Nuova Porsche 911: Evoluzione Turbo
Quella che in tanti hanno visto come “rivoluzione” si presenta più come “evoluzione”. Non preoccupatevi…il motore resta dietro.
Di Giuseppe GomesCambiano i tempi e così cambiano anche i nostri punti di riferimento. Dopo anni di gloriosa carriera, è giunta l’ora che anche il pluri-osannato aspirato della 911 ceda alle necessità del tempo. Dopo la Ferrari 488 GTB ecco che anche in Porsche si lanciano con decisione verso il motore turbo. C’è chi ha storto il naso, chi si è quasi sentito tradito, ma a conti fatti questo passaggio era necessario, anche se, in realtà in casa Porsche, i motori turbo non siano una grande novità, tanto da poter gridare alla rivoluzione. Basti pensare agli oltre 40 anni di esperienza maturati nel campo motorsport e nella produzione di serie, che delineano più un’evoluzione che una rivoluzione, come nel caso del battesimo del sistema intercooler sulla 917/10 del 1974 nella sua versione corsaiola, portato poi sulla 911 Turbo 3.3 nel 1977. Questo era solo un esempio per far capire da dove derivi la tanta sicurezza ostentata per un passaggio comunque epocale nella storia della sua supersportiva di punta. E per quanto il motore ottenga giustamente tutti i riflettori, c’è da dire che non è stato il solo lavoro svolto dai tecnici di Stoccarda, con interventi che hanno riguardato la 911 a 360 gradi.
Ancora prima del motore
Prima di analizzare l’evoluzione meccanica della 911, è giusto fare qualche appunto anche sotto il profilo estetico. Nonostante mantenga, ovviamente, le sue classiche linee, come i grossi fari ovali e il posteriore generoso, questa 911 ha subito ritocchi minimi come i fari con luce diurna a quattro punti o le maniglie delle porte prive di guscio, questo per migliorare l’andamento dei flussi sulle fiancate, oppure nuovi fari posteriori. Gli interni non hanno subito grosse modifiche se parliamo di lusso e comfort alla guida, mentre è il nuovo sistema di infotainment a subire una corposa evoluzione. Negli ultimi anni era forse l’unico neo negli inconfondibili interni targati 911, con un sistema poco intuitivo e un po’ macchinoso nella sua gestione, mentre il nuovo Porsche Communication Management, con schermo multitouch, offre una gamma di funzioni notevolmente ampliata e comandi di gran lunga semplificati. Ora la connessione avviene tramite WLAN a scapito del Bluetooth, inoltre è stato integrato un vano appositamente per gli smartphone nel tunnel centrale, che consente di preservare la carica della batteria oltre ad ottimizzare la ricezione del segnale, consentendo la possibilità di utilizzare l’Apple CarPlay se si è possessori di dispositivi della casa di Cupertino.
Il nocciolo della questione
Tornando al motore… cosa cambia realmente? Partiamo, ovviamente, dalla presenza dei due turbo, uno per bancata, che alimenteranno il ridotto (da 3.800cc a 2.900cc) boxer 6 cilindri. In termini di prestazioni non si potrebbe essere più contenti, la potenza sale a 420 cavalli, insieme alla coppia, che tocca quota 500Nm, abbassando le emissioni. Dati tecnici alla mano non si poteva sperare in un’evoluzione migliore, con un motore più efficiente e più potente. In termini di guida la coppia è accessibile sin dai bassi règimi, con una spinta che parte dai 1.700 giri/min e si fa sentire prepotentemente sino ai 5.000 giri/min. Altro dato interessante riguarda l’innalzamento a 7.500 giri/min del règime massimo di rotazione del motore, superando i limiti massimi dei tradizionali motori turbo. I due turbo, insieme ad un impianto di scarico modificato, permettono il raggiungimento di queste cifre strepitose, iniziando a diradare qualsiasi dubbio riguardo le vere potenzialità di questa vettura.
Arriva il “maneggino”
Le prestazioni sono, ovviamente, elevatissime. Con il cambio PDK si parla di uno 0-100 km/h chiuso in appena 3,9 secondi (sul Carrera S con pacchetto Sport Chrono), circa due decimi meglio rispetto al modello precedente e diventando la prima 911 capace di sfondare il muro dei 4 secondi. Anche la velocità massima sale fino a 308 km/h, ben 4 km/h rispetto all’aspirato. Il modo più veloce per poter agguantare questi tempi risiede nel nuovo Interruttore “Mode” sul volante. Come funzionalità ricorda il “Manettino” presente sulle Ferrari, ed è composto da un selettore a 4 regolazioni: Normal, Sport, Sport Plus e Individual. Sembra una novità di poco conto, ma chi è stato almeno una volta dentro una Porsche avrà certamente notato la presenza di un’infinità di pulsanti proprio al di sotto della leva del cambio. Grazie all’introduzione di questo interruttore, la zona del tunnel adesso appare molto più pulita e semplice, con la presenza di un numero decisamente ridotto di pulsanti e pulsantini. Entrando nel dettaglio delle quattro modalità spicca, senza ombra di dubbio, la modalità individual, che permette al guidatore di inserire impostazioni individuali dei sistemi PASM, dei supporti motore attivi, del cambio PDK e dell’impianto di scarico sportivo.
PASM rielaborato per gestire la tanta potenza
Il telaio PASM (Porsche Active Suspension Management) è stato riadattato, con assetto ribassato di dieci millimetri e fornito per la prima volta di serie in tutti i modelli Carrera, assicurando una stabilità decisamente migliorata. Per gestire al meglio la tanta coppia che arriva sulle ruote posteriori, le sospensioni hanno subito grossi interventi sia per il comfort che per migliorare la resa dinamica del mezzo, sottolineando ancora di più la fama da “SuperCar da tutti i giorni”. Altra novità riguarda l’introduzione delle ruote posteriori sterzanti, percepibile soprattutto nelle curve strette, acquistando così un’agilità nettamente superiore e grande stabilità sui percorsi misti.
Quanto si dovrà spendere per potersi accaparrare un simile gioiello? Il lancio è previsto per questo mese, con prezzi che partono da 100.362 Euro per il modello 911 Carrera “base”, fino a toccare gli oltre 128.000 Euro per il modello 911 Carrera S Cabrio.