Moto Happy Days
La rassegna romana delle due ruote si è chiusa con un buon successo di pubblico e una chiara impronta vintage, grazie alla mostra sulle 125 d'epoca, il successo della neoclassica Africa Twin, e le proposte "heritage" di Yamaha e Ducati.
di Giuliano GiulianiniSuccede spesso che piova nei "Giorni della moto". Il fine settimana della più importante fiera delle due ruote del centro-sud, anche quest'anno ha accolto alla Fiera di Roma dei centauri bagnati o, nella migliore delle ipotesi, infreddoliti. Erano tanti però: alla fine l'organizzazione ne ha contati
La presenza dei grandi marchi è stata massiccia anche se si sono notate alcune assenze, come quelle ormai croniche di Aprilia e Guzzi. I grandi c'erano tutti però. Allo stand BMW sembrava di assistere alla cavalcata delle valchirie con uno schieramento di GS (la moto più venduta d'Italia) decisamente impressionante. La protagonista dell'annata però è l'Honda Africa Twin, remake dell'enduro di successo che fece epoca tra anni '80 e '90. Aveva già fatto impressione mesi fa all'EICMA di Milano (fiera di punta del settore), ma qui si è presentata come crack del mercato, con centinaia di modelli venduti nei primi due mesi in concessionaria. La meraviglia afronipponica era ovviamente protagonista, nelle sue diverse versioni, allo stand ufficiale della casa, ma qua e la ne facevano capolino altri esemplari portati da sponsor e produttori di accessori.
Sul piano dello stile dobbiamo citare la mostra "Avevo 16 anni, il mio 125": un palcoscenico teatrale per modelli dal 1947 al '90, davanti al quale si sono imbambolati, fin quasi alla commozione, tanti motociclisti dai capelli ormai brizzolati; navigati avventurieri arrivati qui magari cavalcando belve di oltre 1000cc che, però, grazie alla visione di queste che ora deriderebbero come "motine", sono tornati indietro nel tempo ai loro vent'anni, quando erano più spensierati e meno pretenziosi.
Oggi il mercato vuole altro: le "medie" sono moto da 600-900cc e i top di gamma costano sopra i 10.000 euro. Ducati, va parzialmente in controtendenza e oltre al blockbuster Scrambler 800, qui ha presentato anche la nuova versione di 400cc, concepita per circuire (in senso buono) i giovani, i neofiti, le donne e gli scooteristi pentiti.
Parlando di sport: assenti giustificati i mostri sacri del MotoGP impegnati in lontani lidi asiatici nei test pre mondiale (ma c'erano le loro motociclette del 2015) si è visto in fiera Davide Giugliano, pilota romano protagonista del mondiale Superbike, che ha anche tagliato il nastro di Motodays. Poi Giancarlo Fisichella, appassionato motociclista, come anche Max Giusti e il rugbista Andrea Lo Cicero. Tra gli sportivi ci piace "citare" anche il dottor Costa, il medico dei motociclisti, inventore della clinica mobile, che come l'anno passato ha firmato le copie del suo libro e chiacchierato con i fan, e il viaggiatore di lungo corso Giampiero Pagliochini, "attendato" in uno dei padiglioni come in uno dei tanti deserti attraversati.
Nota finale di demerito per un mercato in forte ripresa: solo in California sembrano credere nelle moto elettriche. Nessuno tra i maggiori costruttori ha modelli di serie nei listini (tranne uno scooterone BMW). In fiera era presente solo Zero Motorcycles, la casa USA che vende in Italia tre modelli molto validi. Chi scrive ne ha testato uno presso il concessionario romano, e può affermare che vale quanto una moto a benzina. Il futuro era presente a Motodays, ma stava nel padiglione delle biciclette e della mobilità ecologica.