Il neo classicismo delle moto
Dal salone internazionale EICMA di Milano traspare la tendenza del mercato motociclistico verso un ritorno all'estetica classica: due ruote che guardano al passato ma con soluzioni tecniche sempre più sofisticate.
di Giuliano Giulianini
"Heritage", è la parola d'ordine delle ultime tendenze nel design delle moto in questo periodo. Che si traduca in "vintage", "retrò", "classic", "nostalgia" o qualunque sinonimo diventi di moda, il senso è sempre quello: per l'estetica del futuro il mondo delle due ruote evolute guarda sempre più al passato. Lo fanno da sempre Guzzi, Triumph e da poco Ducati con la Scrambler (una rivoluzione); e ora anche le quattro sorelle giapponesi, che tradizionalmente pagano dazio ai gusti "kitsch" dei motociclisti con gli occhi a mandorla, si sono rivolte all'indietro alla ricerca di forme più eleganti. Il salone di Milano, il più importante del mondo per partecipazione delle case e numero di novità presentate al pubblico, si è chiuso a metà novembre dettando le tendenze per un mercato in decisa ripresa in questi ultimi mesi. Le case quindi giocano sulla fascinazione di questo mezzo di trasporto, sfidandosi sul terreno della memoria. Un esempio emblematico è il ritorno di un marchio italiano sul mercato: la lombarda SWM, che ha colto l'occasione della vetrina milanese per mostrare al mondo la sua nuova produzione. Ne parliamo in un articolo a parte in questo stesso numero di Sport Club.
Ducati è arrivata a Milano in parata come neanche la banda di Marlon Brando ne "Il selvaggio". In testa a quella che a Bologna chiamano la "Land of Joy": lo Scrambler, che ormai è un brand a parte della casa, fatto per ragazzi, comitive, surfisti, con magliette, bandane, cappelli... e anche moto. Sei declinazioni della stessa motocicletta: quattro già uscite a febbraio (Icon, Classic, Urban Enduro e Full Throttle); una nuova, Flat Track Pro, accessoriata per somigliare a quelle dei circuiti sterrati americani; e la sesta, la Sixty2, con motore più tranquillo (400cc al posto dell'800cc delle sorelle) per attrarre neofiti, giovani e donne. Merita la citazione anche la nuova Multistrada: ammiraglia da turismo-avventura (è il settore che tira di più in questo secolo) rivista nell'estetica e molto apprezzata dal pubblico specializzato. Ma il vero boss della banda Ducati è stato l'XDiavel, nuova incarnazione della moto più massiccia della ditta: nero, imponente, potente come un toro e snello come un mastino; rispetto alla precedente versione ha linee più filanti per consentire quelle pieghe in curva impossibili per altre custom (le moto con pedane avanzate e sella bassa).
Guzzi, incassato il recente successo delle V7-II, prova a richiamare vecchi e nuovi ammiratori rispolverando lo
Yamaha, che negli ultimi anni ha pescato un jolly di vendite con le ottime MT-07 ed MT-09, continua a recitare la stessa tabellina presentando la MT-03 di 125cc e soprattutto una MT-10 che sembra uscita da un manga. Spigolosa, aggressiva, potenziata (rispetto alla 09) con 998cc e 115 cavalli, sembra pronta ad essere lanciata da una rupe per trasformarsi a mezz'aria in un qualche robot. Piacerà? Sulle isole del sol levante di sicuro; qui da noi molti sembrano storcere il naso e passare oltre. Meglio riuscita sembra l'operazione heritage di Yamaha: sempre sulle meccaniche MT la casa giapponese ha presentato La XSR900, parte di una linea chiamata "Faster Sons", ovvero moto ben rifinite ed ispirate a quelle amate un tempo dagli attuali 50enni, ma più performanti e destinate oggi ai loro figli. Tanto metallo luccicante, pochissima plastica, colori eleganti: davvero belle viste da vicino.
Ultima ma non ultima Triumph, che nel vintage ha sempre creduto, forse addirittura trascinando il resto del mercato. Se finora la produzione della casa inglese era più bella che buona, con moto molto ammirate ai semafori in città ma meno apprezzate sui passi montani dove i centauri confrontano le doti dei loro mezzi, i nuovi modelli presentati prima e durante l'EICMA sembrano convincere proprio tutti. In particolare le nuove Bonneville, le Triumph più vendute, sembrano aver raggiunto la sintesi perfetta tra classicismo e modernità, con le nuove dotazioni e motorizzazioni, soprattutto nella versione inedita Street Twin che ha rubato l'occhio ai più e probabilmente contenderà da qui in poi lo scettro dei sogni a due ruote alla Scrambler Ducati.