sportiva; e la Special grigia con cromature, steli dorati e cerchi a raggi.
Ultima citazione per qualcosa di inaspettato, soprattutto considerando la casa che lo propone. Al Salone di Tokyo ci aveva colpito favorevolmente “Neo Sports Café”, un concept di Honda che gioca sulle geometrie e sul minimalismo: pochi angoli e molte linee… elementi in effetti tipici dell’architettura e dell’arredamento nipponici ma decisamente poco usuali su moto del sol levante, solitamente sovrabbondanti di volumi, forme taglienti e linee aggressive. Qui invece si va per sottrazione di volumi e per pulizia del disegno. Il costruttore alato ha presentato a Milano tre modelli derivati dal concept: una 125cc, una 300cc e una mille; tutte etichettate Neo Sports Café. La CB1000R è una moto che presenta un bel faro tondo a led; un cruscotto rettangolare come uno smartphone; una sella che nel prototipo sembrava fluttuare nel nulla ed anche nel prodotto di serie mantiene una discreta eleganza; e soprattutto un motore da un litro, elemento portante del telaio monotrave in alluminio, da cui partono, paralleli come binari quattro scarichi cromati che ammiccano alla storia del marchio nipponico. Una svolta decisamente apprezzabile nell’estetica delle moto Honda.